Il settore radio broadcasting deve affrontare (ora) due sfide esistenziali: la crescita incontrollata del costo dell’energia e la perdita delle rendite di posizione che ne potrebbe conseguire ben prima del previsto. Da ciò il quadro consolidato dell’offerta radiofonica italiana potrebbe subire modificazioni rilevanti?
NL ha deciso di sentire alcuni degli operatori del settore (locali e nazionali) per comprendere come si stanno attrezzando per sopravvivere a questa difficile congiuntura e come ipotizzano il futuro del comparto.
Lo scenario internazionale
Mentre non si vedono segni di una possibile conclusione della guerra Russia-Ucraina, tutti gli indicatori economici globali puntano a un futuro molto preoccupante.
Modalità sopravvivenza
Perfino giganti cinesi quali Huawei sono entrati in modalità sopravvivenza, con il fondatore della società che ha esplicitamente richiesto ai suoi manager di focalizzarsi sulla generazione e salvaguardia del cash.
Sistema intereuropeo di bilanciamento delle reti elettriche
E lasciamo al lettore la lettura dell‘articolo del Washington Post del 26 agosto intitolato “Ascoltare i traders europei dell’energia fa molta, molta paura“, dove si ipotizza il collasso del sistema intereuropeo di bilanciamento delle reti elettriche.
Le sfide esistenziali per il broadcasting radiofonico
In questo contesto il settore broadcasting deve affrontare due sfide esistenziali: la crescita incontrollata del costo dell’energia e la perdita delle rendite di posizione che ne potrebbe conseguire ben prima del previsto. NL ha dunque deciso di sentire alcuni degli operatori del settore per comprendere come si stanno attrezzando per passare con meno danni possibile questa difficile congiuntura.
Dewattaggio FM
La questione del dewattaggio FM, da noi anticipata a settembre 2021 è stata illustrata in un articolo del 23 agosto 2022. Il punto di partenza è il prezzo d’acquisto del MWh : utilizzando il PUN, Prezzo Unico Nazionale neppure un grafico riesce a rendere completamente l’idea della progressione; ricorriamo pertanto a una tabellina:
Mese di Riferimento | PUN medio |
Dicembre 2020 | 54,04 €/MWh |
Dicembre 2021 | 281,24 €/MWh |
Agosto 2022 | 502,54 €/MWh |
Rule of Thumb
La diminuzione delle potenze è dunque inevitabile e in effetti una realtà già in atto da tempo. Ma viene oggi da chiedersi se l’entità di questo intervento risulti sufficiente: si è parlato di diminuzione di 6db e oltre e giova ricordare che già 6db equivale a emettere con una potenza ridotta a poco più di 1/4 ma risparmiando solo il 50% (infatti 10^(6/10) = 3,9, quasi 4).
L’appello di Eduardo Montefusco…
Questo uno dei motivi per cui a marzo 2022 l’editore di RDS, Eduardo Montefusco, aveva indirizzato tramite la nostra testata un messaggio chiaro all’esecutivo: “Siamo solidali a tutte le categorie energivore del Paese, ricordando al governo che la radio è parte della vita di oltre 34 milioni di persone. Per questo chiediamo un sostegno di credito d’imposta sul costo dell’energia incrementale.“.
… per ora non raccolto
Non siamo sicuri che l’ex presidente della BCE abbia recepito il messaggio, ma resteremo vigili su quanto deciderà di fare il prossimo governo.
La LCN del Digitale Terrestre
Ai tempi della TV analogica avevamo praticamente tutti sintonizzato i canali nell’ordine storico “logico”: Rai 1 sul bottone 1, Rai 2 sul 2, Canale 5 sul 5, eccetera. Come sappiamo, nel digitale la regolamentazione LCN ha ripreso questa numerazione che favorisce gli incumbent, almeno per le primissime posizioni.
Vantaggio competitivo
Nella radiofonia analogica esisteva (anzi: esiste) una sorta di priorità dovuta all’anzianità e alla robustezza del segnale. Chi ha quello migliore, più pulito, potente e affidabile gode certamente di un vantaggio competitivo, che spesso porta gli ascoltatori ad assegnare manualmente la stazione a una posizione di memoria bassa.
Lottizzazione
Un fenomeno tanto importante da indurre il partito dominante nel 1975 – anno della “lottizzazione” RAI (detta “ripartizione dei canali radiotelevisivi Rai su base elettorale“) – a scegliere per se la direzione di RAI 1 (TV) ma nel campo della radio optare per il secondo canale, Radio 2. Apparentemente illogico, ma ovvio se si andava a vedere la potenza di emissione rispettiva di Radio 1 e Radio 2 nella capitale.
Il grande reset
Ebbene, il “dewattaggio” rischia di ridurre immediatamente questo asset storico, ma la cosa è ancora più grave con l’avanzata del digitale: abbiamo detto che nel DAB l’utente si confronta con circa 150 stazioni, che vengono proposte in un ordine deciso dal singolo ricevitore. Nessuna LCN per la radio: tutti sono uguali, il grande network storico e la stazione che decide di chiamarsi (KC) test.
Le sfide esistenziali
Ecco dunque le sfide esistenziali degli anni a venire: nell’immediato, come gestire il proprio network attuale, riducendone i consumi senza perdita di posizione. In prospettiva, come mantenere rilevante un marchio che, in particolare in Italia con un’offerta di contenuti spesso indifferenziata e speaker dai grandi nomi ma non distinguibili, potrebbe anche rivelarsi meno importante di quanto crediamo.
Quali strategie?
Abbiamo pertanto deciso di fare un giro di tavolo con alcuni operatori del settore per capire quali saranno le proprie strategie. Le loro risposte saranno presto esposte nei prossimi articoli di questa serie. (M.H.B. per NL)