Un nuovo ceo (Richard Stern da Audible, gruppo Amazon) e fondi economici per lo sviluppo tecnologico per TuneIn, alla ricerca di una rivincita.
Negli ultimi tempi la leadership mondiale del più famoso e diffuso aggregatore, TuneIn, si è notevolmente appannata.
App superata da altri radio streaming player
L’app non è più al passo con le nuove funzionalità garantite da altre applicazioni (in particolare per quanto riguarda gli automatismi per la fruizione in auto).
Il collettore si è poi poco comprensibilmente rinchiuso in una torre d’avorio, rafforzando il proprio isolamento.
Ma, soprattutto, la guerra con i collettori di flussi streaming dei broadcaster si è fatta più dura.
Tutti contro, ma pochi scendono da TuneIn
Anche se, fuori da pochissimi casi, gli editori non hanno fatto seguito ai ripetuti annunci di scendere da TuneIn.
Il rischio di perdere quote rilevanti di audience, ma soprattutto di privarsi delle corsie preferenziali sui device Google e Apple, ma anche su piattaforme tv come Samsung o app del pari di Roku e attrezzature da palestra LifeCycle, è infatti troppo elevato. Almeno per ora.
Inciampi nei tribunali
D’altra parte, va rilevato come nel recente passato di TuneIn ci siano stati importanti incidenti di percorso internazionali.
Come in UK, con la decisione della High Court della Gran Bretagna nella causa tra Warner/Sony vs TuneIn per violazione di diritto d’autore, sfavorevole a TuneIn, di cui abbiamo parlato diffusamente.
I broadcaster non stanno a guardare
A ciò vanno aggiunte le contromisure poste in essere dai broadcaster contro il colosso dell’aggregazione indipendente di flussi streaming radio. Che si stanno facendo sentire in forma sempre più marcata.
Brand bouquet e aggregatori consortili
Su un lato del terreno di scontro ci sono gli enormi brand bouquet di 800 stazioni del gruppo USA iHeart e Radio.com di Entercom che stanno sottraendo a TuneIn quote di audience sempre più rilevanti. Dall’altro, hanno sferrato il proprio attacco verso l’aggregatore le iniziative consortili sovranazionali degli editori radio, come Radioplayer.
Iniezione di fondi da Innovation Endeavors
Così, per potenziare l’essenziale (e nel caso di specie decisamente necessitante) assetto tecnologico e colonizzare adeguatamente la promettente area editoriale (per quanto attiene l’emergente area podcast e di contenuti originali), TuneIn ha accettato nuovi investitori guidati da Innovation Endeavors. Quest’ultimo è un fondo che dichiaratamente investe in “imprenditori visionari, tecnologia di trasformazione ed ecosistemi emergenti per un nuovo mondo”.
Richard Stern nuovo ceo di TuneIn
Per far circolare meglio l’aria di cambiamento, TuneIn ha poi ingaggiato un nuovo ceo con esperienze illuminanti circa lo sviluppo intrapreso dall’azienda.
Richard Stern, ex Chief Product Officer di Audible (gruppo Amazon), azienda specializzata in podcast, audiolibri e riviste e quotidiani in formato audio digitale e infatti colui che occupa la poltrona al vertice dell’impresa USA.
Oltre il trascorso in Audible
Il curriculum di Stern include ruoli come Responsabile dei prodotti multimediali globali per Sony PlayStation (dove era responsabile per PlayStation Originals, PlayStation Video e PlayStation Music). Prima ancora Stern era Head of Product Management per Amazon Studios.
Esperto di produzioni
Infine, a rimarcare l’esperienza nell’ambito della produzione, il nuovo ceo di TuneIn è stato anche tra i fondatori di Four Daughters Entertainment, una società di produzione cinematografica e televisiva. (M.L. per NL)