Roberto Sergio: metodo CATI di TER antico come telegrafo. Stupito di come ogni volta si debba convincere i colleghi di ciò. Meglio uno strumento che misura l’ascolto senza il filtro della memoria umana (meter, ndr). Ma qualcuno preferisce il telegrafo. Mondo radiofonico unito su iniziative alte e belle. Ma su TER prevalgono interessi dei singoli.
Fruizione digitale trasmissioni radio con device connessi potrebbe essere maggiore del 30%.
Podcast mercato sottostimato e tutto da costruire.
Progetto per gli 80 mln dell’Altra Italia (oriundi italiani). Su Radio Kids messaggi di emigrati di seconda generazione: spesso sono genitori che ci dicono di utilizzarla per insegnare l’italiano ai loro figli.
Partiremo tra poco con campagna informativa su modalità fruizione Radio 2 visual radio in HBBTV. Ma nessuna piattaforma annullerà le altre, almeno a breve e medio termine.
Sergio risponde a Salvaderi
Roberto Sergio, direttore di Radio RAI, risponde tramite NL alle affermazioni di Paolo Salvaderi di Radiomediaset sul TER e sull’indagine parallela avviata da RAI. E coglie l’occasione per anticipare alcuni trend e progetti di sviluppo di Radio RAI.
Campagna informativa su HBBTV
(Newslinet) – E’ partita la visual radio di Radio 2. Non sarebbe stato (o non sarebbe) necessaria una campagna informativa sulla modalità di fruizione? L’utilizzo di piattaforme evolute come la HBBTV non pare immediato per gran parte dell’utenza, costituita non da giovanissimi….
(Roberto Sergio) – Sì, la campagna è in avvio proprio in questi giorni e, come osservate giustamente, penso sia un atto dovuto per informare sulle modalità di accesso alla nostra visual radio. Devo anche dire che l’operazione “Viva Rai Play” con Fiorello ci ha insegnato che le persone, anche non giovanissime, sono assolutamente in grado di trovare i contenuti che desiderano sulle piattaforme digitali, molto più facilmente di quanto non pensiamo. Per questo siamo ottimismi che la campagna che stiamo avviando, unita all’appeal dell’offerta, fugherà ogni dubbio su dove trovare Radio 2 visual.
Multipiattaforma necessaria. Ma nessuna piattaforma annullerà le altre
(NL) – Secondo alcuni osservatori, lo sviluppo della HBBTV prima e (soprattutto) della Rete Unica basata su FTTH (funzionalità broadcast) anticiperà l’avvento della fruizione dei contenuti tv esclusivamente via IP rispetto alle previsioni iniziali, pensionando anzitempo anche il nuovo T2 che debutterà dal 2022. Per questo avete deciso di puntare direttamente ai device interconnessi?
(NL) – Noi crediamo che nessuna piattaforma annullerà le altre, almeno a breve e medio termine. Ci sono continue fughe in avanti e accelerazioni, ma il panorama rimane composito.
La radio oggi è fruibile su Fm, Dab+, Ip, Tv digitale terrestre e satellitare, web, app. Sicuramente l’Ip è il canale più pervasivo e che di fatto rende possibili tutti gli altri mezzi di accesso. Ma oggi dobbiamo presidiare tutte le piattaforme. Non ce ne è una che ucciderà le altre. Domani vedremo.
TER utilizza metodo di rilevazione antico come il telegrafo. Ma ad alcuni sta bene così
(NL) – Avete deciso di valutare l’ascolto radiofonico attraverso meter, soluzione su cui TER si è mostrata fino ad ora poco reattiva. Siete convinti che il metodo CATI sottostimi gli ascolti di Radio RAI?
