Una vittoria per RAI e per Roberto Sergio, promotore dei cambiamenti nell’indagine TER sull’ascolto radiofonico italiano (proprio su queste pagine), per alcuni. Un passo inevitabile dopo la sequela di critiche piovute sul Tavolo Editori Radio s.r.l. negli ultimi anni, con una recente intensificazione coincidente con la pubblicazione del controverso 1° semestre 2023, per altri. Uno schiaffone a troppo numerosi parrucconi della radiofonia, secondo talaltri.
Ma cosa ne pensano gli interessati della delibera pubblicata oggi da Agcom con cui vengono prescritte al Tavolo Editori Radio modifiche a struttura societaria e metodo di rilevazione entro 6 mesi? Lo abbiamo chiesto a Flavio Mucciante, vicedirettore vicario di Radio RAI e a Federico Silvestri, presidente del TER.
Le reazioni
Il primo ha immediatamente riscontrato, fornendo anche alcune risposte, tra le righe, di quanto potrebbe accadere. Dal secondo attendiamo un feedback.
TER bocciato. “Auspicabile che nasca nuovo soggetto con nuova governance”
“Con questa delibera l’AgCom boccia senza appello il Tavolo Editori e le sue resistenze. TER non ha più alcuna credibilità e per il bene della radio in Italia è auspicabile che presto nasca un nuovo soggetto con una nuova governance”. È il commento di Flavio Mucciante, vice direttore vicario di Radio RAI, alla delibera con la quale AgCom ha indicato una serie di “misure e raccomandazioni” al Tavolo Editori Radio in materia di rilevazione degli ascolti radiofonici.
Linee guida per il futuro della radio in Italia
Un documento che – secondo Mucciante – detta in modo inequivocabile le linee guida per l’immediato futuro della radio in Italia: “La vecchia ricerca va sostituita con una nuova, anche in forma ibrida, che garantisca trasparenza e affidabilità della misurazione”.
Punti oscuri
L’intervento dell’AgCom “fa definitivamente chiarezza su una vicenda dai tanti punti oscuri, che mette a rischio la credibilità dell’intero sistema radiofonico italiano”, incalza Flavio Mucciante.
Flavio Mucciante: chi ha paura del cambiamento?
Che lancia una serie di interrogativi: “Chi ha paura di un’indagine seria e rigorosa? Quali nuovi scenari di mercato verrebbero disegnati da una ricerca tecnologicamente affidabile? Chi ha interesse a mantenere lo status quo e perché?”
Non procrastinabile
“AgCom ha dato riscontro positivo a tutte le sollecitazioni e istanze che RAI ha lanciato in questi anni – ricorda il vice direttore di Radio RAI – sia sulla metodologia della ricerca sia sugli assetti societari: l’Autorità definisce non procrastinabile il ricorso al modello del JIC, nel quale vengano rappresentati tutti i protagonisti della realtà radiofonica: editoriali, tecnologici e pubblicitari con inserzionisti, concessionarie e agenzie.
Integrazione di metodologie
Qual è allora, in questo scenario, il sistema di rilevazione che può essere considerato più affidabile? “Probabilmente non esiste un sistema con le prestazioni migliori – dice Mucciante – ma più sistemi in progressiva integrazione, tra metodologie tradizionali (interviste telefoniche o diari) e misurazioni elettroniche con ascolto passivo”.
Nuova fase
“Si apre così una fase nuova nell’ecosistema radiofonico italiano, in cui ciascuno – afferma il vice direttore di Radio RAI – sarà misurato per il contributo che saprà offrire ad una trasformazione epocale. In questo senso RAI ha dimostrato, proprio in questa vicenda, di voler essere uno dei motori del cambiamento”.
La parola a Silvestri
Ora la parola passa al TER. (E.G. per NL)