Radio. Sergio Natucci (DAB Italia): su tavolo adriatico serve maggiore dignità italiana vs invasione campo estera. Decreto energia=Piano FM

Sergio Natucci fuggire alle trappole burocratiche

Sergio Natucci (DAB Italia): il settore radiofonico è di nuovo al centro di una forte turbolenza. E’ una fase molto delicata. Siamo al giro di boa: la svolta è davvero prossima (il 27 luglio) e credo che nessuno possa immaginare di fermarla o ritardarla.
E’ importante ripeterlo: il Piano DAB è prioritario rispetto a qualsiasi altro intervento e nulla ha a che vedere con la crisi energetica; ancor meno con l’universo FM.
Il Piano FM è sempre stato inattuabile: fu immediatamente chiaro e non è un caso che l’Italia non l’abbia mai ratificato. Ogni cosa al suo posto e al suo tempo.

Per il DAB, possiamo dirlo serenamente, al tavolo adriatico l’Italia è stata messa sotto scacco: niente concessioni VHF se non applica immediatamente il piano Ginevra 1984, con la conseguente devastazione del sistema radiofonico. Da qui potrebbe essere nata l’idea di agire con la cosiddetta compatibilizzazione, per poi sperare nella benevolenza dei vicini. Non è questa la strada giusta.
Il decreto energia – diciamolo in modo netto – non può essere il nuovo piano FM, semplicemente perché non ci sono le condizioni per un Piano FM: il TUSMAR ha disegnato perfettamente il percorso.
Indennizzi per la rottamazione delle frequenze FM? Forse è una strada per indirizzare la scelta per piattaforme più sostenibili. Ma deve essere libera.

Natucci torna su NL

Dopo quelli di Paolo Salvaderi (a.d. di Radiomediaset) ed Eduardo Montefusco (presidente di RDS), NL ospita il contributo di Sergio Natucci, direttore generale di DAB Italia (già recente ospite su queste pagine di un podcast molto scaricato), consorzio che raggruppa diversi player radiofonici nazionali.

E’ una fase molto delicata

(Newslinet) – Siamo finalmente alla svolta per il DAB: allora perché accanirsi sulla FM? In che misura le due questioni devono andare di pari passo?
(Sergio Natucci) – Il settore radiofonico sembra di nuovo al centro di una fortissima turbolenza. E’ una fase molto delicata. Prima di rispondere, è doverosa una breve premessa; come fosse una chiave di lettura delle mie risposte. Attualmente ho l’incarico di direttore generale di DAB Italia, operatore nazionale per la diffusione nazionale della radio digitale, questo il perimetro della mia attività. La mission principale è pertanto lo sviluppo del DAB, con la massima estensione della nostra rete di diffusione.

Siamo al giro di boa: la svolta è davvero prossima e credo che nessuno possa immaginare di fermarla ma neppure di ritardarla

Effettivamente siamo al giro di boa. La svolta è davvero prossima e credo che nessuno possa immaginare di fermarla, ma neppure di ritardarla. Dopo oltre venti anni di attesa non ci sono più scuse o altre priorità.

27 luglio

Entro fine mese – il giorno fatidico sarà il 27 luglio – Agcom deve prendere la decisione. Non esistono altri Piani realmente attuabili e neppure facili chimere. Mi auguro che nessuno faccia pressione su Agcom per rinviare l’adozione del Piano sperando in tempi migliori.

Non c’è un motivo reale di coniugare il Piano DAB con la situazione delle diffusioni FM

La norma di riferimento scritta l’anno scorso nel TUSMAR è così chiara da rendere impossibile ogni diversa interpretazione. Le due questioni non devono e non possono andare di pari passo; non lo prevede la norma, non lo giustifica lo stato dei fatti.

Italia sotto scacco sull’adriatico

Se poi vogliamo riferirci allo stallo in cui versa da oltre un anno il “tavolo adriatico” per la riorganizzazione delle frequenze VHF, allora le cose cambiano: in quella trattativa l’Italia è stata messa sotto scacco.

Devastazione del sistema radiofonico

Niente concessioni sulle frequenze VHF se l’Italia non applica immediatamente il piano Ginevra 1984 con la conseguente devastazione – questo il termine corretto – del nostro prezioso sistema radiofonico. Da qui immagino nasca l’idea di agire con la cosiddetta compatibilizzazione e soppressione degli impianti ridondanti, per poi sperare nella benevolenza dei vicini. Credo che l’Italia abbia sufficiente dignità e meriti più rispetto.

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E’ importante ripeterlo: il Piano DAB non c’entra. E neppure la crisi energetica

E’ importante ripeterlo: il Piano DAB non c’entra e neppure la crisi energetica. Possiamo attendere per arrivare ad un accordo in Adriatico. Non c’è fretta fretta, al punto di evocare – cosi si dice sottovoce – la decretazione estiva e d’urgenza, mai usata per interventi limitativi del settore dei media. Lo dimostra l’Agcom, che ha elaborato un Piano accettabile perfettamente legittimo basato esclusivamente sulle nostre risorse (Ginevra ’06) senza dover mendicare risorse a chi sta cercando di strangolarci. Non trovo motivazioni che possano giustificare questa urgenza.

I consumi energetici non possono essere una scusa

Occorre chiarezza, i consumi energetici degli impianti FM sono davvero una preoccupazione per le imprese radiofoniche che hanno per questo il diritto ad essere assistite come il resto dell’industria italiana. Non pare che in ogni settore si pensi di tagliare le linee di produzione per risparmiare energia.

