Paolo Salvaderi (a.d. RadioMediaset): la RAI, per giunta attraverso un consigliere di amministrazione TER, si mette a contestare oggi di tutto e di più sui giornali utilizzando luoghi comuni e parlando di ricerca seria o non seria. Lo trovo davvero di cattivo gusto. E soprattutto preoccupante.
Credo che la RAI, che può avvalersi del canone che pagano gli italiani solo alle tv e radio di stato, stia puntando a un obiettivo molto chiaro: screditare l’unica currency a oggi presente sul mercato, per avvantaggiarsi in prima persona.
Tutte le metriche di tutte le ricerche possono essere migliorate, implementate o evolute, ma utilizzando il dialogo, il buon senso e la disponibilità a farlo da parte di tutti.
Paolo Salvederi risponde a Roberto Sergio e parla di radiofonia a 360 gradi
Paolo Salvaderi, amministratore delegato di RadioMediaset (Radio 105, Virgin Radio, RMC, R101, Subasio, ecc.), risponde senza giri di parole all’intervista di Roberto Sergio di Radio Rai sulla vicenda CATI e TER.
Dalle affermazioni puntuali traiamo la conferma di come la questione della rilevazione degli ascolti sia un nervo scoperto nella radiofonia italiana che impone un confronto aperto e costruttivo, a cui auspichiamo di poter contribuire.
TER, la RAI e gli altri
(Newslinet) – Roberto Sergio, direttore di Radio RAI, non ha usato mezzi termini nell’ultima intervista a riguardo delle vicende TER. Perché tutte queste resistenze ad abbandonare un metodo indiscutibilmente superato come il CATI?
(Paolo Salvaderi) – Mi permetto d’iniziare con una veloce analisi del contesto.
Se ben ricordo la RAI ha avuto un ruolo importantissimo come tutti gli altri editori nella costituzione dell’impianto di ricerca quando si è costituita la società TER. Sto parlando di metodologia, di governance e tavolo tecnico.
In origine, RAI
Ricordiamoci che il primo Presidente nominato in TER è stato proprio una persona di RAI ossia Nicola Sinisi che è stato rinnovato all’unanimità anche per il secondo mandato, in virtù del pregevole lavoro svolto.
Una questione di stile
RAI peraltro è ancora socia di TER. Quindi che proprio la RAI per giunta attraverso un consigliere di amministrazione TER, si metta a contestare oggi di tutto e di più sui giornali utilizzando luoghi comuni e parlando di ricerca seria o non seria, lo trovo davvero di cattivo gusto e soprattutto preoccupante. Il processo di rilevazione è certificato da uno dei più importanti gruppi operanti sul mercato: PWC, se RAI valuta poco seria la ricerca, perché non lo ha denunciato in CDA? Starei quindi attento nell’utilizzare termini inappropriati.
Screditare TER: un’operazione mirata di RAI
Credo invece che la RAI forte di un posizionamento nel mercato dei media differente da tutti gli altri operatori, in quanto può avvalersi del canone che pagano gli italiani solo alle tv e radio di stato, stia puntando a un obiettivo molto chiaro: screditare l’unica currency a oggi presente sul mercato, per avvantaggiarsi proprio della loro differente posizione sul mercato stesso.
Le metriche di tutte le ricerche possono essere migliorate, implementate o evolute. Ma utilizzando dialogo, buon senso e disponibilità
Forse il consigliere RAI dovrebbe anche porre attenzione a ciò che sostiene rispetto alle possibili reazioni di Agcom, perché quanto sostenuto nell’intervista non rappresenta la verità. Tutte le metriche di tutte le ricerche possono essere migliorate, implementate o evolute, ma utilizzando il dialogo, il buon senso e la disponibilità a farlo da parte di tutti.
La concorrenza sleale di chi è forte di un canone
Troppo facile andare sui giornali a fare le sparate, ripeto con un intento molto chiaro: screditare la ricerca attuale, per avvantaggiarsi rispetto ai concorrenti che non godono del canone.
Regole di riservatezza violate
Chiudo con il dire che anche dal punto di vista societario, diramare comunicazioni su quanto discusso all’interno di un organo come un Consiglio di amministrazione, indicando addirittura le posizioni del voto, mostrino mancanza di rispetto e arroganza nei confronti degli altri consiglieri e del Presidente. Il consigliere Roberto Sergio in poche righe forse non ha notato che sono state violate le regole di riservatezza e di fedeltà al cui rispetto sono tenuti i componenti del Consiglio e sono state rese affermazioni gravemente lesive per la società TER oltre che diffamatorie nei confronti del consiglio, diversi da quelli di nomina RAI. Vedremo in altre sedi che tipo di posizione prendere.
