La piattaforma OTT inglese equivalente all’italiana RAI PlaySound, la famosa BBC Sounds, è stata protagonista in questi mesi di una singolare serie di annunci, smentite e chiarimenti parziali.
Una vicenda che – a detta di svariati analisti – nasconde un preoccupante trend: trasformare i canali lineari pubblici, da sempre disponibili free to air per i cittadini europei, in entità a pagamento. Determinando come conseguenza (tra le altre) che il principale aggregatore di flussi streaming radiofonici (e non solo) al mondo, TuneIn Radio, potrebbe trasformarsi in una sorta di Netflix dell’audio.
Sintesi
Negli ultimi mesi, BBC Sounds, l’equivalente britannico di RAI PlaySound, è stato al centro di una serie di annunci e smentite che hanno sollevato preoccupazioni su un possibile passaggio dei canali radio pubblici, tradizionalmente gratuiti, a un modello a pagamento.
La vicenda è iniziata a febbraio 2025 con la notizia che le stazioni radio e alcuni podcast della BBC sarebbero stati oscurati per gli ascoltatori europei, suscitando sorpresa data la storica accessibilità dei contenuti made by BBC.
Gli annunci successivi, spesso contraddittori, hanno incluso riferimenti a piattaforme di terzi per l’accesso internazionale e la rimozione dell’app BBC Sounds dai vari store, alimentando speculazioni su un nuovo modello di business.
Secondo alcuni esperti, dietro queste mosse ci sarebbe uno scontro interno tra BBC Studios, divisione commerciale e BBC Sounds, parte della casa madre BBC.
TuneIn come Netflix
La questione dei diritti di distribuzione internazionale, ritenuta troppo costosa per reti senza pubblicità, sembra essere il fulcro del problema.
TuneIn, con il suo servizio Premium, potrebbe approfittare della situazione, proporsi come distributore dei contenuti e collettore degli abbonamenti, diventando una sorta di “Netflix dell’audio”. Un modello che potrebbe rivoluzionare l’accesso alle radio pubbliche anche oltre il Regno Unito.
BBC chiude agli stranieri
Partiamo da un breve riassunto degli eventi.
Durante i mesi di febbraio e marzo 2025 molte testate internazionali hanno riportato una notizia che diremmo traumatica: praticamente tutte le stazioni radio e selezionati podcast della BBC sarebbero stati prossimi ad un oscuramento per gli ascoltatori europei.
BBC punto di riferimento internazionale
Diciamo traumatica in quanto BBC Radio 1, BBC Radio 2 e le altre storiche radio nazionali inglesi rappresentano da decenni un punto di riferimento internazionale in termini di impostazione generale, qualità dei conduttori e delle playlist.
Not so easy
Ma l’annuncio non era isolato; anzi si inseriva nel contesto di una serie di comunicati, annunci e blog post anche contraddittori, tutti in qualche modo provenienti dall’ente pubblico inglese. Proviamo ad andare in ordine.
22 febbraio
Il 22 febbraio compare sul sito BBC.com un primo annuncio, che potremmo definire neutro: “BBC Podcast e audio sono disponibili sul sito bbc.com“.
Domande e risposte
Cercando forse di chiarire il termine assolutamente generico audio, l’articolo riporta anche una sezione domande e risposte.
In una di queste alla domanda “Perché non tutti i programmi sono disponibili” viene data la risposta “Per questioni di diritti non tutti i contenuti sono disponibili agli ascoltatori internazionali“.
Dalle onde lunghe ad oggi
Forte la meraviglia dei lettori: che cosa esattamente sarebbe non disponibile? Dall’era delle onde lunghe (parliamo del secolo scorso) ad oggi nessun contenuto BBC è mai stato “non disponibile” laddove si poteva ascoltare (via onde lunghe, medie, satellite, IP).
26 febbraio
Il 26 febbraio un nuovo comunicato stampa: la BBC intende “valorizzare BBC News” a livello internazionale nominando sei nuovi direttori, uno per ciascun continente importante.
Nuovo modello di business internazionale
Potrebbe sembrare una notizia non correlata, ma il titolo “BBC annuncia un nuovo modello (di business) internazionale” è stato visto da molti come segno che l’organizzazione stesse pianificando altre operazioni oltre a quella oggetto del comunicato stesso. Insomma: che nascondesse qualcosa.
