Ogni anno, in Italia, vengono vendute 1,6 mln di automobili nuove in grado di ricevere contenuti radiofonici digitali (promiscui, cioè DAB+IP). Ciò è un fatto noto. Ma quanti sono coloro che, nel nostro paese, ascoltano la radio DAB in auto e quanti quelli che, nel medesimo ambiente, lo fanno in streaming? A questa domanda, per quanto a noi noto, nessuno ha dato risposta. Finora.
Sintesi
Prima di esporre i risultati di uno studio sul tema, come di consueto facciamo un recap dei dati noti.
Considerato che l’obbligo di dotazione di autoradio DAB vige dal 2020, è realistico stimare in 6-7 mln le vetture equipaggiate per la ricezione di radio digitale via etere. Di queste, 5-6 mln, tuttavia, sono altresì equipaggiate spontaneamente dai produttori (cioè senza vincolo normativo) con Android Auto ed Apple CarPlay e pertanto sono in grado di organizzare e semplificare la fruizione integrata nel dashboard di servizi di streaming audio (ed ovviamente non solo, come dimostra la progressiva sostituzione dei navigatori da captive ad esterni).
Perimetro allargato DAB+IP via bluetooh
Tuttavia, se allarghiamo il perimetro di analisi alle automobili dotate di connessione bluetooh, per le quali è relativamente agevole ricevere contenuti in streaming via mirrorlink con lo smartphone (a prescindere quindi dall’integrazione nativa nell’auto di Android Auto ed Apple CarPlay), la stima, secondo l’Osservatorio Connected Car & Mobility, sale ad un valore di circa 17 mln di vetture connesse su un totale di 40 mln a fine 2023.
Le conseguenze
Cosa comporta ciò?
Disintermediazione = controllo delle piattaforme di distribuzione dei contenuti
Le emittenti radiofoniche e televisive stanno perdendo gradualmente il controllo delle piattaforme di distribuzione dei contenuti.
Il precedente televisivo
A dire il vero, quelle televisive l’hanno perso completamente dall’ultimo switch-off DTT, posto che sono veicolate da terzi operatori di rete su frequenze terrestri (intermediate, come si dice oggi) mentre la loro presenza sulle piattaforme OTT, fuori dai fornitori di contenuti dei superplayer RAI e Mediaset, è praticamente inesistente.
La radiofonia
Per la radio sopravvive (anzi, per ora è ancora prioritaria), quanto a piattaforma proprietaria esclusiva di veicolazione, la modulazione di frequenza, seppur con un tasso di decrescita dell’impiego nell’ordine del 5% annuo relativamente all’ascolto in auto (che si riflette sui valori degli asset, come abbiamo più volte fatto notare) e che può aumentare fino ad un paio di punti percentuali se si includono i ricevitori FM stand alone (dati elaborati con il Metodo Consultmedia©, validato ed adottato dall’Agenzia delle entrate nella valutazione degli asset radiofonici).
Tra intermediazione e disintermediazione
A metà strada tra la disintermediazione assoluta della FM e l’intermediazione del DTT, nel caso specifico italiano, troviamo il DAB, di cui le emittenti (quantomeno le concessionarie FM socie dei consorzi) hanno forme di controllo quali soci del consorzio operatore di rete (diversa la condizione dei nativi digitali, che non hanno quote societarie e quindi possibilità alcuna di controllo).
La penetrazione del DAB
La penetrazione del DAB cresce naturalmente con l’aggiornamento del parco auto, che, su un universo di circa 40 mln di veicoli (secondo l’Istat nel 2021 erano 39,8 milioni le autovetture circolanti in Italia, ovvero, in proporzione, 673 ogni mille abitanti), vede un ricambio di circa 1,6 mln di automobili (quindi il 4%), ovviamente tutte dotate di autoradio digitale (appunto munite di sistemi di ricezione DAB+IP).
Le tendenze
In due recenti articoli abbiamo esaminato le tendenze dell’automotive a riguardo della somministrazione di contenuti audio sulle automobili, con il preoccupante, recentissimo, precedente di Citroen (Stellantis) e Dacia (Renault) di porre in commercio auto elettriche prive di autoradio, delegando la ricezione radiofonica al collegamento via bluetooh dello smartphone al car entertainment.
Le auto dotate di bluetooh
Come abbiamo anticipato in apertura, negli ultimi anni, la connessione bluetooth è diventata una caratteristica standard in molte nuove auto, poiché consente agli automobilisti di collegare i dispositivi mobili al sistema di infotainment del veicolo per effettuare chiamate in vivavoce, ascoltare musica e utilizzare altre funzionalità senza fili.
