Oscuramento RAI da indagine TER 2° semestre 2023 costituisce importante precedente. Ora interviene anche sindacato della concessionaria pubblica: ci stiamo isolando.
Intanto il Tavolo Editori Radio tace sul ritardo avvenuto nella pubblicazione dei dati.
Sintesi
In attesa di capire cosa sia veramente successo l’11 gennaio, giorno preannunciato dal Tavolo Editori Radio – la s.r.l. partecipata dagli editori radiofonici italiani incaricata di rilevare il loro ascolto per il rilascio delle anticipazioni sull’ascolto dell’ultimo semestre 2023 e dell’intera annualità, quando, senza alcuna motivazione, i dati non sono stati pubblicati, anche il sindacato USIGRAI interviene sulla questione.
Recap
Breve recap, come sempre.
Dopo oltre 24 ore, popolate da numerosi rumors favoriti dall’assenza di motivazione del ritardo da parte della società Tavolo Editori Radio, nel pomeriggio del 12/01/2024 erano stati finalmente pubblicati gli attesi dati d’ascolto sommari (quelli di dettaglio lo saranno martedì 20/02/2024; questa volta si spera puntualmente).
Oscuramento
Tuttavia, negli elenchi non comparivano i dati delle reti RAI, circostanza che – nel silenzio del TER sul punto – si deduceva avesse motivato il ritardo, in conseguenza di una decisione assunta nel corso di un cda straordinario convocato per la mattina dell’11 gennaio.
Picche…
Risoluzione curiosa, visto che, a seguito di un crescendo di tensioni, ad espressa richiesta di RAI formulata a giugno 2023 alla società di rilevazione (di cui la Radiotelevisione Italiana s.p.a. è socia, anche se con procedura di recesso avviata) di non pubblicare i propri dati perché ritenuti inquinati da campagne di sollecitazione a rispondere ai sondaggisti messe in atto da molte emittenti italiane (e secondo alcuni dalla stessa RAI), il Tavolo Editori Radio aveva risposto “picche”.
… anche dall’Autorità giudiziaria
Ed infruttuoso era stato anche il tentativo di ottenere un provvedimento inibitorio cautelare dal Tribunale di Milano da parte di RAI.
Cambio di strategia in extremis
Ora, invece, TER ha deciso, parrebbe senza sollecitazione RAI (che ha dichiarato a NL di aver interrotto qualsiasi rapporto col Tavolo Editori Radio, ivi compresa la partecipazione dei propri consiglieri ai cda), di non pubblicare i dati delle reti della concessionaria pubblica.
Il precedente
Peraltro così creando un precedente, considerato che richieste analoghe (a quella di RAI di giugno 2023) di altre emittenti erano state in passato respinte.
Moral suasion
Difficile capire cosa sia successo, considerato che TER ha opposto il silenzio alla nostra richiesta di chiarimenti. Tuttavia, si sa, se l’acqua è tanta, nelle mani non ci sta e, quindi, qualche voce autorevole ha cominciato a girare, motivando l’oscuramento del dato RAI con una “moral suasion” di Agcom.
L’intervento (in origine) di Agcom
Quest’ultima, del resto, è formalmente della partita, a seguito della delibera 202/23/CONS, con la quale, vista l’inerzia della società Tavolo Editori Radio a correggere le limitazioni societarie (trasformandosi da MOC, media owner committee a JIC, joint industry committee, superando il conflitto d’interessi del rilevatore che rileva se stesso) e metodologiche (integrazione dell’arcaico metodo dichiarativo CATI con uno strumento di rilevazione elettronico) – ha imposto l’adozione delle misure di adeguamento.
Conciliazione
Di fatto, quindi, Agcom, anche se non ha commissariato TER, la sta supervisionando e, sempre secondo le indiscrezioni raccolte da NL, potrebbe favorire la conciliazione tra le parti (come del resto da noi supposto ad agosto dello scorso anno), atteso che una rilevazione senza i dati delle radio pubbliche non appare, diciamo, congeniale.
Completezza del quadro
E non solo sotto il profilo della completezza della rappresentazione della distribuzione dell’ascolto, ma anche per l’anomalia, mai verificatasi in precedenza, di un quadro annuale parziale, considerato che il dato RAI del primo semestre 2023 è ancora presente in elenco (pubblico), mentre quello del secondo è assente. Non risulta mai verificatasi – a memoria – una simile ambiguità.
Analisi
“Qualsiasi analista – già perplesso da una (dichiarata) crescita assoluta dell’ascolto radiofonico nonostante la progressiva erosione di quote da parte dei competitor audio dello streaming on demand (35,984 mln nel 2° semestre 2023 vs 33,968 nel 2° semestre 2022, 36,343 nell’anno 2023 vs 33,809 nell’anno 2022) – storcerà il naso davanti ad una rilevazione in cui uno dei principali gruppi radiofonici italiani è assente per metà”, avevamo sul punto osservato in altro articolo.
Confronto urgente
La necessità di uscire da uno stallo che pregiudica la credibilità dell’indagine TER e limita fortemente l’operatività della concessionaria pubblica sul mercato pubblicitario, è sottolineata ora anche dal sindacato USIGRAI, che richiede con urgenza un “confronto con la RAI sul futuro della radio“.
USIGRAI: RAI si sta isolando
Lamentando che “mentre il media cresce, l’azienda decide di isolarsi dal sistema”.
Influenza della nuova linea editoriale sugli ascolti…
“Già a giugno 2023 le tre reti RAI perdevano ascolti. Sarebbe stato utile capire come la nuova linea editoriale abbia influito sulla curva di gradimento degli italiani”, spiega in una nota il sindacato.
… e sulla raccolta pubblicitaria
“Ci domandiamo – scrive l’esecutivo USIGRAI Cdr Giornale Radio RAI – quali siano state le conseguenze sulla raccolta pubblicitaria nel 2023 e quale potrebbe essere il danno nel 2024.
Tavolo urgente
Nel centenario della Radio, che ricorre nel 2024, mentre il media cresce, l’azienda decide di isolarsi dal sistema: investimenti inadeguati, ritardi nello sviluppo della trasmissione digitale, il forte sbilanciamento editoriale messo in campo nell’ultimo anno, rendono urgente si riunisca di nuovo il tavolo di confronto sindacale tra azienda, USIGRAI e cdr, che si occupi in concreto del futuro della Radio”, conclude USIGRAI.
Novità in arrivo
Poiché in ambito giornalistico è noto che ad un silenzio immotivato seguono quasi sempre rumorose novità, rimaniamo con le orecchie aperte. (M.R. per NL)