Il 2016 di RTL 102,5 è stato l’anno degli investimenti strutturali: il gruppo, intenzionato a creare con le sue emittenti (RTL 102.5, la prima radio d’Italia, Radio Zeta e Radiofreccia) un polo radiofonico alternativo e competitivo verso Radiomediaset (colosso che raggruppa Radio 105, Virgin, Radio Subasio e R 101 con l’aggiunta, solo in portafoglio commerciale, di RMC, Radio Norba e Kiss Kiss, almeno fino al 31/12/2017), GEDI (con le radio Elemedia Dee Jay, Capital ed m2o e l’aggiunta commerciale di Radio Italia), RAI ma anche i player individuali RDS e Radio 24, ha investito notevolmente per il potenziamento della rete della radio madre e per lo sviluppo dei due nuovi brand Zeta L’italiana e, soprattutto, Radiofreccia.
L’investimento nella rete infrastrutturale nello scorso anno è valso 6,7 milioni di euro, a cui si sono aggiunti 1 milione di euro per la realizzazione di nuovi studi radiotelevisivi a Cologno Monzese e altri 3 milioni di euro in promozione (nel 2015 la spesa pubblicitaria si era fermata a 1,68 milioni).
Le spese sono state effettuate approfittando di un tasso di interesse particolarmente favorevole, quindi sfruttando il credito e non intaccando le finanze della società (che dispone di depositi bancari del valore di 42 milioni di euro); circostanza che ha ovviamente incrementato l’esposizione debitoria, salita a 11,4 milioni di euro nel 2016, mentre nel 2015 era di appena 1,5 milioni (ma, come detto, la società è solidissima).
In termini di bilancio 2016 RTL 102,5 ha chiuso l’esercizio in modo decisamente positivo: 7,8 milioni di euro di utili (nel 2015 erano stati 6,7), ricavi per 46,7 milioni di euro (+3,3% rispetto all’anno precedente) e un patrimonio netto di 67 milioni di euro (ben 6 milioni in più dal 2015).
Buona anche la raccolta pubblicitaria che, raggiungendo i 40,6 milioni di euro, nel 2016 era salita dell’1,6%.
Tuttavia il trend non è rimasto positivo nell’anno solare in corso: nei primi mesi del 2017 pare ci sia stato un calo addirittura del 6,5%. Una diminuzione, peraltro, diffusa anche tra altri player, che la riconducono alle politiche aggressive di Radiomediaset sul mercato.
Fatto sta che l’indebitamento ed i timori a riguardo della raccolta pubblicitaria sono i motivi che hanno spinto l’assemblea dei soci a mantenere un atteggiamento prudenziale, deliberando la non distribuzione dei dividendi (annullando la distribuzione di 2 milioni di euro già votata nel 2016) e trasferendo a riserva straordinaria una buona fetta degli utili realizzati nell’esercizio appena concluso. (P.B. per NL)