Nicola Bomio (CH Media, Radio 24 Zurigo e presidente dell’associazione dei broadcaster privati svizzeri) a NL: “Il calo d’ascolto registrato con lo switch-off FM/DAB-IP dalla SSR è in linea con le aspettative.
E’ però difficile prevedere se il prezzo pagato dalla radio pubblica svizzera darà ad essa un vantaggio competitivo quando (tra un anno e mezzo, ndr) anche le aziende private dovranno disattivare la FM.
Dipenderà in gran parte da come si evolverà il consumo di audio digitale nei prossimi anni”.
Sintesi
Lo switch-off FM/DAB-IP della SSR (la radio pubblica svizzera) al 31 dicembre 2024 ha causato un calo d’ascolto previsto, senza però scosse strutturali al sistema radiofonico svizzero.
Secondo i dati Mediapulse (Q1 2025), l’ascolto FM contava già solo per l’8%, mentre DAB+ e IP si dividevano equamente il restante 92%.
L’impatto maggiore si è rilevato sull’ascolto breve e in mobilità, soprattutto nei cantoni con concorrenza analogica, anche transfrontaliera. Indoor, dove la FM è già stata rimpiazzata da device digitali, l’effetto è stato trascurabile.
Il dato più rilevante è la ridistribuzione degli ascolti: -370.000 per la SSR tedesca, +260.000 per le radio commerciali elvetiche e +75.000 per emittenti estere. Il saldo netto per la radio in generale, quindi, è solo del -0,007%.
Per Nicola Bomio (responsabile di CH Media e presidente dell’associazione degli editori radio svizzeri), lo scenario attuale non consente previsioni certe sul possibile vantaggio competitivo per la SSR, che resta legato all’evoluzione dell’audio digitale.
Il vero collo di bottiglia è l’auto: 2 milioni di veicoli svizzeri non supportano il DAB+.
CH Media ed altri operatori puntano su retrofit, adattatori DAB+ e mirrorlink da smartphone, ma i limiti di usabilità restano alti.
Anche lo streaming richiede troppi passaggi: app da scaricare, interfacce complesse e almeno tre click.
La FM, quantomeno sulle auto di vecchia generazione, garantiva accesso immediato. Il DAB+ ne conserva in parte l’immediatezza, ma penalizza chi ha un brand debole o poco riconoscibile.
Il caso svizzero fornisce indicazioni preziose anche per gli editori italiani, in vista di una transizione FM→digitale che sarà probabilmente volontaria.
Comprendere le dinamiche dell’ascolto digitale oggi è essenziale per governare il futuro della radio.
Il quadro radiofonico svizzero post switch-off FM/DAB-IP
Al netto delle strumentalizzazioni politiche, lo switch-off FM/DAB-IP della radio pubblica svizzera (SSR) al 31/12/2024 sta fornendo informazioni preziose ai competitor privati che dovranno fare altrettanto tra poco più di un anno (da gennaio 2027, salvo chi vorrà richiedere lo spegnimento dei diffusori FM).
I dati Mediapulse del 1° trimestre 2025
Come abbiamo avuto modo di analizzare in altro articolo, gli effetti sull’ascolto dei canali della SSR, misurati nel primo trimestre 2025 dal rilevatore ufficiale Mediapulse, sono risultati allineati alle aspettative: nessuna catastrofe, ma un calo fisiologico per un territorio dove il solo ascolto FM pesa appena per l’8%, mentre DAB+ e IP sono sostanzialmente equivalenti quanto a incidenza di fruizione: rispettivamente per il 42 ed il 41%.
L’impatto dello spegnimento dei trasmettitori FM
I dati Mediapulse (rilevati attraverso meter smart watch) indicano una riduzione dell’ascolto della SSR diversificata nei vari cantoni, più rilevante in quelli dove è presente un’offerta FM alternativa a quella pubblica (anche proveniente da emittenti straniere nella medesima lingua, in particolare tedesca ed italiana), ma, soprattutto, mostrano una diminuzione prevedibilmente limitata all’ascolto di breve durata, assimilabile a quello tipico degli spostamenti in auto.
Differenze dell’ascolto indoor ed outdoor
Importante, sul punto, annotare, che in Svizzera la maggior parte dell’audience radiofonica è stanziale, a differenza di altri paesi, come l’Italia, dove essa pesa solo per il 20-25%.
Fruizione eterogenea
Poiché in Svizzera, come quasi ovunque, i ricevitori FM nelle case sono pressoché stati sostituiti, per una quota quasi mai inferiore al 70%, da device digitali eterogenei (smartphone, pc, tablet, smart tv, smart speaker ed in misura minore ricevitori DAB+) è abbastanza comprensibile che l’effetto dello spegnimento dei trasmettitori analogici abbia avuto ripercussioni prevalentemente sull’ascolto in auto.
