Radio. Torna lo spettro degli spegnimenti FM. RSPG Commissione UE: Agcom definisca Piano FM solo su frequenze coordinate. Cioè quelle RAI

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A distanza di qualche mese, quando quasi sembrava dimenticato, torna lo spettro dello switch-off FM/DAB+ e di un tardivo (ancorché previsto) Piano di assegnazione delle frequenze FM.
Il report del 24/11/2021 del Radio Spectrum Policy Group (RSPG) in seno alla Commissione Europea (RSPG21-042 Final Radio Spectrum Policy Group – 28th Progress Report of the RSPG Sub-Group on cross-border coordination) deve destare infatti preoccupazione.

Le lamentele croate e slovene al RSPG

Nel corso delle riunioni tecniche in videoconferenza del 20/09/2021 e del 05/11/2021 al RSGP, Croazia e Slovenia (in particolare) si sono lamentate di come “non vi siano stati progressi significativi da parte italiana nella risoluzione delle problematiche interferenziali in FM”.

Croazia: 5 anni per nulla

La Croazia, per parte propria, ha dichiarato a verbale che “5 anni dopo aver individuato i casi prioritari, ancora nulla è stato fatto”.

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Slovenia: 18 anni dalle misure di 100 problematiche interferenziali FM

Ancora più netta la Slovenia, che ha ricordato di “aver prodotto misure interferenziali dettagliate di interferenza 18 anni fa, relativamente a 100 segnalazioni”.

Delusi e frustrati

I due paesi hanno definito, senza mezzi termini, la situazione italiana “deludente e frustrante” ed hanno chiesto garanzie che Agcom definisca un piano di assegnazione FM solo sulla base dei “diritti internazionali italiani”. Cioè delle frequenze coordinate. Che, come noto, allo stato, sono solo quelle RAI (ironia della sorte, unico player radio favorevole allo switch-off FM/DAB+).

Cosa comporta ciò?

Per poter iscrivere frequenze coordinate (oltre a quelle RAI), evidentemente serve un Piano di Assegnazione FM, così come avvenuto con la televisione.

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46 anni dopo

Di qui l’insistenza estera sull’adozione della pianificazione per la radiodiffusione sonora in tecnica analogica, a 46 anni dalle prime attivazioni private e a 31 dall’approvazione della legge che lo imponeva (la L. 223/1990).
Solo così, sperano i nostri stanchi confinanti, si potrà confidare sugli spegnimenti FM (interferenti).

Passare al DAB+ abbandonando la FM

Il rapporto del Radio Spectrum Policy Group sottolinea come, tenuto conto dell’elevato numero di programmi FM italiani, sarà necessario rendere disponibile una capacità trasmissiva sufficiente in DAB+ per consentire la migrazione delle emissioni in modulazione di frequenza non coordinabili.

Switch-off unica strada percorribile (secondo gli stati esteri)

Tradotto: switch-off FM/DAB+ e fine del symulcasting analogico/digitale (o comunque di uno switch-over). Sennonché, soprassedendo sul fatto che l’utenza non è attrezzata per uno switch-off ravvicinato (la penetrazione dei ricevitori, nonostante l’obbligo di dotare le nuove auto di ricevitori digitali, è ancora a livelli assolutamente insufficienti), mancano le frequenze coordinate per le attivazioni impiantistiche della radio digitale. Si tratta quindi del classico cane che si morde la coda.

Non accetteremo elusioni sugli spegnimenti FM

Il documento reca anche un piccato riferimento alla legislazione interna che potrebbe surrettiziamente favorire l’ennesimo aggiramento politico del problema.
L’Italia ha l’obbligo di rispettare le regolamentazioni ITU per gestire e utilizzare lo spettro radio in modo efficiente e per prevenire la produzione di interferenze – si legge nel report –. Solo quando si realizzerà un piano FM italiano, Slovenia e Croazia avranno sufficiente fiducia per poter negoziare un’armonizzazione delle emissioni scevre da interferenze ed una ottimizzazione della capacità trasmissiva per ciascun paese, secondo il principio dell’accesso equo”.
Prepariamoci quindi al peggio. (M.L. per NL)

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