Audiradio è vicina alla liquidazione: la parola fine alla lunga querelle legittima i soci a mettere sul tavolo commenti, opinioni e pareri.
Significativo e recente è l’intervento di Eduardo Montefusco, presidente di RNA (Radio Nazionali Associate) ed editore della nazionale RDS, che chiarisce per la prima volta la sua posizione in merito alla situazione, ormai degenerata, di Audiradio. Si tirano le somme e si ragiona sul fatto Audiradio con il senno di poi: privilegi, diritti speciali, veto della RAI, una governance rigida e l’inerzia agli stimoli di Agcom, Agcm, UPA, Assocomunicazioni e Unicom formano la concatenazione di eventi causali del collasso della società di rilevazione dei dati audience. La fiducia nella sorte e nei tentativi di risanamento del caos hanno tenuto a bada le opinioni contrastanti dei soci, ora scoppiate in un fumo che avvolge la questione, ormai arrivata al suo culmine. I due anni di paralisi hanno generato un mercato malato, ora inficiato da una proliferante incertezza dell’intero comparto della radiofonia italiana, con conseguente restrizione degli investimenti pubblicitari. Mercato in crisi perché orfano dell’istituzione garante del comparto radiofonico. Un circolo vizioso che ha, come previsto, portato al declino, la cui responsabilità oltre che ricadere sulla lotta intestina dei soci in merito agli strumenti di rilevazione, colpisce inevitabilmente anche la RAI: “una chiara responsabilità nell’epilogo di questa vicenda è da ascriversi principalmente al perdurare dei comportamenti messi in atto da parte del socio Rai, che ha opposto sia il veto alla consegna dei dati Cati 2010, sia il veto alla immediata realizzazione della ricerca 2011 secondo un’ipotesi attuativa (…)”, afferma il presidente Eduardo Montefusco. È palese, quindi, quanto sia pesata la posizione privilegiata della concessionaria pubblica, protetta dalla garanzia del canone televisivo, sulle emittenti commerciali, attaccate strenuamente all’unica fonte di finanziamento, la raccolta pubblicitaria. Ora che Audiradio è prossima alla liquidazione, non resta che unire le forze intellettuali e finanziarie per ricostruire il comparto radiofonico italiano: reagire, rialzarsi e mirare ad una nuova ricerca, senza dubbio moderna, trasparente ed equa. (C.S. per NL)