Oltre 160 stazioni radiofoniche ricevibili in una città di quasi 1,4 mln di abitanti.
E’ questo il quadro dell’attuale offerta via etere milanese (ma vale anche a Roma e, a regime, il fenomeno interesserà tutte le grandi città) che questo periodico aveva anticipato già nell’estate 2023.
Senza considerare la proposta IP, che aggiunge almeno tre zeri a quella via etere dell’autoradio, si tratta di una polverizzazione senza precedenti dell’offerta radiofonica italiana.
Come devono reagire gli editori per sopravvivere alla inevitabile frammentazione?
Attraverso un vantaggio esperienziale.
Sintesi
Quella dell’offerta radiofonica milanese e romana è una rappresentazione senza precedenti, legata ad una situazione peraltro non stabilizzata, perché relativa ad una fase transitoria (che si fonda su autorizzazioni sperimentali rilasciate ai consorzi locali).
CU in diminuzione con qualità in aumento
Ed al netto dell’evoluzione tecnologica, che naturalmente ottimizzerà progressivamente la qualità di trasmissione anche con un numero più basso di CU, fino a rendere i 36 uno standard efficiente per il DAB.
Catalogo ampio
Quindi è lecito attendersi, a regime, un quadro complessivo normalmente assestato intorno ai 180-200 canali via etere, cui lo sviluppo dei sistemi Android Auto ed Apple CarPlay (oltre ad ulteriori soluzioni ibride, come DTSAutoStage) integrerà un numero indefinibile di competitor.
L’evoluzione tecno-culturale
Inevitabile che i modelli radiofonici, al cospetto di un perimetro di contenuti di questa portata debbano cambiare. Ma come?
L’utente abbandonato nella ricerca
Cominciamo col dire che, se nel mondo IP l’utente è aiutato nella scelta da suggerimenti, associazioni, elenchi precostituiti, sull’autoradio, al momento, non è previsto alcun supporto nella ricerca.
Scrolling
L’ascoltatore, quindi, altra opzione non ha che scorrere l’elenco delle stazioni fino a trovare quel che cerca.
Genere, questo sconosciuto
La ricerca per genere è, infatti, perlopiù sconosciuta e comunque piuttosto complessa sulla maggioranza dei modelli di car entertainment (parlare infatti di modello di autoradio non ha più senso, essendo tutte preinstallate sulle automobili e quindi di difficile identificazione).
Il marchio aiuta…
Anche il richiamo del marchio radiofonico blasonato non sempre soccorre, se questo si trova in fondo all’elenco regolato attraverso l’ordine alfabetico.
… ma l’aggiornamento destabilizza l’utente
160 stazioni da scorrere sono tante, con un elenco, peraltro, che muta continuamente se l’auto è in movimento e col sistema che procede ad un aggiornamento perenne delle stazioni ricevibili in un dato momento.
Preferenze
Può quindi soccorrere solo la memorizzazione tra i preferiti, che però, anche in questo caso, dovrebbe presupporre l’esame completo della disponibilità dei contenuti fornita dal dispositivo da parte dell’ascoltatore (ipotesi che sappiamo tutti essere remota).
L’artifizio
Così, all’italiana, molte stazioni hanno adottato l’impiego dei caratteri speciali, generando coacervi di asterischi, cancelletti, apostrofi, ecc. Un artifizio che non durerà a lungo: già si pensa ad un intervento regolamentare che ne vieterà l’impiego (se il carattere speciale non è esso stesso parte del marchio autorizzato).
Comportamento eterogeneo
Senza considerare che non tutte le autoradio si comportano allo stesso modo: alcuni sistemi, per esempio, non privilegiano affatto nomi preceduti da caratteri speciali, ma li pongono alla fine dell’elenco.
Dare i numeri
Va meglio coi numeri che precedono le lettere dell’alfabeto, cosicché, ad esempio, l’identificativo 108 si pone certamente tra i primi, al contrario di Radio 108.
