Radio. Studio sulla distribuzione percentuale dei formati radiofonici in Europa. Quali sono i modelli di palinsesto più diffusi e dove?

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Quali sono i formati radiofonici più diffusi in Europa? Quali sono le tendenze dei modelli contenutistici radiofonici al cospetto della concorrenza delle piattaforme di streaming on demand e dell’innegabile progressivo invecchiamento del pubblico radiofonico, certificato anche dai recentissimi dati del 1° semestre 2024 dell’ultima indagine d’ascolto dell’uscente Tavolo Editori Radio? E quali sono i modelli radiofonici più appetibili per i marketer?

Lo studio

Uno studio della società di ricerche di mercato e di analisi strategiche in ambito radiotelevisivo Media Progress (gruppo Consultmedia) – condotto sulle stazioni pubbliche e private iscritte ad indagini di ascolto dei singoli territori europei (il rapporto non tiene quindi conto delle emittenti non rilevate da organi ufficiali con dati resi pubblicamente e dei cd. brand bouquet) – ha approfondito, insieme alla consulente musicale Patrizia Cavallin, esperta station manager e redattrice musicale della Radio Svizzera Italiana (RSI) ed all’economista Giovanni Madaro (ceo di Media Progress), la distribuzione europea di formati radiofonici codificati (cioè generalmente definiti per comporre e configurare un palinsesto H24).

Tratti salienti

Newslinet ne pubblica i tratti salienti in un riassunto semplificato, coi limiti di esposizione che ovviamente ciò comporta e di cui i lettori dovranno tener conto.

Premessa

Una premessa essenziale: poiché la quasi totalità dei formati esaminati è di tipologia commerciale, essi vanno interpretati soprattutto in funzione dell’appetibilità per i marketer. Conseguentemente, la lettura che proponiamo terrà in considerazione anche tale aspetto, con annotazioni tecniche specifiche per comprendere la probabile ragione della scelta editoriale degli editori.

Il formato Contemporary Hit Radio (CHR) al 21%

Noto anche come CHR (e spesso assimilato al format TOP 40, che ne è la variante più radicale) è un formato radiofonico comune in molti paesi, che si concentra sulla riproduzione di musica pop attuale determinata dalle classifiche musicali di vendita tendenzialmente con limitati interventi parlati.

Sottoinsiemi

“E’ uno dei formati più diffusi in tutta Europa, particolarmente tra le stazioni destinate a un pubblico giovane o giovane adulto e da cui si declinano alcuni sottoinsiemi più specialistici, come quelli orientati alla Generazione Y (i Millennial, cioè i  giovani adulti tra 26 e 40 anni, ndr) o, seppur molto più raramente, alla Generazione Zeta (nati tra i medio-tardi anni 90, ndr)”,  interviene Giovanni Madaro.

Il profilo dell’ascoltatore CHR

Gli ascoltatori sono spesso impegnati nella carriera o appena stabiliti in termini di vita familiare, soggetti digitalmente connessi che apprezzano la qualità e l’esperienza nei prodotti e servizi, con settori di interesse come viaggi, tecnologia, servizi finanziari, salute e benessere, arredo casa, intrattenimento”.

Tendenza alla diminuzione, anche se leggera

L’incidenza della distribuzione generale del CHR calcolata è nell’ordine del 21% sul complesso dei formati radiofonici europei, ma con una tendenza alla diminuzione (determinata dal citato costante invecchiamento dell’utenza),ma anche della propensione di questo target a sfruttare come canali preferiti Instagram, Facebook, LinkedIn i podcast e i canali on demand di approfondimento (come le docuseries tv di cui parleremo innanzi, ndr), che quindi si pongono in competizione pubblicitaria diretta con la Radio”, puntualizza Madaro. Il formato CHR (i cui maggiori esponenti europei per ascolto sono BBC Radio 1, NRJ, Kiss FM, Energy, Fun Radio) trova attualmente una collocazione soprattutto nelle regioni dell’Europa del Nord e dell’Est (caratterizzata da una maggiore densità di giovani).

Adult Contemporary (AC): 21%

“Tuttavia, sebbene attualmente allo stesso livello di penetrazione del CHR, il formato su cui gli editori scommettono di più oggi è certamente l’Adult Contemporary (AC) europeo, che spazia tendenzialmente dalla musica di ogni decade dagli anni ’70 (con qualche rara retro escursione nei ’60) fino ai giorni nostri, con vari gradi di influenza easy listening, pop, soul, R&B e rock”, sottolinea Patrizia Cavallin.

