Clubhouse: un nuovo pericoloso competitor per la radio e per i podcast o un provvidenziale alleato per l’interazione con pubblico?
In soli dodici mesi di esistenza la app Clubhouse ha già raggiunto la valutazione di quasi un miliardo di dollari e sta iniziando a spopolare anche in Italia.
Noi l’abbiamo testata e vi riportiamo una breve analisi, unitamente a qualche considerazione su cui in futuro potremo confrontarci con il parere dei lettori. Ovviamente in una room (stanza) Clubhouse.
Un po’ di storia
Clubhouse è stata lanciata nel marzo 2020 come un “luogo per condividere conversazioni con amici ed altre persone interessanti nel mondo”. La mente dietro Clubhouse è quella di Paul Davison, uno sviluppatore che aveva già creato Highlight. Cioè un’app per connettere persone che non si conoscono e sono in prossimità (ad esempio durante la visita ad un museo), successivamente ceduta a Pinterest.
1 miliardo di dollari
La valutazione di un miliardo di dollari è dovuta al secondo round di investimento da parte di Andreessen Horowitz di A16Z, venture capital firm lanciata da Marc Andreessen, creatore di NCSA Mosaic e successivamente Netscape. A16Z aveva effettuato un primo funding di $10M il 15 marzo 2020, mentre questo secondo round ha avuto luogo il 24 gennaio 2021. Non abbiamo trovato la percentuale di equity richiesta, ma i dati pubblici parlano di una pre-money valutation di $900M a fronte di $100M investiti. Quindi ipotizziamo circa il 10% delle (future) azioni.
2 mln di utenti a gennaio 2021
A gennaio 2021 l’applicazione contava circa 2 milioni di utenti, esclusivamente su piattaforma iOS (iPhone) e con accesso a invito.
RSVP: accesso solo con invito
Come detto, l’accesso è a invito.
Occorre dunque scaricare la app e attendere che qualche utente esistente ci nomini (ciascun utente ha a disposizione solo due inviti).
Solo invitati conosciuti (e di cui ci sia assume la responsabilità del comportamento)
La catena degli invitati è pubblica, pertanto se in una stanza entrasse un elemento disturbatore è possibile risalire a chi lo ha invitato, a chi a sua volta ha invitato l’invitante, ecc. Insomma, attenzione a chi si invita per evitare cattive figure…
Il meccanismo sembra funzionare
In un week-end di ascolti di stanze casuali abbiamo trovato solo conversazioni pacate ed interessanti (a volte perfino troppo accademiche). Ma, forse, questo è dovuto anche al fatto che i primi utenti rientrano in una categoria elitaria.
La Schermata home
Una volta registrati e passata una fase iniziale in cui vengono ricercati nell’agenda dei contatti personali eventuali amici già connessi, si passa alla schermata home dove sono elencati alcuni appuntamenti della giornata e le stanze attualmente attive:
Scelta una stanza, ad esempio “Rassegna Stampa – Fuori dalla bolla”, l’ascolto inizia immediatamente e si viene posizionati tra gli ascoltatori (cioè non sullo stage, che è l’elenco di persone che si presume interagiscano attivamente prendendo la parola).
Leave quietly
Si può scegliere di rimanere semplici ascoltatori; andarsene senza far rumore (leave quietly) o alzare la mano per chiedere la parola (andando sullo stage).
Qualità sonora e bassa latenza
La qualità del suono è buona e tarata per contenuti parlati (sono attivi i consueti algoritmi anti-rumore e di esaltazione della voce). Ottima la latenza (tempo che intercorre tra quando si parla e quando gli altri sentono), che risulta incredibilmente contenuta.
Le Stanze
Abbiamo detto che le conversazioni avvengono in stanze. Una stanza può avere un soggetto; ma in generale è definita da chi sta parlando. Le pagine di profilo sono generalmente molto scarne e in ogni caso free form. Non ci sono campi prestabiliti da riempire (quali religione, preferenze politiche, relazioni familiari, tipici di Facebook).
La profilazione c’è sempre
Diciamo generalmente, perché proprio il fatto che siano free form permette ad alcuni content creators di presentarsi in modo molto dettagliato, con la conseguenza che anche se all’apparenza non si sta riempiendo un database di profilazione, un qualunque algoritmo di scraping può ricreare facilmente tale database.