(RS) – Siamo convinti che il metodo Cati sia antico come il telegrafo. E mi stupisco che ogni volta debba utilizzare tempo per convincere i colleghi Ter di questa che credo sia una evidenza oggettiva. Non è un tema di sottostimare gli ascolti di una o di un’altra radio. E’ un tema di essere adeguati alla realtà. Lei si ricorda esattamente che radio ha ascoltato lunedì 8 giugno? Se sì, è un perfetto panelista Ter. Altrimenti, la sua risposta è decisamente poco attendibile. Meglio uno strumento che misura l’ascolto senza il filtro della memoria umana. Ma evidentemente qualcuno preferisce il telegrafo.
Trend ascolto digitale forse maggiore del 30%. Ma mancano dati
(NL) – In attesa di conoscere i risultati dell’indagine commissionata ad hoc, condividete la tesi di alcuni analisti che la fruizione digitale delle trasmissioni radio attraverso device connessi sia ormai ben oltre il 30%?
(RS) – Siamo assolutamente consapevoli che il trend sia quello. Non abbiamo al momento contezza precisa del numero, proprio perché mancano riferimenti sull’ascolto complessivo. Di sicuro, è una fetta di ascolto vivace, dinamica e da presidiare per il presente e per il futuro.
Podcast mercato sottostimato in Italia
(NL) – L’evoluzione radiofonica, secondo i futurologi, passerà sempre più dai podcast. In Italia il podcasting è però ancora pressoché sconosciuto. Gli editori stanno accumulando un pericoloso ritardo nel coltivare poco e male il segmento podcast?
(RS) – E’ vero: è un mercato che in Italia è stato sottostimato. Solo qualche anno fa nessuno avrebbe ipotizzato una crescita così importante. Per quanto riguarda noi, Rai ha tantissimi contenuti e molti progetti per prodotti ad hoc. Dobbiamo assestare alcuni aspetti organizzativi e di marketing, ma credo che abbiamo tutte le carte in regola per giocare la nostra partita da leader nel settore del podcasting italiano.
Progetto top secret per Altra Italia
(NL) – Un recente articolo di NL ha affrontato il tema dell’Altra Italia, cioè i 60-80 mln di oriundi italiani che costituirebbero un bacino interessante per prodotti digitali specifici loro rivolti. Avete intenzione di realizzare radio digitali per questo pubblico?
(RS) – C’è allo studio un progetto che va esattamente in tale direzione, ma su cui al momento non posso aggiungere altro. C’è però anche da dire che le radio digitali sono per definizione aperte al pubblico mondiale.
Radio Kids prodotto educational
Su Radio Kids ci arrivano quotidianamente messaggi di genitori e bambini che ci ascoltano da ogni parte del mondo, in genere emigrati di seconda generazione. Ci scrivono dal Brasile, dagli Stati Uniti, dalla Russia, dal nord Europa. Spesso sono i genitori che ci dicono di utilizzare Radio Kids per insegnare l’italiano ai loro figli. Altre realtà come Radio 3 Classica, non avendo quasi parlato, sono fruibili perfettamente anche da pubblico non italofono. Credo insomma che ci sia moltissimo spazio all’estero per le nostre radio, ma sarebbe necessario un piano di investimenti ad hoc per presidiare l’estero, al momento non ipotizzabile. E’ sicuramente un tema da tenere in agenda per il 2021.
Mondo radiofonico unito su iniziative alte e belle. Ma su TER prevalgono interessi dei singoli
(NL) – Nel 2020 il mondo radiofonico italiano professa unitarietà, ma – al di là di alcune iniziative comuni più o meno rilevanti – la sensazione è che ciascuno coltivi ancora solo il suo orto….
(RS) – Condivido la sensazione. Per fortuna siamo sempre tutti molto compatti nelle iniziative più alte e belle, come tutte quelle nate in occasione della pandemia. In momenti del genere, le radio italiane dimostrano sempre di saper fare squadra. Su altri temi, e torno agli ascolti Ter, purtroppo prevalgono gli interessi dei singoli. Da parte nostra abbiamo sempre cercato la massima condivisione e compattezza, come dimostra il fatto che abbiamo aspettato due anni prima di scegliere la strada della ricerca in autonomia. (E.G. per NL)