Format in avanzamento

La penetrazione sul complesso dei formati europei è misurata nel 21%, con un evidente trend alla progressione, soprattutto nelle nazioni dell’Europa centrale (nel dettaglio: Austria, Germania, Polonia, Svizzera, Ungheria, Francia, Italia). “Si tratta probabilmente del target più appetibile per la pubblicità, considerata la tendenziale stabilità economica, l’inclinazione alla fedeltà al brand, ma anche la propensione naturale alla ricerca di prodotti e servizi che semplifichino la vita“, circoscrive Madaro.

Target spartito

Tra gli ambiti merceologici di interesse di questo target si annoverano i servizi finanziari, l’automotive, la salute, l’educazione, i beni di consumo durevoli. E’ un target che la Radio spartisce fortemente con Facebook, Google e la Tv lineare e on demand”, dettaglia l’economista.

Personality derivate

Dalla macrocategoria AC ( i cui maggiori esponenti per ascolto in Europa sono Heart Radio, BBC Radio 2, RFM, Sky Radio) derivano alcuni segmenti più definiti, come l’Hot Adult Contemporary, il Lite Adult Contemporary, il Modern Adult Contemporary, il Soft Adult Contemporary e, più recentemente, quello delle Personality Radio, dove un tappeto musicale piuttosto variegato (con forte connotazione dagli anni ’80 in poi) trova applicazione, anche se tale modello si sta mostrando sempre più trasversale sui vari format, costituendone elemento differenziante tra emittenti”, ribadisce Patrizia Cavallin.

Rock: 14%

In questo caso si tratta, all’evidenza, di un formato tendenzialmente vasto, con dominio del rock classico (Mainstream rock, Soft/Lite Rock, raggruppati nel Classic Rock, che però, come vedremo, costituisce un format separato), integrato da esplorazioni nell’Alternative rock, nell’Active rock, nel Classic Alternative, nel Progressive, nello Psychedelic Rock e, ovviamente, nel Country.

Trend generale

Il formato Rock vede una diffusione piuttosto significativa in paesi come Regno Unito, Germania, Norvegia, nei paesi dell’Est ed in Italia (esponenti europei di spicco sono: Absolute Radio, Radio X, Rock FM, RTL2, Virgin Radio, Radio Rock), con un impatto generalizzato nella misura del 14%, pur in diminuzione a favore di una sottocategoria che ha conseguito l’indipendenza.

Classic Rock (Yacht Rock): 13%

Parliamo, naturalmente, del Classic Rock, che in Europa trova espressione oggi soprattutto con il cd. Yacht Rock, originariamente noto negli USA come West Coast sound o adult-oriented rock. Si tratta di un layout che potrebbe essere riassunto nella categoria Easy Rock, che contempla grandi classici della musica rock degli anni ’60, ’70 e ’80.

Layout con diffusione in crescita

Un formato particolarmente popolare nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Germania, con una progressiva emersione tendenziale in Italia. In generale, la penetrazione del Classic Rock sui formati europei è del 13%, in aumento. “In questo caso il pubblico di riferimento è trasversale, anche se la presenza della Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980, ndr) e dei Baby Boomers (1946-1964, ndr) è più alta”, annota Madaro.

Contingenza socio-economica

“Si tratta di target appetibili in un’era di incertezza economica come quella attuale, posto che le caratteristiche principali di queste fasce sono persone con tempo libero e disponibilità economica, attenti alla salute e al benessere, ma anche alla sicurezza finanziaria”.

Serbatoio rock allargato

“Va comunque rilevata una certa tendenza ad ampliare il serbatoio del genere musicale rock, complice anche una codifica allargata della categoria da parte delle piattaforme di streaming on demand, Spotify in testa, che, per esempio, include in questo contesto il brano, storicamente considerato rhythm and blues, Lovely day di Bill Withers”, enfatizza per contro la consulente musicale Cavallin.

News, Talk, Sport: 12%

Un altro formato di rilevante diffusione è quello definito All-News: un layout radicale destinato a notizie/informazione, aggiornamenti e talk show su attualità, diffuso soprattutto in grandi città e nazioni con una forte tradizione di giornalismo, come Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania, Spagna ed Italia. “I target commerciali primari di questi formati sono la Generazione X (41-56 anni) ed i Baby Boomers (57-75 anni), fasce d’età molto più interessate di altre a restare informate attraverso la radio su notizie nazionali e internazionali, con un forte interesse per l’attualità, la politica, l’economia e le questioni sociali”, specifica Madaro.

Abitudini specifiche

Non irrilevante il fatto che la Generazione X segue le notizie anche per motivi professionali bilanciando le informazioni lineari con quelle on demand sul web (quotidiani online, ndr), mentre i Baby Boomers spesso hanno un’abitudine consolidata nel seguire notiziari tradizionali (radio e tv), trattandosi di ascoltatori fedeli ai programmi regolari di notizie, che apprezzano l’approfondimento”.

