Roberto Sergio (RAI): “Differenza tra Radiovisione e Visual Radio? Questione terminologica che ha poca sostanza. La Visual Radio RAI è ad altissima efficienza che avrà molto seguito a medio-lungo termine. Oggi non è più il tempo in cui era necessario investire milioni di euro per essere solo sulla piattaforma televisiva. HBBTV è il futuro per la radio.
Su Radioplayer non c’è stata molta spinta comunicativa.
Iniziativa GEDI/Stellantis: non credo che avere sul display i loghi di 2 o 3 radio e tutto il resto in altre app sia utile ed ergonomico. Non si va nella direzione voluta dal pubblico”.
Questioni conceptuali
Dopo le parole di Lorenzo Suraci (presidente di RTL) a riguardo della differenza di concept tra Radiovisione e Visual Radio, interviene su NL un altro protagonista dell’evoluzione digitale radiofonica: Roberto Sergio (RAI), promotore, in particolare, del progetto Visual Radio 2 RAI.
La Radiovisione quale tertium genus
(Newslinet) – Suraci ha puntualizzato la differenza tra Visual Radio e Radiovisione. La prima è l’utilizzo di una piattaforma televisiva. La seconda è un tertium genus….
(Roberto Sergio) – Credo che sia una questione terminologica che ha poca sostanza. Concordo che la visual radio sia l’utilizzo della piattaforma visiva (ma non televisiva) per la radio.
Disputa poco interessante in partenza
Questo però va a creare per definizione un nuovo genere, pertanto mi sembra una disputa poco interessante in partenza. Mi soffermo piuttosto sull’aspetto social perché questo è il vero cuore, che continua a sfuggire a molti.
Sul web senza video si perde in partenza
Rai non ha acceso la visual radio per andare in tv, ma per essere fruita sulle piattaforme web e social, dove si perde in partenza senza video e dove c’è quel target più giovane che stavamo cercando.
Numeri straordinari sulle tv connesse
Poi, come effetto collaterale ben gradito, portato dalla convergenza digitale, siamo arrivati anche sulle tv connesse. Ed abbiamo riscontrato dei numeri straordinari.
Questa mi sembra quindi una differenza fra le due terminologie più attuale e aderente alla realtà: la visual radio è la radio in versione visiva creata per tutte le piattaforme digitali, soprattutto quelle social.
La Radiovisione invece punta tutto sulla piattaforma tv
La radiovisione punta invece tutto sulla piattaforma televisiva, come del resto fa immaginare il nome. Noi abbiamo scelto la prima.
Non andare sul DTT per RAI è stata una scelta
(NL) – Se la ricerca Censis è una bella soddisfazione per RTL lo è anche per RAI che sulla visual radio ha puntato molto. Tuttavia mentre RTL e gli altri player radio hanno colonizzato l’intera multipiattaforma visual (DTT, IP, sat), RAI radio non coltiva il DTT. Eppure avete i mux in casa…
(R.S.) – E’ una scelta di business. Andare in DTT costa molto economicamente e come risorse. La nostra scelta, lo ribadisco nasce per andare sulle piattaforme web e social. E a un costo irrisorio siamo anche sui televisori connessi.
Soluzione (RAI) ad altissima efficienza
Credo che sia una strategia ad altissima efficienza che avrà molto seguito a medio-lungo termine. Comunque qualunque scenario futuro sarà possibile.
HBBTV il futuro nei prossimi due anni
(NL) – Gli analisti ritengono che nei prossimi 2 anni assisteremo ad un progressivo passaggio delle visual radio dal DTT puro allo sfruttamento della HBBTV. In particolare per quanto riguarda i brand bouquet…
(R.S.) – Esatto, proprio a confermare la nostra scelta. Oggi non è più il tempo in cui era necessario investire milioni di euro per essere solo sulla piattaforma televisiva.
Vince chi è più snello e flessibile
Oggi si possono immaginare strategie più efficienti, che portano a simili risultati di visibilità e di posizionamento sfruttando piattaforme digitali che sempre più si ibridano e si ibrideranno come sta dimostrando l’Hbbtv. Vince chi è più snello e flessibile. E sarà sempre più così.
La squadra dei radiofonici
(NL) – Nonostante le dichiarazioni di comunione d’intenti la sensazione è che i radiofonici continuino a non fare squadra. Si parla poco di Radioplayer e ha lasciato perplessi l’annuncio di Gedi di presidiare in proprio la piattaforma automotive IP con Stellantis. Non sarebbe stato più opportuno inserirci direttamente Radioplayer?
Su Radioplayer non c’è stata molta spinta comunicativa
(R.S.) – Vero. Radioplayer è nato come piattaforma condivisa da tutti gli editori. Effettivamente non c’è stata molta spinta comunicativa, anche se l’inserimento, ad esempio, fra le app di Android car è un ottimo segnale.
Ma a breve forte campagna di comunicazione
In ogni caso partiremo presto con una forte campagna di comunicazione, sulle reti e sul digitale.
GEDI/Stellantis: ognuno decide come crede, ma il pubblico chiede altro
Ogni editore ha certamente il diritto di presidiare il mercato come può e vuole, ma, così, non si va nella direzione voluta dal pubblico, che, semplicemente, desidera avere un unico luogo dove trovare il suo intrattenimento audio. Non credo che avere sul display i loghi di 2 o 3 radio e tutto il resto in altre app sia utile ed ergonomico. (M.L. per NL)