La radio ha dimostrato di saper stare al passo nell’era digitale, ibridizzandosi ed adattandosi a piattaforme nuove, come il digitale tv terrestre e l’ambiente nativo dell’internet radio context (live streaming, podcast, brand bouquet, multiapp).
Qualche difficoltà in più, invece, sembra averla il sistema di misurazione degli ascolti. Ad oggi, sembra quasi utopico poter disporre di un sistema unico e semplice che possa misurare e comparare in maniera sensata e credibile i dati di ascolto provenienti da sorgenti eterogenee analogiche (FM/AM), digitali via etere (DTT, DAB+, HD Radio, sat), numeriche IP singolari (app proprietarie, multiapp) e diffuse (brand bouquet, aggregatori), live e sod (podcast).
In assenza di una tecnologia che possa raggiungere il risultato sperato, si può solo lavorare sugli standard di misurazione: la scorsa settimana il Media Ratings Council, l’organizzazione statunitense che conferisce gli accreditamenti per rilevamenti e misurazioni dei dati in ambito media, ha rilasciato un nuovo standard proprio con l’obiettivo di conferire maggior credibilità sul fronte dei rilevamenti digital audio.
Il nuovo standard è stato sviluppato in collaborazione con altre organizzazioni – tra cui l’associazione nazionale di broadcaster statunitensi (NAB), la RAB Radio Advertising Bureu e il Comitato per le misurazioni di audience nelle radio locali (COLRAM, organismo interno alla NAB) – e altri soggetti, come chi vende, compra e distribuisce contenuti, nonché chi offre servizi di rilevamento.
MRC ha riassunto il contenuto del nuovo standard in alcuni punti fondamentali.
Il primo è la necessità di fornire una descrizione degli approcci di misurazione quando ci si trova a rilevare diversi tipi di contenuto e modelli di distribuzione; i report descrittivi possono includere sia metriche digital audio stand-alone, sia in combinazione con dati over-the-air.
Inoltre, la misurazione deve sempre avvenire “client-side”, cioè dal punto di vista dell’ascoltatore e non del server.
Infine, una ridefinizione del concetto di “Audio ad Impression” che, da un lato, sia l’equivalente audio della definizione di “Viewable Ad Impression” per il video e che, dall’altro lato, consideri valide ai fini delle misurazioni solo le pubblicità effettivamente ascoltate in presenza di audio e non quelle trasmesse in muto o in assenza di volume. A tale specifico fine, devono essere utilizzati gli strumenti di filtraggio di “traffico non valido” già varati da MRC, dal più generico GIVT al sofisticato SIVT che è caldamente raccomandato dall’organizzazione.
Per quanto riguarda l’accreditamento delle società che effettuano misurazioni e rilevamenti, è lo stesso MRC a dire che Triton è già accreditata per le misurazioni digital audio, ma deve implementare il nuovo standard, mentre si attende l’entrata in questo campo anche di Nielsen, che sta mettendo a punto il proprio sistema dedicato al digital audio.
A commento dell’attività di sviluppo del nuovo standard, l’executive director di MRC George Ivie ha dichiarato: “l’implementazione delle misure conformi al nuovo standard garantirà agli inserzionisti una misurazione affidabile, su cui basare il proprio investimento pubblicitario – indipendentemente dall’ambiente in cui l’inserzione è trasmessa, che sia streaming online o tramite podcast scaricati su device – con la sicurezza che il dato misurato rifletta la reale diffusione della pubblicità presso gli ascoltatori”. (V.D. per NL)