Come è il mercato radiofonico svizzero alla vigilia dello spegnimento della modulazione di frequenza (prevista, salvo proroghe, nel 2024). Quale sarà il suo effetto sulla raccolta pubblicitaria?
Le radio italiane di confine sono ancora competitor pericolosi per quelle svizzere?
Quale è la penetrazione reale del DAB+? Come si reinventerà la Radio nel total digital?
NL ne ha parlato con Markus Meier, responsabile vendite di Radio Ticino, tra le più importanti emittenti radiofoniche private svizzere, che si è reso disponibile ad un’intervista.
2022 da incubo
(NL) – Come è andata la raccolta nel 2022?
(Markus Meier) – Male, come dappertutto. Il cigno nero della guerra Russia-Ucraina ha destabilizzato i mercati. Come Radio Ticino siamo riusciti a mantenere a fatica il trend, ma diversificando l’offerta. Per altri in Svizzera è andata molto peggio.
Ottimista per il 2023
(NL) – Prospettive per il 2023?
(Markus Meier) – L’esperienza del 2022 ci ha insegnato che diversificare è ormai essenziale. Abbiamo sostituito il numero di spot, diminuendo l’affollamento, a fronte di una maggiore presenza su social ed ambienti digitali (compresa la tv). I clienti hanno mostrato di apprezzare: siamo sulla strada giusta.
Indagini CATI? Ma come fate in Italia?
(NL) – In Italia siamo ancora ancorati al metodo di rilevazione CATI, con le indagini telefoniche…
(Markus Meier) – Il risultato è un quadro inattendibile. Ciò impedisce alle emittenti di confrontarsi con la realtà attuale, tarando strategie in tempo reale. In Svizzera, da tantissimo tempo, usiamo il meter (il famoso orologio che compara le onde sonore, ndr). Ciò consente affidabilità ed oggettività.
DAB+ al 70%? Mah…
(NL) – Quale è la penetrazione del DAB+ nella confederazione?
(M.M.) – Le statistiche dicono il 70%. Io sono più cauto: 50%.
Radio italiane? Non sono più competitor pubblicitari
(NL) – Le radio italiane di confine sono ancora considerate un problema per quelle svizzere in tema di raccolta pubblicitaria?
(M.M.) – No. Intanto molte non esistono più, avendo ceduto gli impianti FM a reti nazionali che, per loro natura non sono interessate al mercato locale. In secondo luogo, quelle rimaste generalmente non hanno l’appeal di un tempo sugli inserzionisti, anche perché, fuori pochissimi casi, non sono presenti nell’offerta DAB Svizzera. Prova ne è che nemmeno vengono richieste dagli investitori elvetici.
Dramma FM
(NL) – Cosa accadrà con lo spegnimento della FM nel 2024, salvo proroghe?
(M.M.) – Sarà un dramma: in tutti i mercati dove è accaduto, si è assistito ad un crollo della raccolta dal 17 al 20%. Poi in parte recuperato, ma aggravato nel tempo dall’ingresso di nuovi competitor.
Podcast
(NL) – Come se ne esce?
(M.M.) – Cambiando il modello radiofonico (sia editoriale che pubblicitario), nella direzione che noi stiamo testando. Ma anche attraverso il podcast, che è il futuro della radiofonia. (P.C. per NL)