Radio. RAI Radio Day, Mucciante: quali effetti dall’uscita dal TER? Come è già cambiata la Radio e come cambierà ancora

Flavio Mucciante, RAI Radio Day,

RAI Radio Day, Mucciante: le nostre carte sono un’offerta OTT crossmediale, un nuovo modello di radiovisione.
L’era delle rendite di posizione nella radiofonia è già terminata.
Indagini d’ascolto: o newco con nuovo modello o da soli.
Ma siamo fiduciosi sul fatto che non può esistere un’indagine d’ascolto senza RAI.

L’intervento di Mucciante al RAI Radio Day

Intervento lucido, veloce e ben confezionato quello di Flavio Mucciante (vice direttore di Radio RAI) al RAI Radio Day del 17/10/2023, nella convention di RAI Pubblicità.
I temi trattati sono tutti quelli ospitati (almeno) negli ultimi due anni su Newslinet.

Dal TER, all’OTT, dalla multipiattaforma alla crossmedialità

Dai possibili effetti dall’uscita di RAI dal TER, allo sviluppo dell’ecosistema RAI come OTT, dalla multipiattaforma alla crossmedialità, passando dalla constatazione che l’era delle rendite di posizione è conclusa.

OTT

Non casuale, pensiamo, il riferimento nell’intervento di Mucciante alla BBC, il cui OTT BBC Sounds è stato recentemente oggetto di confronto su queste pagine con RAI Play Sound, la più grande piattaforma audio italiana di un broadcaster che, nell’inerzia del comparto, ha creato un gapche riteniamo ormai difficilmente colmabile – con gli altri competitor radiofonici italiani.

L’offerta integrata

Sul punto Mucciante ha ribadito quanto sia importante per un medium in trasformazione come la radio, raggiungere l’utente (ovunque e comunque) attraverso la multipiattaforma – intesa anche come la moderna omnicanalità – con una offerta integrata (lineare, on demand, crossmediale), uscendo dal concetto superato della radio monodimensionale, alla quale i principali osservatori ritengono sia ancorata la maggior parte della radiofonia italiana

Disintermediate gente, disintermediate

Un concetto alla base della strategia dell’a.d. Roberto Sergio che, partendo, dalla ereditata debolezza di Radio RAI (la diffusione via etere, analogica e digitale), ha spostato il confronto sulla disintermediazione, puntando subito sulla creazione di una piattaforma over the top, che, agendo al di sopra delle reti di distribuzione, le prescindesse.

Radiovisione? C’è di più con la crossmedialità

E, infatti, al RAI Radio Day si è chiaramente percepita la volontà di operare – da parte della concessionaria pubblica – principalmente nella direzione del consolidamento di una piattaforma OTT (RAI Play Sound, “con 24 milioni di utenti registrati”), che integra i contenuti lineari ad una sempre più vasta offerta on demand.

RAI è un social media

Offerta a richiesta che spazia dal catch-up ai podcast originali, ma che è caratterizzata anche da sempre più ampi spazi di crossmedialità con la televisione e i social media (“anzi, la radio crossmediale è essa stessa un social, con le community delle trasmissioni di successo”).

La nuova radiovisione

Superando il modello ormai inadatto ai tempi della radiovisione lineare (che infatti sta mostrando elementi di crisi, come approfondiremo in altro articolo). “E’ la radio che contamina la tv, non viceversa”.

Offerta commerciale

Parlando di un sistema di ecologia audiovisiva delle radiotelevisioni pubbliche basato su qualità e gestione di grandi eventi (“che solo RAI può offrire”) con standard evoluti (“come l’interazione con i protagonisti attraverso esperienze di riprese a 360° e la realtà aumentata”), Mucciante ha illustrato l’offerta RAI di 12 reti radiofoniche tra generaliste e verticali.

Indagini d’ascolto

Relativamente alle indagini d’ascolto, Flavio Mucciante ha nuovamente evidenziato la necessità di ripartire da zero, con una nuova rilevazione allineata alle prescrizioni Agcom con la delibera 202/23/CONS.

Ibrida

Quindi un’analisi ibrida, con componenti di rilevazione elettronica istantanea (“un’app”, ha accennato il manager), affiancata, secondo l’organo di garanzia nelle comunicazioni, ad indagini dichiarative, come CATI o i diari).

Nuova Audiradio o da soli

Una indagine curata da una newco (una nuova Audiradio, come l’aveva definita, riteniamo non casualmente, l’a.d. RAI Roberto Sergio) sostitutiva della s.r.l. Tavolo Editori Radio, società in cui da tempo la concessionaria pubblica non si identificava più e che non poteva continuare ad avvallare “con la sua sola presenza”.

Indagine (in)credibile

Un’indagine non più credibile, come dimostrato dall’ultimo semestre 2023, che ha registrato “aumenti dell’80% di alcune emittenti e di 3 milioni di ascoltatori in pochi mesi del mezzo in generale”.

Può esistere un’indagine ufficiale senza RAI?

Elaborando un concetto che NL aveva esposto tempo fa, Mucciante ha formulato la suggestiva doppia domanda: “Può RAI stare senza rilevazioni d’ascolti? Ma può esistere un’indagine senza RAI?”.

Meglio soli che…

Strategicamente, il vice direttore non ha dato risposta alle due domande, limitandosi ad accennare al fatto che in caso di mancato accordo (su una nuova società per la rilevazione), RAI procederà in autonomia, con una rilevazione “qualitativa e quantitiva” indipendente, “minuto per minuto”.

On air

Ma nell’aria ha aleggiato la considerazione che nessuna pianificazione pubblicitaria può prescindere dal sistema integrato RAI.

Scelte consapevoli

E quindi anche di Radio RAI, “la cui scelta equivale ad esprimere un preciso posizionamento editoriale, ma anche culturale e sociale”. (E.G. per NL)

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