Nomen omen
C’è poi il problema della denominazione: fuori dai nomi noti, quante sono le stazioni che possono confidare nell’attrattività del proprio brand e, soprattutto, della consapevolezza da parte del pubblico dei contenuti che esse offrono?
Raccolta indifferenziata
L’utente, in altri termini, quante volte può desumere dal nome della stazione il contenuto? Fuori da sigle evocative come Radio Sportiva, Giornale Radio, Radio News, Radio Classica, Disco Radio, ecc., quante emittenti finiscono nella raccolta indifferenziata dell’annoiato scansionatore?
Frammentazione
Si tratta, all’evidenza, di una frammentazione dell’offerta disorientante.
E’ il digitale, bellezza. E tu non puoi farci niente!
Un fenomeno già ampiamente noto, oltre ai content provider del web, anche agli operatori televisivi che, con la moltiplicazione dell’offerta digitale, hanno dovuto cambiare approccio strategico, a partire dalle denominazioni.
… e SVOD
E ancora peggio è per il mondo dello streaming video on demand, dove la presenza di migliaia di titoli su piattaforme diversificate ha suggerito a Google l’idea di un motore di ricerca di contenuti cross-platform, come si può verificare su qualsiasi smart tv Android.
Evoluzione naturale del mercato
Un’evoluzione del mercato naturale di cui occorre solo prendere atto, adottando le necessarie misure di sopravvivenza.
Il finale del film
Tuttavia, almeno questa volta, godiamo di un vantaggio: abbiamo già visto il film.
E sappiamo come andrebbe a finire.
Il copione
Vediamo quindi se è possibile variare il finale nel copione.
RF power
Per farlo, partiamo dalla consapevolezza che il livellamento della distribuzione dei contenuti tipico delle piattaforme digitali (DAB , DTT, Sat e IP) comporta lo spostamento della competizione dalla potenza del segnale (tipica, almeno in Italia, dell’era analogica) a quella del contenuto.
Normalizzazione
Infatti, in una situazione ideale (come con lo streaming, con un mux DAB e DTT o con un bouquet satellitare), tutti i prodotti sono ricevibili allo stesso modo e, pertanto, la differenza la fanno brand, contenuto e confezionamento dello stesso.
La filiera
Consegue, da ciò, la necessità di affinare al massimo ogni elemento della filiera contenutistica, dotando il personale di strumenti di ultima generazione per la gestione e l’ottimizzazione della programmazione.
Gestione ed ottimizzazione della programmazione
Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che vogliamo focalizzare in questa occasione l’attenzione (nei prossimi giorni ci occuperemo degli altri aspetti qualificanti).
Soluzioni innovative e dimensionabili
MusicMaster è considerato dagli operatori di tutto il mondo come una soluzione completa (e per certi versi unica) per la programmazione musicale di stazioni radio-tv (a prescindere dalle dimensioni imprenditoriali, considerato che è adattabile ad ogni stazione, dal grande network alla piccola webradio).
Cloud based e gestione remota
Disponibile anche con soluzione cloud based o in gestione remota, MusicMaster ha tra i suoi punti di forza la semplicità di interazione con i software di programmazione pubblicitaria, di ricerca o sistemi di automazione, con i quali comunica direttamente scambiando informazioni senza soluzione di continuità e in real-time.
Il plus-valore dell’integrazione
“L’adattabilità di MusicMaster a sistemi esistenti è sicuramente un plus-valore particolarmente gradito all’utenza, che non deve stravolgere le proprie architetture di messa in onda”, ci spiega Roberto Bellotti, di BVMedia, distributore esclusivo in Italia del famoso software.
User friendly
“Un’altra feature particolarmente gradita è la semplicità di impiego, attraverso una rappresentazione grafica estremamente intuitiva“, continua Bellotti.
Il test con Nemedia
“All’apertura del programma si ha la possibilità immediata di visualizzare e gestire il database attraverso le categorizzazione dei file (canzoni, jingle, promo, ecc.).