Il Piano FM è sempre stato inattuabile. Non è un caso che l’Italia non l’abbia mai ratificato

(NL) – Quasi quarant’anni dopo da GE84 la radiofonia ne paga ancora lo scotto…
(Sergio Natucci) – Il Piano è sempre stato inattuabile. Fu immediatamente chiaro, non è un caso che l’Italia non l’abbia mai ratificato. E non è un caso che nel 2001 si sia subordinato qualsiasi intervento in FM, non già al Piano DAB, ma all’affermazione del relativo mercato. Poi, per ben venti anni, non si è avuta la forza, oppure il coraggio, di procedere in questo senso.

La Radio non è mai stata una priorità. Salvo ora, che è un’emergenza nazionale

La Radio non è mai stata una priorità: figlia di un dio minore è stata elegantemente, con belle parole, messa in stand by. Oggi [invece] è divenuta un’emergenza nazionale.

Contromisure

(NL) – Nel diritto internazionale, il termine “contromisura” indica il comportamento in sé illecito di uno Stato, attuato in risposta ad un asserito comportamento illecito altrui. Legare il coordinamento DAB+ a quello FM è una contromisura di Croazia e Slovenia o una resistenza lecita?
(Sergio Natucci) – Il “tavolo adriatico” di comune accordo da parte di tutti gli Stati che vi hanno avuto accesso è stato convocato e condotto per definire una migliore suddivisione delle frequenze VHF. Non mi pare che le diffusioni FM si effettuino in questa porzione dello spettro.

C’è un’invasione di campo che la nostra amministrazione deve arginare

C’è un’invasione di campo – sarebbe forse più opportuno parlare di ingerenza – che la nostra amministrazione deve in ogni modo arginare. Il termine ingerenza, nel diritto e nella prassi diplomatica, ha un significato ben preciso. Ritengo che si debba rispondere difendendo la nostra autonomia e gli interessi nazionali e, non in ultimo, la nostra dignità.

La proposta formulata non mi pare un “aiuto”, ma un terremoto

(NL) – Il Mise ha proposto di introdurre in un prossimo DL energia riduzione della potenza del 50% di tutti gli impianti FM. Perché vi siete opposti? Si dice sempre che se tutti diminuissero di 3 dB non cambierebbe niente e si risparmierebbe….
(Sergio Natucci) – Il Governo pensa a nuovi aiuti per sostenere le imprese a fronte dell’enorme aumento dei costi. La proposta formulata non mi pare un “aiuto”, ma un terremoto. Da qui appare chiaro quanto sia strumentale parlare di “compatibilizzazione delle reti FM “ nel decreto energia: diciamo [piuttosto] che è il nuovo piano FM. Chissà cosa penserà su tutto ciò l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che ha la esclusiva competenza sui piani frequenze. Come se non bastasse, si vocifera di pressioni per rinviare il Piano DAB (ma mi sembra che ci siano già smentite in proposito). Vedremo cosa accadrà il 27 luglio.

Il Piano DAB non ha bisogno, se pensiamo positivo, dell’intervento del Governo. L’Agcom pianifica, il Mise rilascia i diritti d’uso agli aventi diritto

(NL) L’attuale crisi di governo potrebbe incidere sulla stabilizzazione del DAB? Del resto la pubblicazione del PNAF DAB è solo l’inizio: dal PNAF DTT alle assegnazioni dei diritti d’uso sono passati oltre due anni.
(Sergio Natucci) – Il Piano DAB non ha bisogno, se pensiamo positivo, dell’intervento del Governo. L’Agcom pianifica, il Mise rilascia i diritti d’uso agli aventi diritto. Certo sarebbe auspicabile un sostegno del governo alle imprese e agli operatori di rete per sostenere i costi della transizione dalle attuali configurazioni delle reti DAB a quelle previste dal Piano, qualunque esso sia. Il cambio di frequenza di esercizio è infatti certo.

Rottamazione volontaria frequenze FM? Buona idea

(NL) – Ammesso di trovare la provvista finanziaria necessaria, dare la possibilità a chi vuole uscire dal settore di rottamare le frequenze FM potrebbe essere una soluzione meno invasiva rispetto alla mannaia indiscriminata su 1200 impianti adriatici? Si risparmierebbero 1200 contenziosi. Col DTT funzionò….
(Sergio Natucci) – Certamente. Vorrei però aggiungere che è necessario, per la revisione del sistema FM che il mercato DAB sia effettivamente maturo, poi serve un approccio sereno, corretto, condiviso.
La Radio FM italiana ha trovato un suo equilibrio da sola e con un esborso finanziario enorme. Non è un dettaglio, è il punto di partenza di qualsiasi intervento. Se non si comprende questo aspetto significa che si è sbagliato strada.

Gli editori devono decidere del futuro delle proprie aziende, non possono farlo altri

La rottamazione forse è una strada per indirizzare la scelta per piattaforme più sostenibili. Comunque deve essere una libera scelta, non un atto d’imperio. La democrazia funziona così.
Per concludere, sono preoccupato che tutto quello che si prospetta in questi giorni metta in ginocchio la Radio e di conseguenza anche lo sviluppo del DAB, unica chance per lo sviluppo del sistema. (E.G. per NL)

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