“RAI intende promuovere l’apertura di un tavolo di lavoro con tutti i player del settore radiofonico nell’ambito del quale – ci ha riferito una fonte interna alla concessionaria pubblica – gli investitori pubblicitari (rappresentati da UPA) possano svolgere un indispensabile presidio di garanzia e tutela di tutte le componenti del mercato e del migliore di funzionamento delle metodologie di rilevazione dei dati d’ascolto”. Se non è il prodromo della partenza di una nuova indagine, poco ci manca.
Scontro aperto
S’intensifica ulteriormente lo scontro tra RAI e TER – Tavolo Editori Radio srl, la società che cura l’unica indagine ufficiale sull’ascolto radiofonico.
Dopo la diffida a pubblicare i propri dati relativamente al 1° semestre 2023 respinta dal TER, che ha anzi confermato che essi saranno resi noti il 3 luglio 2023 (come aveva anticipato NL qualche giorno fa), ed il deposito di un ricorso per tentare di bloccarne la pubblicazione, la concessionaria pubblica ha formalizzato anche ad Agcom ed all’UPA (acronimo di Utenti Pubblicità Associati, la rappresentanza degli investitori pubblicitari) la propria decisione di uscire dal Tavolo Editori Radio (di cui è socia).
Azione simbolica
E’ evidente come la notifica ad Agcom ed UPA sia un’azione simbolica, di tipo comunicativo (nello stile di Roberto Sergio, neo ad RAI, verrebbe da dire), considerato che i due soggetti non hanno un ruolo diretto nella vicenda. Anche se sono indirettamente coinvolti.
All’uno si volge il discorso, all’altro l’intendimento
Quello di RAI è, in breve, un segnale formale al mercato di sfiducia verso l’indagine e la governance della società TER, che, a questo punto, se possibile, rende più difficilmente sanabile la situazione di quanto già non fosse divenuta.
Agcom e UPA
Proprio Agcom, infatti, tempo fa aveva sollecitato la trasformazione del TER da MOC (Media Owner Committee), in quanto partecipata solo dai rilevati stessi, a JIC (Joint Industry Committee), cioè partecipata trasversalmente da tutti gli attori del mercato di riferimento, quindi anche i pubblicitari, cioè proprio l’UPA, che non ha mai digerito la sua emarginazione.
RAI sarà la sola?
La domanda che si stanno ponendo tutti gli editori (ma che nessuno pronuncia pubblicamente) è: ci saranno altre defezioni e, soprattutto, RAI si farà promotrice di un’altra indagine, o si presenterà sul mercato pubblicitario con dati autonomi?
La pentola
Da un breve giro di consultazione fatto in questi giorni, la sensazione più diffusa è che RAI stia scoperchiando una pentola la cui acqua sta bollendo da tempo.
Lumi a Mucciante
In attesa di approfondimenti coi diretti interessati (nella specie il vicedirettore vicario di Radio RAI Flavio Mucciante), abbiamo avuto conferma che RAI intende promuovere, da subito, l’apertura di un tavolo di lavoro con tutti i player del settore radiofonico.
Dal Tavolo Editori Radio al Tavolo di Lavoro dei Radiofonici
“Nell’ambito del quale – ci ha riferito una fonte interna RAI – gli investitori pubblicitari possano svolgere un indispensabile presidio di garanzia e tutela di tutte le componenti del mercato e del migliore di funzionamento delle metodologie di rilevazione dei dati d’ascolto”. (E.G. per NL)