Ha portato Radio Maria da Erba in tutto il mondo, come aveva promesso. Emanuele Ferrario, storico presidente della rete nazionale – anzi, internazionale – Radio Maria, è morto oggi a Varese, all’età di 90 anni compiuti lo scorso marzo.
Radio Maria: la luce nel travaglio
Entrato nel mondo radiofonico nel 1986, dopo la morte della moglie, Ferrario applicò alla gestione dell’emittente, di cui prese le redini nel 1987, le rigide regole aziendali che aveva acquisito nell’abile conduzione dell’azienda casearia di famiglia, il Burrificio Campo dei Fiori (di Daverio, dove fu fondato nel 1947), affidato alle cure dei quattro figli, per concentrarsi su quella che considerava a tutti gli effetti una missione.
Montanelli e Medjugorje
“Galeotto fu il fatto che questa radio ritrasmetteva i messaggi di Medjugorje, dove io avevo avuto un’esperienza particolarmente intensa, anche perché mia moglie è morta nel 1984, un mese dopo essere stata in pellegrinaggio in quella località dell’Erzegovina. L’esperienza mi era rimasta molto impressa. Un giorno leggo un articolo di Montanelli, in cui il grande giornalista parlava con il suo stile ironico della radio parrocchiale che diffondeva le parole della Madonna di Medjugorje. Fu questa la spinta perché io incominciassi a frequentare, dall’agosto del 1986, questa radio a me sconosciuta”, aveva ricordato Ferrario in un’intervista del 2013 a Rossoporpora.
La presidenza ad interim poi diventata definitiva
“L’anno dopo a gennaio (1987, ndr) mi sono ritrovato presidente per un periodo limitato, ma sei mesi sono diventati 26 anni, durante i quali Radio Maria è diventata prima nazionale e poi ha favorito un progetto internazionale, realizzando un modello organizzato in 60 Paesi. Possiamo chiamarla fortuna o protezione del Cielo, ma grazie al fatto che in quegli anni (1988 -90) non esisteva ancora una legge sulle telecomunicazioni, con entusiasmo -e facendo anche grossi debiti- in soli tre anni abbiamo creato una rete che copriva tutta l’Italia. Abbiamo fatto due scelte fondamentali coraggiose: rinunciare ad ogni forma di pubblicità e grazie a padre Livio impostare una programmazione che oggi tutti riconoscono come profetica ed evangelizzatrice per il mondo intero”, ricordava Ferrario.
I duri contrasti con don Mario Galbiati
L’insediamento di Ferrario al vertice di Radio Maria, fondata 5 anni prima dal coetaneo don Mario Galbiati, oggi presidente di Radio Mater, non fu però indolore.
I due artefici della nota emittente ebbero per un paio di decenni aperti contrasti che sfociarono in vertenze legali dopo la fuoriuscita del fondatore di Radio Maria nel 1991.
Diffusione in 55 paesi del mondo
La Radio Maria che oggi Emanuele Ferrario lascia, è diffusa in 55 paesi, con sedi in lingua locale rivolta oltre alle popolazioni di fede cristiana, anche a quelli di religione ortodossa e musulmana, dove l’ente rivendica una funzioni culturali e di alfabetizzazione.
La profezia di Ferrario
“Mi viene in mente una profezia di san Massimiliano Kolbe, che racconto come mi è stata comunicata dai Francescani dell’Immacolata: nel 1939 avrebbe profetizzato che in un tempo molto lontano la Madonna avrebbe avuto una sua radio, presente alla fine in tutto il mondo. La radio non l’avrebbero però creata i Francescani. Io mi fermo qui, ma se penso a tredici anni fa, chi avrebbe mai potuto presumere una tale espansione internazionale di Radio Maria? Vuole una mia ‘profezia’? Vedo Radio Maria a Riad, nell’Arabia Saudita. Probabilmente tutti e due saremo già sottoterra, ma Radio Maria giungerà anche lì!”, concludeva Ferrario nell’intervista (M.L. per NL)