Qualche esempio di stanza
Un primo esempio interessante è la rassegna “fuori dalla bolla”. Il concetto di “rassegna stampa” del mattino organizzata per argomenti (e non per testata), inventata da Marco Taradash per Radio Radicale negli anni ‘80 e successivamente diventata appuntamento fisso anche di Radio3, ha visto ultimamente molti copycat sui canali social.
Modelli radiofonici
Ad esempio, per restare nell’ambito ex Radicale, abbiamo oggi La Verita’ Alle 7 di Capezzone (diretta Facebook e Twitter) e Rassegna Stampa di Giachetti (diretta Facebook). Ebbene, su Clubhouse abbiamo trovato almeno una rassegna che pensiamo possa darci un’idea su come si possa evolvere questo format:
Interazione con gli “ascoltatori”
Grazie a Clubhouse infatti il conduttore può dare la parola ad altri co-conduttori, specializzati nei vari settori verticali, rendendo potenzialmente la conduzione più interessante. Inoltre gli “ascoltatori” possono a loro volta intervenire, con domande o approfondimenti. Restando in campo italiano, abbiamo preso parte ad una room dove :alcuni conduttori radiofonici parlavano di se stessi.
Mentre non siamo riusciti ad ascoltare nulla dalla auto-dichiarata prima radio italiana in diretta su Clubhouse, in quanto probabilmente è live solo in determinati momenti della giornata. Questa radio conta ad oggi 64 followers:
In campo internazionale dobbiamo segnalare le frequenti room che vedono la partecipazione di Marc Andreessen in prima persona e le imperdibili dirette con Kim Dotcom, fondatore di Mega. Famoso per essere stato selezionato come capro espiatorio delle case discografiche in quanto reo di aver per primo ospitato sui suoi server musica “piratata”.
Clubhouse is revolutionary. How do we protect it?
Lunedì 8 febbraio abbiamo anche avuto modo di assistere ad un momento per così dire storico: nella stanza Clubhouse is revolutionary. How do we protect it? stava intervenendo un’attivista di Hong Kong (che aveva chiesto di non effettuare screenshot del suo profilo) proprio nel momento in cui il regime cinese bloccava la app in Mainland China (ovvero la Cina ad esclusione di Hong Kong e Macau) con conseguente costernazione da parte degli altri partecipanti.
Remunerazione per i creatori di contenuti
La strategia di monetizzazione di Clubhouse non è ancora chiara. Ma la società ha appena reso nota l’intenzione di creare un programma di remunerazione per i creatori di contenuti, articolata in due fasi: una fase iniziale detta Creator Grant Program, in cui verranno finanziati singoli creators il cui lavoro è ritenuto organico alla crescita della piattaforma. La seconda fase, aperta probabilmente a tutti, prevederà la possibilità per i gestori di stanze di attivare tradizionali forme di subscription o forme di tipping, probabilmente simili a quelle disponibili per esempio sulla piattaforma Patreon.
Considerazioni finali
Predire il futuro in campo internet è ovviamente un azzardo, ma possiamo fare qualche considerazione. Il livello delle stanze che abbiamo visitato è risultato sempre molto alto: argomenti interessanti, ottima conduzione e generale cortesia e eleganza nel linguaggio da parte di tutti. Questo probabilmente è anche dovuto alla natura elitaria di questa fase iniziale. Forse nelle stanze italiane (e francesi) si tende a parlarsi un po’ tanto addosso, ma questa è più un’abitudine latina che un problema della app, ed infatti non la abbiamo rilevata nelle room in inglese.
App aggregatrice
Ci sembra inoltre che l’impostazione della app favorirà l’aggregazione di ascoltatori attorno alle personalities e non ai brand (analogamente a quanto accade con i podcast).
Alternativa a talk radio verticali e a podcast
Da un primo ascolto ci pare che – se sopravviverà – difficilmente Clubhouse potrà risultare un’alternativa ad una radio musicale.
Ma senza dubbio potrebbe diventare un’alternativa alle radio talk verticali (pensiamo alle radio dedicate al calcio, ad esempio) e soprattutto ai podcast. Dopo aver partecipato a qualche stanza tematica la tecnologia dei podcast – sostanzialmente unidirezionale – appare infatti improvvisamente superata. (M.H.B. per NL)