Music & News

Negli anni, anche in conseguenza della competizione della televisione verticale e soprattutto della diffusione della connettività in mobilità che ha favorito i portali di news online, il modello ha trovato una mediazione nei format Music & News e Talk Radio. Nel primo caso troviamo un mix tra musica e notizie, spesso con aggiornamenti su traffico, meteo e short GR (di sovente erroneamente qualificati come breaking news) tra i brani musicali.

Più giovani di chi ascolta il formato di derivazione principale

In questo caso i bersagli commerciali sono i Millennial e la Generazione X, rispettivamente con una predilezione (Millennial) per un mix di intrattenimento e informazione con un equilibrio tra musica di tendenza e aggiornamenti su notizie rilevanti, soprattutto riguardanti tecnologia, lifestyle, e cultura pop, e (Generazione X) per una selezione musicale che includa anche brani degli anni ’80 e ’90, combinata con notizie concise“, specifica l’economista di Media Progress.

Talk Radio

“Il secondo derivato dal formato primario è la cd. Talk Radio, un contesto lineare di approfondimento focalizzato su dibattiti, interviste e discussioni tematiche e – nelle emittenti dedicate interamente a eventi sportivi – commenti ed analisi”, specifica Patrizia Cavallin.

Humus

Le Talk Radio risultano avere un seguito interessante nel Regno Unito (BBC Radio 4 e 5, LBC, Times Radio), in Italia (Radio 24, Giornale Radio e Radio Radio) ed in Spagna (SER, COPE, RNE Radio 5, Onda Cero). In generale, la penetrazione di questa area (dove vengono normalmente fatte rientrare anche le emittenti espressioni di partiti politici) è del 12%, in una condizione di sostanziale stabilità, quanto a propensione. “La Talk Radio attira principalmente Baby Boomers e Generazione X, che cercano contenuti stimolanti e analisi su temi complessi come politica, economia, cultura, e tematiche sociali. Anche una parte della Generazione Z interessata a temi sociali e politici può essere attratta da questo formato, ma in misura minore”, espone analiticamente Madaro.

Saturazione a causa dei podcast...

“Anche se in qualche nazione il modello di approfondimento giornalistico manda segnali di saturazione, probabilmente a causa dell’ingerenza del podcasting e della tv lineare verticale (TG H24).

… ma anche delle docuseries

Ma anche – e secondo me soprattutto – dell’aumento dell’offerta di docuseries delle piattaforme di streaming on demand come Netflix e Prime Video che stanno riempiendo il catalogo con contenuti tipici dei talk show radiofonici“, precisa invece Patrizia Cavallin.

Oldies: 10%

L’Oldies è un formato particolarmente in voga in conseguenza dell’invecchiamento del pubblico radiofonico, mediamente collocato in Europa oltre i 50 anni.

I modelli verticali

Si divide in vari modelli verticali: singole decadi o più decenni (normalmente due o tre, fino agli anni ’90, anche se le playlist più diffuse sono quelle degli anni ’70 e ’80) oppure con visione dal presente al passato o esclusivamente nel passato (cd. formato immersivo). “Normalmente la nostalgia si aggancia alla fase dei 12-24 anni (così che un 60enne di oggi rimarrà ancorato al periodo musicale 1976-1988), quindi al massimo una stazione radio dovrebbe raggruppare due decadi”, ricorda Patrizia Cavallin.

Tendenza in crescita

E’ comprensibilmente più presente in paesi caratterizzati da una popolazione più anziana, come Italia, Spagna e Germania, con una incidenza europea del 10% (in crescita). “Quasi scontato che i target di riferimento per questi layout siano la Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980) ed i Baby Boomers (1946-1964)”,sottolinea invece il ceo di Media Progress.

Formati indipendenti

Esistono poi formati residui , in realtà spesso sottoinsiemi di quelli citati ma che hanno progressivamente maturato una indipendenza.

Jazz (4%) ed Urban (2%)

Tra questi si annoverano il Jazz (4%), particolarmente popolare in Francia, Svizzera, Paesi Bassi e Norvegia e l’Urban (2%), una macroarea che contempla rap, hip hop, soul, contemporary R&B.

Spiritual (2%)

Ma anche lo Spiritual-religioso (2%), diffuso in Irlanda, Spagna, Italia e nei paesi del Nord Europa ed il Latin (1%).

Peso specifico

Complessivamente questi formati pesano per il 9% in condizione di stabilità. (E.G. per NL)

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