La diversificazione indotta dallo switch-off FM/DAB-IP
Il dato forse più interessante è che lo switch-off FM/DAB-IP ha prodotto una ridistribuzione dell’ascolto e non un allontanamento dalla radio: ad esempio, secondo Mediapulse, le emittenti SRG SSR di lingua tedesca hanno perso circa 370.000 ascoltatori, mentre quelle commerciali hanno guadagnato 260.000 unità e quelle dei paesi confinanti (Germania e Austria) circa 75.000.
-0,007% per la Radio
Consegue un gap irrilevante, pari al -0,007%. Si può concludere, quindi, che chi ascoltava la SSR solo in FM non ha smesso di sentire la radio in generale, ma ha semplicemente deviato la sintonizzazione su altre sorgenti analogiche.
Nicola Bomio (CH Media)
Nicola Bomio – responsabile dell’area radio di CH Media (il gruppo che possiede la più antica e grande stazione privata elvetica, Radio 24) e presidente dell’associazione delle emittenti radiofoniche indipendenti – raggiunto da Newslinet, ha commentato gli esiti dell’indagine Mediapulse.
Calo in linea…
“Il calo della SSR registrato è in linea con le aspettative. I giorni di misurazione disponibili sono ancora troppo pochi per valutare in modo affidabile se è in corso una ripresa, comunque molto difficile prevedere se avverrà e a quale ritmo”, ci ha spiegato Bomio.
… ma recupero difficile da prevedere
“Così come è difficile prevedere se il prezzo pagato dalla SSR darà ad essa un vantaggio competitivo quando anche le aziende private dovranno disattivare l’FM. Dipenderà in gran parte da come si evolverà il consumo di audio digitale nei prossimi anni”, ha concluso il manager di CH Media.
Il nodo dell’ascolto automobilistico
In effetti, il nocciolo della questione è proprio tecnologico e infrastrutturale: in Svizzera circa 2 milioni di veicoli su 7 immatricolati non sono ancora compatibili con il DAB+. E questo rappresenta il vero collo di bottiglia della transizione.
Strumenti d’intervento
Per affrontarlo, CH Media e altri broadcaster privati stanno avviando campagne informative e interventi mirati, puntando in particolare sulla promozione di adattatori DAB+ e sull’installazione aftermarket di autoradio digitali nei veicoli non ancora aggiornati.
Più difficle farsi che a dirsi
Un obiettivo in realtà molto difficile da conseguire, per la scarsa propensione dell’utente moderno ad intervenire su sistemi ormai pressoché integrati delle auto.
Più facile con lo streaming, che però è ancora complicato da usare
Se, da un punto di vista tecnologico appare molto più semplice creare soluzioni di mirrorlink dello smartphone (che tutti hanno) sul dashboard di auto che non hanno ancora integrato di serie il DAB+, dall’altro, la fruizione appare troppo macchinosa, in quanto presuppone che ogni utente abbia scaricato l’app dell’emittente o quantomeno un’applicazione aggregatrice di flussi streaming (es. TuneIn, MyTuner, FM-World, ecc.) e sappia usarla.
Funzionalità da esperti
Insomma, una funzionalità ancora adatta ad utenti esperti e che presuppone almeno tre click, quindi ben oltre l’ascolto immediato garantito dalla FM e, in parte, dal DAB+.
Le complicazioni sopravvenute per l’ascolto radiofonico
Quest’ultimo, infatti, ha una complicazione in più rispetto alla modulazione di frequenza analogica, che consente quantomeno nella scansione manuale di ascoltare direttamente le stazioni in fase di selezione, fermandosi su quella che il quel momento trasmette un contenuto d’interesse (esempio un brano musicale o una notizia).
Due click, se va bene
Con le autoradio digitali, infatti, non basta scorrere l’offerta ordinata in forma alfanumerica, ma, per ascoltare una stazione, occorre selezionarne il nome (quindi due click).
Chi è premiato e chi no
Una condizione fattuale che premia, ovviamente, le stazioni maggiormente identificabili già dall‘ID (brand noto o nomen omen, cioè che richiama già dal marchio il contenuto: es. News Radio).
Lezione importante. Per tutti
Una lezione importante non solo per i competitor svizzeri della SSR, ma anche per gli editori italiani. Perché, a prescindere dal fatto che da noi lo spegnimento dei trasmettitori FM sarà, con buona probabilità, volontario, l’affermazione dell’ascolto audio digitale è una condizione naturale che presuppone un’opportunità di conoscenza delle dinamiche lo governano. (M.L. per NL)