14 marzo: TuneIn
Tuttavia, una nuova formulazione compare senza preavviso nell’annuncio di BBC Sounds. In essa si afferma che le stazioni musicali nazionali della BBC saranno disponibili agli ascoltatori di “alcuni paesi al di fuori del Regno Unito” utilizzando TuneIn Radio.
Come da noi anticipato
È la prima volta che viene citata TuneIn e dunque – come da tradizione della nostra testata – siamo, nostro malgrado, costretti a commentare “…come anticipato da Newslinet“.
Fine marzo
L‘app BBC Sounds cessa di ricevere aggiornamenti sullo Store iOS di Apple. Successivamente (non siamo sicuri della data esatta), questa scompare del tutto, rendendone impossibile il download per i nuovi utenti.
Come TikTok
La app continua a funzionare per chi la aveva già scaricata, situazione simile a quella di TikTok negli Stati Uniti durante il breve periodo del ban (oscuramento) presidenziale.
Annuncio surreale
Sennonché, il giorno 17 aprile compare sul feed X di BBC Feedback un annuncio surreale. La formulazione originale è “The BBC told us that overseas listeners will receive a notification about the new app but they aren’t prevented from continuing to use BBC Sounds” (La BBC ci informa che gli ascoltatori oltremanica riceveranno una notifica riguardante la nuova app ma la (vecchia) BBC Sounds non smetterà di funzionare“).
BBC feedback
Scriviamo surreale in quanto l‘account BBC feedback è a sua volta un canale social ufficiale dell’ente di stato inglese: affermare “La BBC ci informa” equivale a una dichiarazione di estraneità. Come spiegarlo?
Lotta intestina
BBC Studios
234 milioni di euro di fatturato

Tunein come Netflix
BBC Sounds
Il punto del contendere
Risultati deludenti?
Scarso utilizzo della piattaforma
Reality Check
RAJAR
In base agli ultimi dati del rapporto RAJAR l’insieme di tutte le reti BBC (All BBC Network Radio) è stato ascoltato da oltre 29 milioni di persone (29,1 milioni su una popolazione di 57,4).
16,5%?
Il dato include ovviamente anche coloro che ascoltano via BBC Sounds, dunque in teoria potremmo affermare che l’app pesa per un 16,5% sul totale (4,8/29,1 milioni = 0.1649). Ma non è così: da nessuna parte è pubblicato lo share di ascoltatori domestici rispetto a quelli internazionali e il fatto che sia stata resa non disponibile fuori dal Regno Unito, rende impossibile effettuare una stima.
La questione diritti
Chiudiamo con il punto forse più interessante della vicenda, considerato che potenzialmente impatta su tutte le radio e non solo quelle inglesi.
Abbiamo visto come la motivazione addotta per la chiusura delle radio lineari inglesi all’estero sia la consueta questione dei diritti d’autore e connessi. Sostenere i costi per la diffusione all’estero per reti che non hanno pubblicità risulta essere – se gli ascoltatori sono numerosi – troppo onerosa.
TuneIn
Ed ecco che TuneIn, avendo probabilmente intravisto un possibile business, si fa avanti. TuneIn offre infatti alcune stazioni radio in abbonamento e potrebbe già avere accordi per lo sfruttamento dei diritti musicali in alcuni paesi (dato che in alcune aree è stato stabilito per legge che l’aggregatore sia responsabile dei diritti musicali).
Le ipotesi
Alcuni analisti sospettano, dunque, che il portale audio stia firmando accordi di distribuzione premium con BBC Studios, garantendo un flusso finanziario al broadcaster in funzione – immaginiamo – della quota parte effettiva di consumo dei contenuti BBC da parte dei suoi utenti.
Tunein Premium, i costi
Attualmente TuneIn Premium viene proposto in Italia come parte integrante del pacchetto TuneIn Radio Pro. L’utente italiano che desidera abbonarsi viene rimandato alla pagina internazionale (questa) dove il servizio viene proposto a 9,99 dollari/mese.

TuneIn…
Per il momento la pagina di TuneIn Premium propone poche emittenti ad free, esclusivamente statunitensi.
… come Netflix?
Ma l’impostazione della pagina è già chiaramente in stile home-page di Netflix e certamente l’aggiunta delle prestigiose reti BBC potrebbe essere determinante alla fine di un lancio globale del servizio.
Monetizzazione dei contenuti
D’altronde, quale broadcaster vorrà mai farsi sfuggire l’opportunità di monetizzare gli ascoltatori esteri? (M.H.B. per NL)