Chi pensa che con l’IP vedremo uno stravolgimento degli equilibri radiofonici probabilmente sbaglia. Continuerà a dominare chi ha maggiori risorse economiche per emergere nell’infinita offerta dei flussi streaming. E’ vero: la logica dell’apprezzamento di contenuti via etere non è la stessa del web. Nel primo caso la qualità della distribuzione del contenuto premia spesso più del contenuto stesso. Nel secondo ad essere vincente è la rintracciabilità del prodotto. Anche in questo caso più frequentemente di quest’ultimo.
Il risultato, quindi, è sostanzialmente lo stesso: ascoltiamo soprattutto quello che ci viene reso disponibile in forma più immediata. In altri termini, la ricerca sarà sempre più un affanno ed un deterrente.
Streaming di peso
Lo streaming audio sta pesando sempre più nell’economia degli ascolti radiofonici. Dopo anni in cui gli editori radiofonici lo avevano sottovalutato o addirittura boicottato (col fine di preservare il valore degli asset via etere), nelle dichiarazioni dei principali player radio italiani si assiste ad un’inversione di tendenza. Viva lo streaming. L’IP è il futuro. Pensiamo allo switch-off della FM. Da un opposto all’altro, verrebbe da dire.
La logica del web
E’ vero: la logica dell’apprezzamento di contenuti via etere non è la stessa del web. Nel primo caso, la qualità della distribuzione del contenuto premia spesso più del contenuto stesso. Nel secondo, ad essere vincente è la rintracciabilità del prodotto. Anche in questo caso più frequentemente di quest’ultimo.
Il risultato, quindi, è sostanzialmente lo stesso: ascoltiamo soprattutto quello che ci viene reso disponibile in forma più immediata. In altri termini, la ricerca è un affanno. Un deterrente.
Emergenza ed emersione
“Chi pensa che con l’IP vedremo uno stravolgimento degli equilibri probabilmente sbaglia. Continuerà a vincere chi ha maggiori risorse economiche per emergere nell’infinita offerta dei flussi streaming”, commenta Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia, applicato all’Area Radio Tv 4.0.
La ricetta: brand, qualità del contenuto, visibilità e suggerimenti
“Certamente brand e qualità del contenuto assumeranno un’importanza maggiore di quanto abbiano avuto nell’era del broadcasting. Tuttavia la visibilità ed i suggerimenti saranno elementi dirimenti”.
Significa che occorrerà investire sempre di più in promozione web?
“Certamente. Ma non solo, la promozione è importante; ma l’interazione con gli utenti e tra le piattaforme lo è altrettanto. Nella filosofia SEO le inserzioni a pagamento non sono sufficienti. Facebook e i social in generale, così come Google, non possono essere solo al servizio della commercializzazione della vendita pubblicitaria degli OTT.
Catalizzatori
Per essere credibili e funzionali alla loro mission, gli OTT devono essere prima di tutto oggettivi e premiali. E quindi devono favorire soprattutto quanto è gradito e richiesto dai loro utenti; non solo quello che è pagato. Accade così che, per potenziare l’ascolto in streaming, oltre al contenuto ed alle inserzioni su social e motori di ricerca è indispensabile avere altri tipi di contenuti testuali e video di pregio (cioè validi ed originali) che fungano da catalizzatori.
Interconnessione funzionale
Non si può più operare a compartimenti stagni. Ogni contenuto è interconnesso ad un altro. Così come ogni piattaforma è collegata ad una diversa”, osserva Rinaldi.
Sovrapposizione delle piattaforme
Inoltre non è detto che il fruitore tipico del web, il navigatore medio, sia completamente sovrapposto all’ascoltatore modello della radio via etere.
La base: il profilo del navigator medio
Dai dati sul profilo demografico degli utenti online di Audiweb (mese aprile 2021) emerge che hanno navigato almeno una volta nel giorno medio di aprile il 64% degli uomini (18,6 milioni) e il 61% delle donne (18,7 milioni) e, più in dettaglio, l’84,4% dei 18-24enni, l’82,7% dei 25-34enni, l’87,7% dei 35-44enni, l’85,5% dei 45-54enni, l’81,5% dei 55-64enni e il 39,4% degli over 64enni.
Il 77,2% della popolazione maggiorenne che ha navigato da Mobile (Smartphone e/o Tablet) nel giorno medio ad aprile – circa 33,7 milioni di persona tra i 18 e i 74 anni – ha trascorso online 2 ore e 12 minuti per persona.
Donne più fedeli
Si conferma un maggior tempo dedicato alla navigazione quotidiana da parte delle donne – online in media per 2 ore e 30 minuti – e, nel dettaglio delle fasce d’età, da parte dei 18-24enni – online per 3 ore e 11 minuti – e dei 25-34enni – online per 2 ore e 52 minuti.
Nord-Ovest terra del web
Per quanto riguarda la provenienza geografica degli utenti che hanno navigato almeno una volta nel giorno medio, troviamo online il 66,3% della popolazione del Nord Ovest (10,6 milioni), il 61,9% della popolazione del Nord Est (7,1 milioni), il 63,5% dell’area Centro (7,5 milioni) e il 59,2% dell’area Sud e Isole (12 milioni).
La strategia
“Anche sulla base di questi elementi va tarata la strategia per il potenziamento dell’ascolto in streaming“, conclude l’ing. Rinaldi. (E.G. per NL)