In attesa di conoscere gli sviluppi delle liaisons dangereuses dentro Radio Italia, tra un socio di maggioranza che sposa apertamente la relazione con GEDI (socio gradito al 10%) e rifiuta i contatti con la pretendente RDS (socio, evidentemente meno gradito, pure al 10%) e la necessità impellente di competere con un mercato in profonda trasformazione, Radiomediaset scommette sulla musica italiana in diretta competizione con l’emittente di Mario Volanti, abbandonata dalla commercializzazione degli spot per obblighi di legge il 31/12/2016.
E lo fa con la neoacquisita Radio Subasio, superstation – ma rimarrà tale viste le ambizioni di copertura estese al nord Italia che la pongono pericolosamente a ridosso del limite dei 15 mln di abitanti fissato dall’art. 2 c. 1 lettera u) D. Lgs. 177/2005 ? – appena arrivata a Milano e su cui ripone molte speranze di crescita nel segmento. D’altra parte, Paolo Salvaderi, a.d. di Radiomediaset, si dichiara (al quotidiano Italia Oggi, in un’intervista pubblicata sabato 21/10), soddisfatto della raccolta che sta andando “molto bene”: “nei primi sei mesi dell’anno siamo andati meglio del mercato, chiudendo con un +6,2%. E prevedo di finire l’anno con questo trend”.
E se da una parte Radiomediaset sta lavorando sui palinsesti di Radio 105 e Virgin Radio (si parla meno di R 101 e per nulla dell’altro titolo nazionale in pancia, quello di GBR-Orbital) con importanti innesti televisivi ed informativi, dall’altra sta coltivando il progetto di United Music, il bouquet di radio online ereditato dalla Finelco della famiglia Hazan che era apparso un po’ trascurato dopo l’acquisizione. “Si fanno investimenti sulla piattaforma tecnologica United Music, con novità che entreranno a regime nel 2018″, dichiara Salvaderi, che non disdegna una frecciatina sull’annosa questione dei dati d’ascolto dell’indagine TER, la cui pubblicazione del primo semestre tanto sofferto è attesa per l’8/11/2017: “Mi attengo alle comunicazioni ufficiali. Sul “tutti contenti”, vedremo…”.
D’altra parte il 2018 sarà un anno importante per lo sviluppo delle radio online, con l’arrivo delle auto interconnesse, lo sviluppo conseguente della radio ibrida e l’introduzione delle tariffe flat per le connessioni in mobilità che favoriranno lo streaming.
Così, mentre molti competitor concentrano gli investimenti sulla visual radio, elemento essenziale della multipiattaforma (insieme ad FM, IP, sat e Dab+), Mediaset punta sull’integrazione televisiva, ma lato contenuti e non trasporto (almeno per ora), privilegiando l’offerta attraverso la formula del brand bouquet, cioè la declinazione dei marchi principali su sottoprodotti tematici diffusi via web (per tramite degli aggregatori terzi o captive).
Una strada percorsa con convinzione in ambito nazionale per ora solo da GEDI (Elemedia) e da Kiss Kiss. (E.G. per NL)