Alla fine è andata come avevamo ipotizzato. Con il suo tipico coup de théâtre, Alberto Hazan (foto), fondatore e socio di maggioranza (con la famiglia) del gruppo Finelco (che controlla le radio nazionali Radio 105, Virgin Radio e RMC), ha colpito ed affondato la cordata Blue Ocean (eppur gradita al fondatore di Radio 105), che aveva sottoscritto col socio di minoranza RCS (44,45%) una proposta di acquisto (per 21 mln di euro + 1 al verificarsi di alcune condizioni entro il 31/12/2015), esercitando il diritto di prelazione civilisticamente previsto per la successione nelle quote.
Immediatamente dopo l’acquisto attraverso il vettore Unibas Sgps Lda (riconducibile alla famiglia Hazan) e Marina Berrino, le quote (di minoranza) sono state cedute a Mediaset, dichiaratamente interessata a sbarcare in forze nel promettente mercato radiofonico italiano (il medium radio è cresciuto nella raccolta pubblicitaria a luglio del 9,1% mentre la tv è arretrata del 3,1), nel quale aveva già messo un piede attraverso l’accordo con la partecipata Arnoldo Mondadori Editore per l’acquisizione dell’80% di Monradio, società a cui fa capo l’emittente radiofonica R 101. In ossequio a tale intendimento, Mediaset ha acquisito oggi azioni con diritto di voto pari al 19% del capitale sociale di RB1 Spa, società che detiene (assieme ai soci fondatori) il 92.8% del Gruppo Finelco S.p.A. Per conseguenza, la famiglia Hazan mantiene la maggioranza delle azioni con diritto di voto. Successivamente a tale prima operazione, Mediaset ha acquisito le azioni di RB1 Spa senza diritto di voto, pari al 50% del capitale sociale. Nell’ambito degli accordi è stata prevista la facoltà di Mediaset di incrementare la propria partecipazione (evidentemente acquisendo quote dalla famiglia Hazan), fermo restando l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni regolamentari (leggesi, Antitrust). Il gruppo multimediale di Cologno Monzese ha così commentato l’operazione: "L’investimento nel primo gruppo radiofonico italiano – tre emittenti nazionali con oltre 8 milioni di ascoltatori al giorno – si inserisce nella nuova linea di sviluppo Mediaset orientata all’emittenza radio, un mezzo moderno e vivace che sta registrando audience sempre più interessanti. L’operazione odierna rappresenta inoltre un investimento di carattere crossmediale che assicura importanti sinergie con l’industria televisiva, sia in termini di produzione e distribuzione di contenuti sia in termini di raccolta pubblicitaria". Non è difficile ipotizzare uno scenario che preveda un ruolo di Mediaset come socio di capitali e di spalla promozionale, commerciale e tecnica di quello che potrebbe diventare il più grande gruppo radiofonico italiano, RAI compresa (stante il fatto che la gestione diretta di un’emittente radio attuata sotto Mondadori non può certamente dirsi felice). Intorno a Finelco (78,8% mln di euro di fatturato nel 2013, + 6,3% vs 2012), graviterebbero così 5 titoli concessori nazionali (Radio 105, RMC, Virgin, R 101 e GBR). In una prospettiva di questo tipo, la gestione artistica, commerciale e tecnica di R 101 e di GBR (l’ex relay di Voice of America, giuridicamente un pari di RMC Italia), potrebbe finire in quel di Largo Donegani, mentre l’Area Radio ex Mondadori (artistica, commerciale e tecnica) potrebbe essere completamente rivoluzionata. Una 99 Pubblicità (la macchina da guerra commerciale di Finelco) con in portafoglio 4 (o 5) reti nazionali, sinergica con una Publitalia rigidamente non ingerente, letteralmente terrorizza i competitor, siano essi grandi gruppi (come L’Espresso, con tre radio nazionali, che si era a sua volta proposto – pur senza adeguata convinzione – per l’acquisto delle quote RCS) o importanti player monoemittente nazionale (come RTL, RDS, Radio 24, ecc.), che per resistere dovranno necessariamente allargare la propria offerta attraverso alleanze editoriali/commerciali, acquisizioni, fusioni o incorporazioni. E ciò senza considerare che nel portafoglio commerciale di Mediaset, oltre a R 101, ci sono anche Radio Italia, Kiss Kiss e le superstation Subasio e Norba. Insomma, il rischio all’orizzonte è più che altro quello di congestione per gigantismo operativo (i "vecchi" del settore ricordano bene l’implosione, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, del superplayer da 500 radio frutto della fusione delle concessionarie Divisione Radio Italia e SPER). "Spero solo che l’ingresso di Mediaset sia positivo e faccia crescere tutto il settore radiofonico", ha commentato intanto Lorenzo Suraci, editore di RTL 102,5 (che si era proposto per l’acquisto di R 101 da Mondadori tra giugno e luglio scorsi), aggiungendo: "Io faccio il tifo per Alberto Hazan: lui è un grande, da sempre". (M.L. per NL)