Spesso radiovisione e visual radio sono usati come sinonimi. Ma, in realtà, sono due diverse modalità di sfruttamento del supporto visivo da parte della Radio.
Ne è convinto Lorenzo Suraci, presidente di RTL 102,5. E, soprattutto, primo grande sostenitore ed utilizzatore su scala nazionale dell’integrazione della radio nella televisione. Sin dalla seconda metà degli anni ’90.
Per fare Radiovisione non basta aggiungere video alla voce
“Non si tratta dell’avere aggiunto il video alla tradizionale voce. Non è l’abbellimento del vecchio mezzo, ma la nascita di un prodotto completamente nuovo. Uno strumento capace di portare i contenuti, contemporaneamente, su tutte le piattaforme di trasmissione.
Liberazione dalla dipendenza dello strumento d’ascolto
Liberando l’ascoltatore dalla dipendenza di questo o quel mezzo e mettendolo in grado di seguire in ogni condizione e luogo”, spiega Suraci in una nota dopo la presentazione dello studio del Censis sul fenomeno della radio in televisione.
Il terzo genere
Tradotto: se la visual radio è l’utilizzo della televisione come device radiofonico nell’ambito della cd multipiattaforma (conseguenza della scomparsa nell’indoor del ricevitore FM), la radiovisione è un tertium genus. Un modo di far radio che non è più la Radio sonora ma non è nemmeno la Visual Radio che sfrutta la tv come vettore. E’ un’evoluzione della specie. Un concetto che, forse, è sfuggito allo stesso Censis nella sua rilevazione, che pur ha tracciato con efficacia la portata del fenomeno.
Adattamento biologico all’ambiente socio-tecnologico
Come in natura le specie che non sanno adattarsi all’ambiente in trasformazione, trovando ogni volta le soluzioni giuste per sopravvivere in contesti diversi, si estinguono, con la Radiovisione la Radio non subisce, ma, anzi, sfrutta quelli che si pensava fossero i suoi limiti.
Suraci: noi precursori del mercato
“Lo studio del Censis dimostra quanto e come il lavoro di Rtl 102.5 abbia anticipato i tempi e le forme prese poi dal mercato. Ponendosi all’avanguardia nell’efficacia della trasmissione e nella valorizzazione degli inserzionisti pubblicitari”, spiega l’editore della prima radio italiana per ascolti.
La visual radio è forma. La nostra Radiovisione è sostanza
“La ricerca del Censis ha confermato non solo l’altissimo gradimento, ma il concentrarsi dell’attenzione degli ascoltatori sugli specifici contenuti trasmessi, sulla sostanza e non sulla forma.
… anche commerciale
Il che non solo premia il nostro continuo impegno e investimento nella qualità e serietà dei contenuti, con opinioni ed eventi originali, ma premia le campagne pubblicitarie che noi aiutiamo i clienti a strutturare in modo specifico per questo nostro mezzo, anche grazie alla nostra concessionaria, Open Space, che, al contrario di altre, non ha interessi fuori dal nostro mondo”. (E.G. per NL)