Mucciante (Radio RAI) “L’indagine TER sugli ascolti radiofonici sta toccando i suoi livelli più bassi di credibilità per impianto metodologico, tempistiche di elaborazione dei dati, incapacità di adeguarsi alle nuove fruizioni multipiattaforma.
Per questo è necessario adottare al più presto la soluzione indicata da AgCom con il cosiddetto modello “Joint Industry Committees”.
Mucciante: ora di svoltare
Lo afferma Flavio Mucciante, Vice Direttore di Radio Rai, già direttore di Radio1 e Radio2, secondo il quale è arrivato il momento di realizzare “una metodologia di rilevazione in grado di rappresentare tutti i diversi aspetti del mondo radiofonico: editoriali, tecnologici, pubblicitari”.
Basta autoreferenzialità
In sintesi, secondo Flavio Mucciante, serve un modello, che preveda che la ricerca venga commissionata da tutte le parti interessate: editori, concessionarie e agenzie di pubblicità, inserzionisti con propri rappresentanti nel comitato tecnico.
MolOCh
Oggi la Governance della società Tavolo Editori Radio è un cosiddetto Moc (Media Owner Committees), nel quale sono rappresentate solo le radio iscritte e non il mercato nel suo complesso (investitori, concessionarie, centri media) con uno statuto societario che fissa all’80 per cento la soglia dei voti necessari per l’approvazione di qualsiasi delibera: “una quota così alta – incalza Mucciante – da rendere quasi impossibile qualsiasi processo di innovazione”.
RAI critica su TER non è novità
La posizione critica della RAI rispetto all’indagine del Tavolo Editori Radio è nota da tempo (soprattutto ai lettori di NL).
”La frammentazione degli ascolti derivante dal consumo dei media digitali – dice Mucciante – rende inadeguata una rilevazione esclusivamente basata su interviste telefoniche e sulla ricostruzione di abitudini attraverso il ricordo”.
Ritardi nella somministrazione dei dati
Per di più con tempistiche di diversi mesi, che, afferma il Vice direttore di Radio RAI, “non consentono di testare i vari programmi o investimenti su grandi eventi con riscontri immediati ed efficaci”.
Comunicazione attraverso i limiti
“In questo scenario alcune radio sfruttano i limiti della ricerca con attività di comunicazione, che si fanno più intense ed aggressive nel periodo della rilevazione con promo in precisi slot di pianificazione e appelli 24 ore su 24: c’è chi invita a dichiarare un ascolto esclusivo per questa o quella emittente e chi suggerisce le esatte parole da pronunciare nel caso si fosse contattati da un operatore telefonico”, osserva Mucciante.
Proselitismo on air
Una pratica “indecorosa per l’industria radiofonica e sbagliata per la credibilità istituzionale del mezzo e per il valore stesso della ricerca“, oggetto di sanzione in Francia alla stazione Fun Radio, come avevamo osservato qualche settimana fa. (E.G. per NL)