Va ascritto merito assoluto a Loriano Bessi di aver creduto per primo, in ambito (sostanzialmente) nazionale, in un format da sempre sotto gli occhi di tutti ma probabilmente sottovalutato e non ritenuto idoneo ad essere trasportato su scala sovralocale.
Il progetto di una radio sportiva sembrava, infatti, buono solo se riportato in ambito locale: è noto il riscontro di pubblico delle radio romane, che costituiscono davvero una storia a sé, non esclusivamente per i dati di ascolto – che comunque si suddividono su svariate emittenti – ma anche e soprattutto per il condizionamento che hanno su protagonisti e spettatori del mondo del calcio.
Ma nel 2010 il patron di Media Hit ha lanciato la sua nuova scommessa, ribaltando completamente quello che era stato il suo credo iniziale, ossia tanta musica e zero conduzione; modello che aveva decretato il successo di Radio Cuore negli anni ’90 e di altre emittenti del suo gruppo, come Fantastica.
Nasceva così Sportiva, una Talk Radio che, come recita il suo claim, ”racconta emozioni” agli amanti dello sport in quasi tutta la penisola: la diffusione, infatti, non copre tutto il territorio, ma i suoi dati di ascolto – secondo l’ultima indagine TER – la pongono comunque a livello delle principali emittenti nazionali.
Una scommessa vinta, quindi; un exploit che non poteva passare inosservato, rivelando un folto pubblico appetibile anche per gli altri competitor.
Dato che Suraci, nella nascita delle sorelle di RTL, ha comunque preferito puntare sull’emittente ”alternativa” Freccia e sull’italiana Zeta, rinunciando a velleità prettamente sportive, il mercato nazionale è tuttora essenzialmente presidiato dall’emittente di Bessi.
Sulla stessa strada anche Radio Mediaset, grosse acquisizioni di marchi importanti che la fanno diventare per ascolti il primo gruppo editoriale della nazione, ma nessuna idea per una stazione tematica sportiva.
Tuttavia, che la creatura di Bessi non rimanesse sola a lungo era facile da prevedere: infatti a gennaio 2018 è nata RMC Sport Network, grazie alla partnership con TMW (Tutto Mercato Web), già impegnata sul segmento con l’emittente internet TMW Radio. Chiaramente bisognerà aspettare, prima di fare qualsiasi confronto sui dati di ascolto, la necessaria crescita – ammesso che ci sarà – della distribuzione dei contenuti sulle varie piattaforme. Per il momento, tra l’altro proprio nella roccaforte di Sportiva in Toscana, la nuova entrata ha comprato le frequenze di Radio Fiesole ed è quindi ricevibile da qualche mese in tutta la regione, oltre che, ovviamente, su altri impianti FM nel resto d’Italia.
Aspettando di capire in quale direzione andranno le prossime mosse – tenendo conto che siamo purtroppo abituati ad assistere anche a capovolgimenti ed inversioni di marcia e che abbiamo già dato conto di diversi rumors sul futuro di RMC Sport Network (dopo l’alienazione del brand principale Radio MonteCarlo da Hazan a Mediaset) -, bisogna comunque dare merito ad un progetto appena nato di avere una certa competitività artistica (un discreto palinsesto e opinionisti di buon livello), pur inserendosi in un segmento che ha già un competitor fortemente radicato.
Mentre la scelta di Sportiva è stata, da subito, quella di dare un taglio più giornalistico e di cronaca al proprio format (senza intermezzi musicali e con ampio spazio alle varie discipline), RMC Sport Network ha aperto ad un format più leggero basato sull’intrattenimento (l’idea di inserire all’inizio anche uno speaker classico come Marco Baldini la dice lunga, a riguardo).
Scelte editoriali e artistiche che differenziano le due radio: in alcuni casi lievi sfumature, in altri distinzioni marcate. Se per RMC Sport Network il focus è il mondo del calcio, per Sportiva, soprattutto negli ultimi anni, gli spazi dedicati agli altri sport hanno trovato terreno fertile.
Staremo a vedere se e quali aggiustamenti saranno apportati a quanto sinora proposto, alla luce del fatto che le due emittenti si rivolgono allo stesso tipo di pubblico.
Inoltre, sarà interessante verificare la ricaduta che questo aumento di offerta avrà sulle emittenti locali che si muovono nella stessa direzione, le quali dovranno tenere conto della nuova situazione: se per alcuni tifosi nulla potrà sostituire quanto può dare un’emittente areale, per molti altri il nuovo assetto del mercato potrebbe sollecitare maggiore interesse.
Si dovrà altresì scegliere se continuare a puntare tutto sulla propria città o se aumentare l’offerta, come nel caso di Radio Radio che ha deciso quest’anno di seguire i ritiri di tutte le squadre di serie A, scelta inevitabile in un progetto presente non più solo nel Lazio (grazie allo sviluppo in visual radio DTT in Lombardia).
Se per città come Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Firenze esiste la possibilità di scegliere che direzione intraprendere – ad esempio, se continuare a seguire solo le blasonate squadre cittadine o se aprire i propri orizzonti a tutto il campionato -, in molte altre località diventa problematico pensare di investire esclusivamente sullo sport.
In questo caso non è solo colpa della proverbiale miopia degli editori locali e dell’altrettanto nota loro difficoltà ad investire: la responsabilità va divisa anche con il mondo del calcio, tra società che stanno in piedi per miracolo e confusione perenne nelle scelte di chi lo governa, causando situazioni paradossali, come ad esempio la problematica di diverse squadre che per mesi non hanno saputo in che serie avrebbero giocato.
Se in ambito nazionale alcune certezze rimangono praticamente indissolubili ed eventuali retrocessioni di una squadra – sul campo di calcio o su quello giudiziario – non farebbero differenza, per una radio locale scoprire ad ottobre se si andrà a parlare di Lega Pro e non di serie B diventa un ostacolo insormontabile. E purtroppo anche il mondo del pallone non è, come tante altre cose in Italia, uguale per tutti. (U.F. per NL)