Radio. TER: diffusi i dati riservati alle emittenti. Ecco la tendenza del mezzo. Frizioni tra i soci a seguito di una segnalazione della societa’ di revisione su alcune ipotetiche anomalie

emittenti

Sono stati rilasciati ieri alle emittenti iscritte all’indagine 2019 della s.r.l. Tavolo Editori Radio i dati relativi al primo trimestre 2019, riservati e non pubblicabili.
Allo stato, quello che si sa è che il mezzo radiofonico ha sostanzialmente tenuto rispetto al medesimo periodo del 2018 nel giorno medio è cresciuto nei 7 giorni, ma è calato nel quarto d’ora medio.

Per avere i dati complessivi e pubblicabili occorrerà attendere la fine di luglio, quando sarà reso noto il consuntivo del primo semestre 2019.
Le acque all’interno del TER sarebbero tuttavia piuttosto agitate: nel cda di due giorni fa, secondo il quotidiano Italia Oggi, RAI e Radiomediaset avrebbero assunto posizioni di contrasto rispetto agli altri soci a riguardo dell’avvertimento che – spiega il quotidiano Italia Oggi nell’edizione del 18/04/2019 – sarebbe giunto al cda ed al comitato tecnico di TER dalla società di revisione tecnica Replay a riguardo di “alcune anomalie riscontrate nelle rilevazioni Ipsos e Gfk del primo trimestre 2019″.

Secondo il quotidiano economico-finanziario “ci sarebbe una eccessiva variabilità e instabilità dei dati di audience rilevati da un trimestre all’altro e tra quelli rilevati da Ipsos e quelli invece rilevati da Gfk nel quarto d’ora medio, negli giorno medio e nei sette giorni” (come noto, la rilevazione sul giorno medio, nel quarto d’ora medio e nei 7 giorni è affidata parallelamente ai due diversi istituti, mentre Doxa si occupa di una tranche di indagine sugli ascolti a 14 e 28 giorni ndr).
A seguito di ciò, alcuni soci del TER, “in primis Radiomediaset e RAI, avrebbero quindi preferito attendere la fine delle verifiche di Replay prima di procedere con l’indagine. TER ha invece deciso di andare avanti , e proprio per questo, secondo quanto risulta a Italia oggi, Radiomediaset non ha poi partecipato al successivo incontro per discutere sulle eventuali modifiche da apportare alla ricerca nel 2020″.
Modifiche che – è ormai evidente – non possono che consistere nell’adozione di un sistema di meter che – al cospetto dei profondi cambiamenti socio-culturali-tecnologici in corso – consenta di superare l’anacronistico sistema di rilevazione CATI che oltre ai problemi sopra enunciati comporta ritardi insostenibili nel rilascio alle emittenti di dati indispensabili per la definizione di strategie editoriali e commerciali quando gli altri competitor (tv e internet) hanno accesso ai riscontri sul gradimento dei propri contenuti in tempo reale. (E.G. per NL)

foto antenne di Floriano Fornasiero

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