Il dato del mese di aprile 2024 (quasi +15%) conferma il trend positivo della raccolta pubblicitaria nazionale da inizio anno (progressivo = +10,3%). Ma sarà dal 2025 che la radio italiana potrà acquisire una posizione di maggior rilievo nel paniere dei media commerciali. Vediamo perché.
Sintesi
Secondo i dati dell’Osservatorio FCP-Assoradio (l’ente esponenziale delle concessionarie di pubblicità radiofonica) coordinato dalla società Reply, il mese di aprile 2024 ha registrato nell’ambito della raccolta pubblicitaria nazionale un +14,9%, con il dato progressivo ad aprile che si attesta al +10,3%.
Molto soddisfatti
“Siamo molto soddisfatti dei riscontri di fatturato evidenziati da questo aprile 2024, che costituisce il quarto mese consecutivo in territorio positivo e che ci consente di chiudere il primo quadrimestre dell’anno con una crescita a doppia cifra“, ha sottolineato a margine della diffusione dei dati Monica Gallerini, presidente di FCP-Assoradio.
Aprile 2024: i settori merceologici trainanti
“La crescita di questi primi quattro mesi del 2024 è ampia e differenziata in termini di settori merceologici. Nello specifico emergono in particolare i seguenti comparti: Automotive, Telecomunicazioni, Alimentari, Turismo e Viaggi, Abitazione e Gestione casa. Nel primo quadrimestre 2024”, ha proseguito Monica Gallerini.
Indicatori coerenti
“Si confermano inoltre in territorio ampiamente favorevole alcuni fondamentali indicatori di mercato che teniamo costantemente monitorati. Citiamo in particolare la crescita del numero degli annunci in secondi (+10%), quella relativa agli inserzionisti (+ 11%) ed infine l’evidente incremento delle campagne pianificate (+20%)”, ha evidenziato la presidente di FCP-Assoradio.
Aprile 2024: dati coerenti
Dati incoraggianti, quelli di aprile 2024, che confermano le dichiarazioni recentemente rilasciate a NL da Antonio Martusciello, esponente di UPA (Unione Pubblicitari Associati) e presidente di Audiradio, la newco che ha ricevuto dalla s.r.l. Tavolo Editori Radio (ora ridenominata ERA – Editori Radio Associati col ruolo di socio di capitali in Audiradio) il testimone per la prosecuzione dal 2025 delle indagini sull’ascolto radiofonico.
Il trend
“Negli ultimi anni si è registrato un trend in aumento delle risorse economiche derivanti dall’attività radiofonica, attraverso l’apporto pubblicitario.
Lo scorso anno +3,1% dei ricavi del comparto radiofonico: da 585 a 603 mln
Nel 2022, i ricavi derivanti dall’esercizio dell’attività radiofonica sono passati da 585 milioni di euro a 603 milioni: una crescita pari al 3,1%”, aveva affermato Martusciello.
Finanziamento prevalente
Che aveva ricordato anche il dato specifico della raccolta adv: “I ricavi da vendita di pubblicità radiofonica rappresentano la fonte di finanziamento prevalente del settore, pari a 455 milioni di euro, con un incremento del 3,3%”.
Resilienza
“La radio si dimostra ancora una volta un mezzo resiliente”, aveva sottolineato sul punto il presidente di Audiradio.
Potenzialità in aumento con una indagine crossmediale
Secondo il quale, “La possibilità di misurare l’ascolto radiofonico in maniera più crossmediale espande sicuramente le potenzialità legate alla raccolta pubblicitaria, già in crescita.
Indagini precedenti non in grado di catturare tutto l’ascolto della radio
Ciò perché le indagini precedenti, di tipo quantitativo e legate a un solo device, non erano in grado di “catturare” tutto l’ascolto inespresso delle radio oggi disponibili su qualsiasi piattaforma di distribuzione e di diffusione”.
Passo avanti
“Ritengo quindi che l’introduzione di una misurazione più adatta ai processi multimediali costituisca un passo in avanti significativo e rispondente alle esigenze del mercato, da cui l’ascolto radiofonico emergerà premiato”, aveva concluso Martusciello lasciando presagire un 2025 di maggiori soddisfazioni commerciali per la radiofonia. (E.G. per NL)