Venerdì 29 luglio è stata presentata alla Camera dei deputati la Relazione annuale 2022 di Agcom sull’attività svolta e sui programmi di lavoro. Dopo un esame generale della presentazione di Giacomo Lasorella, Presidente Agcom, analizziamo più specificamente la trattazione relativa al comparto radiofonico, il cui andamento, nonostante una chiara ripresa sul periodo pandemico, rimane comunque non soddisfacente rispetto ai livelli pre 2020.
I numeri della radio nella Relazione annuale 2022
Il focus sulla radio della relazione annuale Agcom 2022 evidenzia che “Nel 2021, sotto il profilo degli ascolti complessivi a fronte della flessione registrata nel corso del 2020 il confronto con i dati del secondo semestre mette in evidenza una crescita (+2,3%)”, dato che, “rispetto ai valori registrati negli anni precedenti la pandemia, rappresenta un importante segnale di ripresa del comparto”. E ciò tantopiù che “La maggiore mobilità degli italiani ha ripristinato le abitudini di ascolto del mezzo prevalentemente fuori casa (+10,2%)”.
Device
Infatti, Agcom sottolinea come si registri “sempre nel secondo semestre del 2021, un maggiore ascolto delle trasmissioni attraverso l’autoradio (+7,7%) rispetto agli altri device (smartphone, pc, tablet e smart speaker) che subiscono invece delle contrazioni. D’altro canto, le limitazioni imposte dalla situazione sanitaria hanno favorito la ricerca da parte delle emittenti di strumenti e modalità innovative di coinvolgimento del proprio pubblico: nuovi format, valorizzazione dei social, la visual radio”.
Non sufficiente
Ciò nonostante, “Le risorse economiche derivanti dall’attività radiofonica sono passate da 551 a 613 milioni di euro con un incremento dell’11,4%”, cioè “un valore che non risulta, tuttavia, idoneo a recuperare pienamente quanto ricavato nel 2019″.
Aumenta la raccolta pubblicitaria
Lasorella ha evidenziato che “Nel 2021, i ricavi da vendita delle inserzioni pubblicitarie, che crescono del 14,2%, portando il valore complessivo di tale componente a 460 milioni di euro, continuano a rappresentare la fonte prevalente di finanziamento dell’attività radiofonica. Anche gli introiti da riscossione del canone per il servizio pubblico radiofonico presentano un andamento in crescita nell’ultimo anno (+5,4%), attestandosi su valori totali pari a 104,8 milioni di euro”.
Classifiche
Dal punto di vista dei ricavi, “al primo posto si riscontra la presenza di RAI concessionaria del servizio pubblico, con una quota nel 2021 in flessione. Segue il Gruppo Fininvest/MFE (Mediaset)”, mentre “Il terzo operatore, in base ai ricavi complessivi del settore è GEDI. Nelle posizioni successive si collocano RTL con l’8,8% delle risorse economiche totali, Radio Dimensione Suono, con una quota del 7,5%, il Gruppo Sole 24 ore, i cui introiti rappresentano il 3% dei ricavi del settore, e Radio Italia, con un peso del 3%”.
La strada giusta
Nella relazione si sottolinea, infine, come “I processi di trasformazione industriale del comparto radiofonico avviati nel 2016 con operazioni di concentrazione e la ricerca di alleanze strategiche o commerciali hanno mostrato tutto il loro potenziale consentendo all’intero settore di avviare un percorso di ripresa e di recuperare parte delle risorse economiche perdute nel 2020”. (A.M. per NL)