Radio, quote RCS in Finelco (R 105, RMC, Virgin). Clessidra conferma: trattative in stallo

Claudio Sposito, principale esponente del fondo Clessidra, ha confermato quanto anticipato su queste pagine: la trattativa tra il private equity player e RCS per la quota detenuta dal gruppo editoriale in Finelco (cui fanno riferimento le emittenti nazionali Radio 105, RMC e Virgin) e’ in stallo.

La dichiarazione di Sposito è giunta a margine di un convegno Aifi in Assolombarda. Il leader di Clessidra ha confermato come il deal faccia riferimento ad "una situazione molto complessa, che ha bisogno di molti punti di quadratura che al momento non ci sono". Pur non escludendo il top manager del Fondo "che il dialogo si sblocchi e si giunga a un accordo", secondo gli osservatori qualificati, la distanza sulla valutazione degli asset imprenditoriali del più importante polo radiofonico italiano privato è così ampia da rendere improbabile una definizione a breve dell’operazione. Così, in attesa di nuove destinazioni, l’importante quota (44,5%) detenuta da RCS (Corsera) nella società milanese controllata dalla famiglia Hazan, rimane per ora al suo posto. Il fondo di private equity Clessidra si era proposto per l’acquisto per conto di un proprio cliente (a riguardo, era circolato il nome di Mondadori, editore della mai decollata R 101 ed in affannosa ricerca di consolidamento nel settore), ma, secondo voci girate nel settore, il valore di Finelco (le quote di RCS erano state ottenute attraverso il conferimento dell’infelice Play Radio, ex RIN Italia Network, per consentire la nascita della geniale Virgin Radio, fortemente voluta da Alberto Hazan), restituivano una valutazione decisamente incoerente (per difetto) con il posizionamento delle emittenti controllate nel panorama radionico nazionale, col valore strategico delle stesse e col fatturato generato dal gruppo (considerato tra i più promettenti in termini di sviluppo, insieme a RTL 102,5). La distanza in termini di definizione del prezzo per la cessione delle quote sarebbe stata pertanto alla base della rottura delle negoziazioni. A questo punto, pur non escludendo che qualche altro soggetto possa farsi avanti (nel recente passato l’unica alternativa era stata la controversa offerta del patron di RDS, Eduardo Montefusco), tanto più che il medium radio è considerato in questo momento il più reattivo in termini di ricrescita commerciale post-crisi (+5,6% di raccolta a gennaio, contro la tv a +1,6% e tutti gli altri mezzi ancora col segno negativo), le parti dovranno valutare le ipotesi contrattuali di put & call (nel gergo finanziario il compratore nell’opzione call ha facoltà di acquistare od abbandonare, mentre nell’opzione put di vendere od abbandonare). (M.L. per NL)

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