Pausa caffè
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Difficile identificare le metriche giuste
(NL) – Le indagini autonome di Radiomediaset sono coerenti con i risultati TER? Diversi editori nazionali ci riferiscono di numeri ben diversi a riguardo dei device connessi rilevati da TER, che sarebbero da questi sottostimati…
(P.S.) – Radiomediaset come leader di mercato ha dal primo giorno d’ingresso nelle radio attivato ricerche qualitative e quantitative adottando tutte le possibili soluzioni metodologiche. In sei anni di lavoro e di ricerca, posso affermare che non abbiamo identificato né in Italia né all’estero soluzioni sostitutive della ricerca TER.
Problema non è coerenza dati, ma comparare metriche non confrontabili perché rilevate con metodologie differenti
Abbiamo rilevato tantissimi spunti interessanti che dovrebbero essere analizzati e valutati, ma sicuramente gli ultimi due anni di pandemia non ci hanno aiutato in tal senso. Posso concludere dicendo che il problema non è la coerenza dei dati, ma la difficoltà di comparare metriche che non possono essere confrontate proprio perché rilevate con metodologie differenti. E’ la magnitudo complessiva del mercato che ancora non ci consente di pensare a cambiamenti radicali, situazione peraltro già riscontrata in altri Paesi.
United Music: novità in arrivo
(NL) – A proposito di IP: il vostro brand bouquet United Music come sta andando? Non ne avete più parlato….
(P.S.) – Il nostro progetto è sano, forte e pronto a partire! Non abbiamo avuto grande fortuna nelle tempistiche, in quanto abbiamo effettuato il lancio del Progetto United Music esattamente nel periodo nel quale veniva ufficializzata la Pandemia. E’ previsto un rilancio massiccio con grandi implementazioni nel mese di Febbraio 2022.
Total Media Audience? Siamo favorevoli
(NL) – Come riportato da NL, la Total Media Audience, già partita nei Paesi Bassi potrebbe essere varata rapidamente capitalizzando sull’esperienza olandese. Sareste favorevoli?
(P.S.) – E’ un cantiere molto importante che si dovrà affrontare assolutamente anche forti delle esperienze estere. Tutto ciò che consente di dare valore ai nostri brand e alla loro capacità distributiva su tutte le piattaforme rilevabili possibili, sarà per il comparto Radiofonico un sicuro beneficio. Quindi siamo assolutamente favorevoli.
Primi su tutti gli OTT
(NL) – La Total Media Audience, per sua stessa natura, prevede che il committente sia l’insieme degli editori di un paese, dunque carta stampata, radio, tv, podcast, internet. Le società nate o acquisite negli anni grazie all’imprenditorialità di Silvio Berlusconi coprono praticamente tutti i segmenti: sareste disponibili a svolgere un ruolo guida per la Total Media Audience in Italia?
(P.S.) – Noi siamo sempre proiettati al futuro e più i nostri brand sono veicolati e meglio sarà per noi. Come potremmo essere contrari a questi cambiamenti?
Over The Top
Siamo partiti con il podcast dello Zoo di 105 e siamo primi da 4 settimane su tutti gli OTT, implementando anche gli ascolti sui nostri siti e sui nostri social del 400%.
DAB+: regole uguali per tutti
(NL) – Sempre scettico a riguardo del DAB +?
(P.S.) – Noi non siamo scettici, ci auspichiamo solo una rivisitazione complessiva del progetto DAB + in Italia. Vorremmo regole precise e uguali per tutti.
Il valore della capacità distributiva
(NL) – Come vi porreste a riguardo di un ipotetico switch-off FM/DAB+ al 2030?
(P.S.) – Noi siamo per caratteristiche endemiche sempre aperti a tutto e pronti ad analizzare qualsiasi prospettiva. Dico solo che il valore che oggi noi come editori abbiamo non è rappresentato solo dai nostri brand, ma anche dalla capacità distributiva indipendente, che ancora oggi l’ FM ci garantisce attraverso gli investimenti milionari che ogni singolo editore radiofonico ha erogato negli ultimi 30 anni. (M.H.B. per NL)