La notizia mi ha raggiunto sabato sera, con un sms dall’amica Daniela. Secca ma delicata, per quanto possa esserlo una comunicazione di tal guisa: "Volevo avvisarti che è mancato poco fa Fabrizio Guidi".
"Cavoli, come mai?", ho risposto di getto. Una malattia che subdolamente lo aveva aggredito questa estate se l’era portato via a soli 59 anni (ma ne dimostrava tranquillamente dieci di meno), senza sconti, in pochi mesi, avrei scoperto qualche minuto dopo. Avevo conosciuto Fabrizio agli esordi dell’avventura di Radio 24, sul finire degli anni ’90, quando ancora si stava costruendo qualcosa di cui non si conosceva il fine. Una bella persona, pensai subito; cosa non sempre usuale, in un mondo popolato da lupi, ancorché più per necessità che per indole. Negli anni successivi lo incontrai in diverse occasioni, qualche volta su fronti contrapposti. Ma anche quando gli interessi erano contrari, mai faceva mancare ai suoi interlocutori il suo sorriso e, francamente, non riesco a ricordare motivi di contrasto (eppur, son sicuro, ce ne devono essere stati). Schivo quanto affabile, educato quanto acculturato, elastico quanto determinato, Fabrizio era un uomo anacronistico quanto a modi di fare. Negli ultimi anni era stato impegnato soprattutto a promuovere la radio digitale, nella sua qualità di presidente del Club DAB Italia. «Un uomo generoso, bello dentro – ricorda il direttore del Sole 24 Ore e di Radio 24, Roberto Napoletano – che c’era sempre e ci mancherà tantissimo. Un galantuomo di altri tempi che aveva la radio nel sangue e trasferiva a tutti il suo amore per Radio 24». «Di Fabrizio Guidi – dice Benito Benedini, presidente del Gruppo 24 ORE – ho apprezzato, oltre ai risultati, lo stile e il grande attaccamento al lavoro. Qualità ancora più evidenti durante la malattia e il dolore. Sono vicino alla famiglia in questo momento tristissimo, sapendo che anche Radio 24 e il Gruppo 24 ORE perdono un esempio di autorevolezza e professionalità». E l’amministratore delegato Donatella Treu ricorda, «delle giornate di lavoro condivise con Fabrizio, il suo grande contributo professionale, il suo mettersi sempre al servizio dell’azienda, la sua grande competenza e il suo approccio positivo volto a trovare sempre una soluzione. Ma ciò che ricorderò di più sono la sua generosità, lealtà, correttezza e disponibilità che non ha mancato di dare fino all’ultimo». Come vedi, tutti siamo d’accordo: eri proprio una bella persona, Fabrizio. (M.L. per NL)