Torna la nuova guerra fredda, che però si si combatte con ritorsioni, pardon "contromisure" (questa la definizione policatilly correct in diritto internazionale), mediatiche.
La contromisura all’embargo americano dopo l’annessione della Crimea alla Russia si realizza, tra l’altro, con l’interruzione delle trasmissioni della stazione radio "Voice of America", finanziata da Washington. Ne ha dato notizia il direttore del conglomerato media pubblico Rossiya Segodnya Dmitry Kiselyov, definendo la radio "spam sulle nostre frequenze". Kiselyov ha spiegato che il contratto per trasmettere Voice of America sui canali in onde medie nell’ex Unione Sovietica non è stato rinnovato. "Rossiya Segodnya non lavorerà con Voice of America," ha chiarito Kiselyov, destinatario personale di sanzioni USA per il ruolo rivestito nella promozione dell’annessione della Crimea alla Russia, da presentatore di un noto programma d’informazione settimanale sulla tv pubblica. "E’ come se trasmettessero dall’oltretomba, o da un mondo che non esiste più", ha ironizzato Kiselyov di Voice of America e di Radio Liberty, un’altra stazione finanziata dagli USA, che ancora trasmette in Russia grazie a una radio partner. "Vedo queste stazioni come spam sulle nostre frequenze. Non hanno nulla a che fare con la libertà di espressione" perchè non c’è "nulla di originale" nelle due Radio, ha aggiunto il capo di Rossyia Segodnya. Il Broadcasting Board of Governors, che vigila sui media USA, ha detto la scorsa settimana che Kiselyov ha sospeso ogni collaborazione con Voice of America, dopo aver spedito all’emittente una lettera con un’unica frase, "non collaboreremo", e aver annunciato che il contratto non sarebbe stato rinnovato. Nel 2006 le autorità russe avevano obbligato le stazioni nazionali a interrompere le trasmissioni di Voice of America. Ma la radio aveva continuato ad andare in onda a Mosca su un canale in onde medie in base a un accordo con Voice of Russia, stazione radio pubblica oggi finita nella conglomerata guidata da Kiselyov. Radio Liberty, finanziata dal Congresso, continua a esistere in Russia con il nome di Radio Svoboda, trasmessa in Fm via una radio partner e con un popolare sito web. (E.G. per NL)