RAI, in ripetute occasioni, ha messo in discussione l’indagine CATI del TER. Ma oggi brinda ai risultati di tale rilevazione. Una contraddizione?
Sergio a NL: credo che TER negli anni scorsi abbia sempre sottostimato Rai Radio e che finalmente oggi, avendo noi aumentato la nostra visibilità, si sia avvicinata alla realtà. Ma oggi non siamo più soli a richiedere la revisione di una meotodologia di rilevazione degli ascolti inadeguata.
Dobbiamo uscire dalla competizione fra piattaforme. Sono tutti veicoli per portare contenuti alle persone. Non c’è e non deve esserci la piattaforma unica vincente. Siamo in un mondo media estremamente parcellizzato: ogni piattaforma fa il suo lavoro. Facile previsione a breve-medio termine: il peso dell’Ip non potrà che crescere a discapito, soprattutto, dell’FM.
RAI brinda ai dati TER del 1° semestre 2021
“Nei primi sei mesi del 2021 Rai Radio2 è cresciuta del +22% in share, del +12% nel giorno medio rispetto al primo semestre del 2019 e del +14% sul secondo 2020, superando i 2.8 milioni di ascoltatori nel giorno medio. Lo dicono le rilevazioni TER”, annuncia RAI.
Tutti giù per TER
Ma proprio RAI, in ripetute occasioni, soprattutto su queste pagine, ha messo in discussione l’indagine CATI del Tavolo Editori Radio, responsabile di fornire dati vecchi ed inquinati dalla notorietà del brand più che basati sull’effettivo ascolto.
A Roberto Sergio, direttore di Radio RAI, abbiamo chiesto quindi spiegazioni a riguardo di questa apparente contraddizione. Cogliendo l’occasione per un confronto più vasto.
Che la metodologia di rilevazione TER non sia adeguata è un dato di fatto che continuiamo a sostenere
(Newslinet) – I dati TER vi hanno premiato. Tuttavia si tratta sempre di quella metodologia di rilevazione su cui RAI aveva sollevato dubbi a riguardo della capacità di riportare la realtà fattuale…
(Roberto Sergio) – Che la metodologia di rilevazione TER non sia adeguata è un dato di fatto che continuiamo a sostenere. Evidentemente, l’esposizione che Rai e le radio Rai hanno avuto nell’ultimo semestre ha fatto sì che quella ricerca, così fortemente influenzata dall’awareness dei canali, ne abbia risentito positivamente.
Credo che Ter negli anni scorsi abbia sempre sottostimato Rai Radio
In sostanza, credo che Ter negli anni scorsi abbia sempre sottostimato Rai Radio e che finalmente oggi, avendo noi aumentato la nostra visibilità, si sia avvicinata alla realtà. Tanto che i dati Ter coincidono in gran parte con le nostre rilevazioni riservate basate su meter. Ma tutto ciò – purtroppo – non fa che confermare e ribadire l’inadeguatezza del metodo di indagine.
Sono lieto che anche Suraci chieda aggiornamento del sistema di rilevazione. E credo non sia l’unico
(NL) – Del resto, non siete più soli ad invocare un aggiornamento del sistema di rilevazione. Ora anche Suraci (RTL 102.5) lo richiede….
(R.S.) – Ne sono molto lieto. E credo che non sia l’unico.
Spaccato
(NL) – Avete dichiarato che i dati TER sono allineati a quelli della vostra rilevazione autonoma. In attesa dello spaccato per device, quale è (nella vostra ricerca indipendente) il peso percentuale di FM, DAB+, DTT (audio) e IP (facendoci qui rientrare anche la visual radio)?
(R.S.) – Il patto con Ter sulla nostra ricerca è che resti riservata. Per questo non posso davvero sbilanciarmi su questi aspetti. Posso però dire che la tendenza è di un progressivo spostamento verso le piattaforme digitali.
Processi migratori
Fenomeno che in un certo senso è fotografato anche da TER: i due milioni e più di ascoltatori che dichiara persi nell’ultimo triennio in realtà non sono tali. sono ascoltatori che si sono spostati sulle piattaforme non monitorate o monitorate parzialmente, come appunto quelle citate nella domanda.
Aggregatori sfuggenti ed FM impoverita
E aggiungo anche gli aggregatori che sfuggono a qualsiasi rilevazione che non sia di tipo passivo. E posso già spingermi su una facile previsione a breve-medio termine dicendo che il peso dell’Ip non potrà che crescere a discapito, soprattutto, dell’Fm.
Dobbiamo uscire dalla competizione fra piattaforme
(NL) – A proposito di IP: vi siete nuovamente persi RadioPlayer per strada?
(R.S.) – RadioPlayer è una delle modalità di ascolto digitale su cui puntiamo. E peraltro da RadioPlayer abbiamo dati di traffico IP. Abbiamo anche contributo di recente a una importante campagna di comunicazione. Ma dobbiamo uscire dalla competizione fra piattaforme. RadioPlayer, le app proprietarie come la futura Rai Play Sound, le app terze, le tv connesse sono tutti veicoli per portare contenuti alle persone.
Non c’è e non deve esserci la piattaforma unica vincente
Non c’è e non deve esserci la piattaforma unica vincente. Siamo in un mondo media estremamente parcellizzato: ogni piattaforma fa il suo lavoro. (E.G. per NL)