RAI non digerisce le dichiarazioni di ieri ed oggi di Federico Silvestri, presidente del TER e rilancia le proprie critiche contro l’indagine sull’ascolto radiofonico.
Intanto il mercato radiofonico si agita chiedendosi se l’anno prossimo ci saranno due indagini parallele (e quindi sovrapposte) o se RAI finirà emarginata con il sistema compatto ancora monitorato nel 2024 con gli schemi del 2023.
E ancora, ci si chiede: che fine ha fatto il tavolo con gli operatori annunciato in estate da RAI?
Gli interrogativi
Chi ha paura del meter nelle rilevazioni radiofoniche in Italia? Perché non si vuole costituire una nuova Audiradio? Chi trae vantaggio dagli attuali equilibri di mercato?
Ha senso riproporre lo sbiadito remake di una governance che in questi anni ha mostrato totale inadeguatezza , costretta ad un cambio di passo solo da una delibera dell’AgCom?
Mucciante non gradisce le dichiarazioni di Silvestri
Sono alcuni degli interrogativi, lanciati da Flavio Mucciante, vicedirettore della Direzione Radio della Rai e responsabile del Centro di via Asiago, che bolla come “surreali” alcune delle dichiarazioni, rilasciate a NL dal presidente del Tavolo Editori Radio Federico Silvestri.
Nel 2024 come nel 2023
“Sono anni che denunciamo l’inadeguatezza dell’indagine telefonica – incalza Mucciante – E oggi, nonostante la durissima presa di posizione dell’AgCom – apprendiamo che anche nel 2024 non avremo dati affidabili”.
Dati drogati
Del resto – aggiunge Mucciante- il presidente Silvestri, anche nella sua ultima dichiarazione , rilancia come un sorprendente risultato i 3 milioni di ascoltatori in più, registrati in un solo semestre, quando tutti sanno che quel dato è stato drogato da martellanti campagne di autopromozione e da un questionario obsoleto”.
Rappresentanze
E poi – si chiede il vicedirettore di Radio Rai – come fa Silvestri a dire che Ter rappresenta la quasi totalità delle componenti pubbliche della radiofonia italiana?
Chi vuole RAI fuori dai giochi?
“Chi ha interesse a tenere fuori la Rai? Chi sceglie di investire su una rete del Servizio pubblico lo fa per un preciso posizionamento culturale e sociale. La sola presenza della Rai al tavolo è garanzia di affidabilità”, s’interroga il manager RAI.
Contrari a riedizione di TER 2023
“È di tutta evidenza che, in questo scenario, non possiamo prendere in esame una riedizione di Ter – dice Mucciante – ma saremmo pronti ad entrare subito in una nuova società per una nuova indagine, che abbia tutti gli elementi indicati da AgCom”. Una ricerca “integrata con altri strumenti, anche di rilevazione passiva, come il meter. E non solo, come propongono alcuni, con l’ascolto digitale, che rappresenta ancora una percentuale troppo esigua rispetto al totale”.
Indagine senza RAI: è possibile?
“Radio Rai non può stare sul mercato senza ascolti – sostengono alcuni. Ma un’indagine seria – secondo Mucciante – non può prescindere dalla presenza delle reti del Servizio Pubblico.
Mucciante: Silvestri si dimetta
Cosa augurarsi, allora, in questo scenario, per il futuro della radio in Italia? Mucciante non ha dubbi: “che la presidenza di Ter con un atto di responsabilità, che finora non c’è stato, prenda atto della bocciatura di AgCom, del fallimento delle scelte di questi ultimi anni, facendo un passo indietro, che consenta l’avvio di una fase nuova: una nuova società con editori, investitori e pubblicitari e una nuova Audiradio, alla quale Rai ha già manifestato la sua convinta adesione”. (E.G. per NL)