Divisione dei contenuti
Ciò consente la divisione dei contenuti musicali e non musicali, così da poter avere un diverso utilizzo delle regole”, interviene Patrizia Cavallin, station manager radiofonica che per Consultmedia (partner di BVMedia) segue processi di integrazione di MusicMaster con playout eterogenei, come Morpheus di Nemedia.
Comunicazione semplice ed efficace
“La comunicazione tra i due sistemi è relativamente semplice, anche se si tratta pur sempre di far dialogare sistemi con architetture diverse e quindi qualsiasi integrazione comporta criticità più o meno rilevanti. Ma il risultato è, letteralmente, sorprendente.
Tutto su una pagina
In una sola schermata, si ha la possibilità di controllare, ascoltare ed inserire dati funzionali per la gestione del palinsesto, utilizzando, a seconda della necessità, regole differenti nei diversi clock orari di riferimento”, continua Patrizia Cavallin.
Flessibile
“La flessibilità nella gestione del palinsesto giornaliero ne consente la riprogrammazione giorno per giorno.
Ri-scheduling day by day
Ma c’è anche la possibilità di ri-schedulare una singola categoria (esempio: si può pensare di generare i palinsesti di tutta la settimana e aggiornare la categoria “new hit” in prossimità del radio date).
Alternative di programmazione
Altra feature apprezzata è l’opportunità di visualizzare, come alternative di schedulazione, brani e jingle incolonnati in ordine da quelli più “rispettosi” delle regole a quelli che potenzialmente le violano; inoltre la possibilità di associare al brano delle keywords, come autore e titolo, permette anche ai programmi “contenitore” di seguire le regole di separazione musicale”, continua Patrizia Cavallin.
Scheduling completo
La sezione di scheduling, oltre ad essere funzionale, è anche personalizzabile per layout: è infatti possibile visualizzare tutti i dati presenti nella libreria sulla pagina di schedulazione, ma anche di visualizzare per verificare o riconciliare dati anagrafici o tecnici, a seconda dell’utilizzatore.
Visivamente evidente
Ad esempio, l’impostazione di una regola sul mood dei brani permette, istantaneamente, di verificare eventuali anomalie nella rotazione, poiché visivamente evidenti.
Turnover Analysis
Di pregio ci è apparsa anche la funzione turnover analysis, che consente di calcolare il tempo minimo necessario ad esaurire i brani di una determinata categoria in onda.
Parametri
E lo fa in base a tutti i parametri numerici e di limitazione dati dalle regole impostate e dall’affluenza delle categorie.
Intervalli
“Una volta selezionata una categoria da esaminare, il calcolatore presente in questa sezione permette di determinare l’intervallo di tempo minimo necessario ad effettuare il turnover di tutti i record presenti nella lista in base al numero di passaggi medi giornalieri dei brani di quella categoria”, evidenzia Patrizia Cavallin.
Controllo istantaneo
“Inoltre, la schermata principale mostra in tempo reale i passaggi per settimana, per ora e le varie possibilità di turnover per ogni categoria (corto, medio e lungo)”, è invece il parere di Alessandro Monfroglio, che ha partecipato al processo di integrazione.
Integrazione NeMedia – MusicMaster
“Nell’utilizzo combinato della suite NeMedia – MusicMaster e, in generale, con le integrazioni di sistemi ibridi, l’aspetto fondamentale è stabilire il database di riferimento (a nostro avviso è consigliato optare per il software di messa in onda)”, evidenzia Monfroglio.
Categorie native
“In questo modo è possibile apportare modifiche alle categorie “native” senza compromettere il funzionamento del playout”
Integrazione ed interazioni perfette
MusicMaster riesce perfettamente ad interagire con i sistemi di emissione, senza dover ricorrere ad interventi lunghi ed invasivi come la clonazione del database o lo sviluppo di patch che rischiano di compromettere la libreria madre”, conclude Monfroglio. (M.R. per NL)