Radio. Quanto aumenterebbe l’ascolto radiofonico con gli smart speaker se i comandi fossero più semplici?

smart speaker, microfono

Se il nostro (antico) ricevitore radio FM/AM potesse ricevere comandi vocali per attivarsi e farci ascoltare la stazione preferita, quali sarebbero quelli preferibili, cioè più intuitivi?
Probabilmente “sintonizza Radio...”, oppure “fammi ascoltare Radio… “.
Quali menti perverse, in quel di Seattle e Mountain View, hanno pertanto ritenuto congeniali, per i sostituiti dei ricevitori radio tradizionali, gli smart speaker, comandi (invocazioni, secondo la loro supplicante accezione) del tipo: “Parla con Radio…”,  “Chiedi a Radio… di ascoltare la radio” (proprio così, con la ripetizione!) o “Apri Radio…“?

Comandi congeniali. Per chi?

Eppure questi comandi sono stati ritenuti i più congeniali dai maggiori produttori di smart speaker Amazon e Google (anche se quest’ultima pare stia abbandonando il settore dell’entertainment radiofonico sui suoi dispositivi vocali).

Pensiero complottista

Anche se il dubbio di qualcuno è che li abbiano resi così poco intellegibili e memorizzabili proprio per inibire l’ascolto radiofonico a favore delle proprie piattaforme di streaming audio on demand, come Amazon Music.

Broadcaster: misura colma

Una situazione che per i broadcaster UK non era più tollerabile, tanto che avevano fatto pressione sui politici affinché fosse imposto ai produttori di smart speaker un accesso preferenziale ai cosiddetti fornitori di servizi audio (ma anche video) di interesse generale, cioè le emittenti radiofoniche (e televisive) classiche.

Prominence

In definitiva, quella che in Europa è definita prominence (dei servizi di media audiovisivi di interesse generale) e che in Italia è attualmente al vaglio dell’Agcom.
Quella proposta di legge in Gran Bretagna, che NL aveva anticipato, è ora diventata il Media Bill, approvato a fine marzo, con un apposito capitolo (il 351) dedicato all’obbligo in capo ai produttori di smart speaker di semplificare i comandi vocali per l’ascolto delle emittenti radiofoniche licenziatarie (quindi i broadcaster).

No preroll (non autorizzato)

Ma anche impedendo agli intermediari (capitolo 356) di inserire messaggi pubblicitari autonomi (i cosiddetti pre-roll).

Protezionismo

Si tratta, a tutti gli effetti, di una forte misura protezionistica che, con ogni probabilità, sarà simile a quelle che saranno adottate dalla UE nell’ambito della dichiarata guerra allo strapotere degli OTT.

Cosa cambierà, ora?

Sarà ora interessante scoprire quanto aumenterà l’ascolto in UK a seguito della semplificazione dei comandi per la somministrazione dei flussi audio radiofonici. E quanto diminuirà l’intermediazione commerciale, che gli editori definiscono “parassitaria“. (M.L. per NL)

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