E’ ora di aprire gli occhi ed uscire dal recinto FM: Indagine Censis certifica il passaggio della Radio dall’era del mezzo a quella del contenuto.
Roberto Sergio (Radio RAI): “Fra i dati presentati dalla Indagine Censis va annotata l’importante quota di ascoltatori che utilizzano dispositivi alternativi all’apparecchio tradizionale e all’autoradio. Parliamo di ben 27 milioni su 41 complessivi. Numeri che dimostrano come la radio sia riuscita a rigenerarsi nel tempo, ibridandosi con gli altri mezzi. Radio. Siamo passati dall’era del mezzo a quella del contenuto”.
La certificazione della indagine Censis
Il Censis certifica il boom della radiovisione. Rai Radio: la nostra, una scelta vincente
Roberto Sergio commenta i risultati presentati oggi nel webinar Censis “La transizione verso la radiovisione”.
Il commento RAI in attesa dell’intervista esclusiva e scottante con Sergio
RAI commenta gli esiti dell’indagine Censis “La transizione verso la radiovisione”, alla quale abbiamo dato ampio risalto. L’intervento anticipa un’intervista di NL a Roberto Sergio, che approfondirà alcuni temi scottanti riguardanti la radiofonia.
27 mln dei 41 utenti complessivi non utilizzano più il ricevitore FM
“Fra i dati presentati, l’importante quota di ascoltatori che utilizzano dispositivi alternativi all’apparecchio tradizionale e all’autoradio: 27 milioni su 41 complessivi. Numeri che dimostrano come la radio sia riuscita a rigenerarsi nel tempo, ibridandosi con gli altri mezzi.
Indagine Censis è consacrazione del boom visual radio
Poi, il boom della radio in modalità visiva: sono circa 19 milioni gli italiani che seguono programmi radio attraverso tv, smartphone o pc. Il 52% di questi dichiara che vorrebbe avere sempre di più la possibilità di fruire dei contenuti radiofonici su device diversi anche in formato video. E il 50% di chi segue la radiovisione la trova piacevole, il 27,5% coinvolgente, il 24% innovativa”, spiega RAI.
Conferma della validità della nostra strategia
“Siamo felici di conoscere questi risultati – commenta Roberto Sergio, direttore Rai Radio – che non fanno che confermare l’esattezza della nostra scelta di portare, ormai da diversi mesi, Radio 2 in versione visual. Ma soprattutto mi fa piacere vedere i giudizi qualitativi sul gradimento della visual radio, a conferma che abbiamo intercettato una tendenza importante, che va nella direzione di un rapporto caldo con il pubblico”.
Radio On Demand
Altro dato riportato dalla ricerca Censis è quello sull’aspetto social della radio. Il 63% di chi segue i programmi radiofonici attiva almeno una forma di interazione con essi. Ancora, Il 12% degli utenti condivide i contenuti radio sui social network personali e il 13% condivide i video dei programmi.
Podcast
Forte è la componente on demand, rappresentata da chi segue i programmi su YouTube (18%) e scarica i podcast (12%). “Tutti dati che trovano conferme negli andamenti che registriamo quotidianamente sulle nostre piattaforme. Basti pensare a Radio 2 che nel 2020 è stata la radio prima in classifica tra tutte le radio nazionali grazie ai suoi 6,56 milioni di interazioni Facebook e agli oltre 133 milioni di visualizzazioni video sulle piattaforme social.
Indagine Censis certifica passaggio dal mezzo ai contenuti
Il Censis certifica l’ormai avvenuto passaggio dal mezzo ai contenuti: sicuramente il riposizionamento di Rai Radio ha spinto in tal senso e ha contribuito a tale evoluzione epocale. Oggi la nostra offerta è totalmente guidata dai contenuti, come dimostrano del resto i canali specializzati, ciascuno identificato e costruito su specifiche aree di contenuto. Una scelta che andremo a riconfermare ulteriormente con la prossima Rai Play Sound, già annunciata, dove il contenuto sarà definitivamente re delle scelte, dal podcast alle radio in diretta e on demand”.
Trasformazione digital RAI Radio compiuta
“La trasformazione digital di Rai Radio è così ormai definitivamente compiuta e ha consentito di incrementare l’offerta, rinnovare l’immagine delle radio, ibridare le piattaforme distributive e portare i contenuti su target nativi digitali“, conclude RAI. (E.G. per NL)