Quanto pesa l’ascolto digitale disintermediato?
Ma ad oggi quanto è l’ascolto in auto completamente disintermediato, cioè attraverso streaming?
I dati TER
L’attuale indagine ufficiale sull’ascolto radiofonico italiano TER dell’ex Tavolo Editori Radio (oggi Editori Radiofonici Associati), relativamente all’annualità 2023,ci dice che su 52 mln di italiani maggiori di quattordici anni, circa 36 mln ascoltano la radio, di cui 1,097 mln lo fanno attraverso PC/tablet, 3,693 mln con smartphone (praticamente tutti in streaming, considerata che nella quasi totalità dei dispositivi il ricevitore FM è stato rimosso) e 1,455 via smart speaker.
17% del complesso dell’ascolto radio è in streaming
Quindi 6.245.0000, cioè circa il 17%; una percentuale leggermente superiore a quella europea, che vede la modulazione di frequenza dominare ancora l’ascolto col 55% di penetrazione, seguita dal DAB al 25%, dallo streaming al 15% e dalle onde medie al 5%, quest’ultime con disimpegno totale quasi completato.
Domanda specifica
Ciò però non risponde ancora alla domanda specifica: quanti di questi ascoltatori in streaming fruiscono dei contenuti radiofonici in auto?
Dati incrociati
Per cercare una risposta proponiamo di incrociare alcuni dati di facile acquisizione.
Media Progress
Secondo un recente studio della società di analytics strategy in ambito radiotelevisivo Media Progress (gruppo Consultmedia), di cui ci siamo già occupati più volte nei giorni scorsi, l’utilizzo dello smartphone per ascoltare radio e musica è per il 72% effettuato indoor (casa-lavoro), per il 29% in auto e per il 21% in movimento, outdoor (la somma dei valori percentuali risulta superiore a 100 in quanto, naturalmente, l’ascolto per ambiente può essere plurimo per utente).
Ipsos
Dati molto simili a quelli rilevati nel 2023 da Ipsos a riguardo della ripartizione dell’ascolto audio on demand attraverso smartphone (podcast, nel caso di specie): 74% indoor (73% nel 2022); 33% in macchina (era il 28% nel 2022); 20% sui mezzi di trasporto (era il 22% nel 2022).
1,9 mln di ascoltatori in streaming sulle quattro ruote
Mediando le percentuali di Media Progress (29%) e Ipsos (33%), potremmo pertanto sostenere che dei 6.245.000 ascoltatori radiofonici in streaming, 1.900.000 lo sono in auto, escludendo ovviamente l’ascolto passivo degli eventuali altri occupanti l’abitacolo dell’automobile oltre il conducente che si assume essere il gestore della fonte di somministrazione (lo smartphone in mirrorlink o le piattaforme integrate Android Auto ed Apple CarPlay).
E quelli DAB?
Quanti potrebbero essere gli ascoltatori DAB sulle quattro ruote, invece?
Anche in questo caso possiamo procedere con una metodologia deduttiva incrociando i dati, escludendo l’ascolto passivo (quindi determinando un dato per difetto) e dando per verosimile che la maggior parte di coloro che dispongono di vetture equipaggiate con DAB prediligono tale piattaforma rispetto alla FM, soprattutto in considerazione del fatto che le nuove autoradio privilegiano la radio digitale (esponendola come scelta preferenziale e relegando le stazioni analogiche alla fine dell’elenco).
Le proporzioni
Secondo i dati TER, l’ascolto promiscuo in autoradio (FM/DAB) è di 26,3 mln di utenti, dato coerente con il numero delle automobili in circolazione (40 mln) – il 65,75% dei possessori di auto ascolta la radio – e proporzionato col rapporto ascoltatori radiofonici/popolazione italiana 14+ (35 mln/52 mln = 67,31%).
4 mln di ascoltatori DAB sulle quattro ruote
Assumendo che le autoradio munite di DAB siano, come detto in apertura, circa 6 mln, è plausibile che gli ascoltatori esclusivi DAB, applicando il medesimo rapporto di cui sopra (40 mln di auto: 6 mln di auto con DAB = 26,3 mln di ascolti tramite autoradio: 3,945 mln), siano quasi 4 mln (esclusi gli ascoltatori passivi, ovviamente).
5,9 mln di ascoltatori attivi DAB+IP sull’auto
Sommando quindi gli ascolti digitali (DAB+IP) sulle quattro ruote, spiega il rapporto Media Progress, “possiamo pertanto assumere che oggi 5,9 mln di italiani ascoltano la radio digitale (DAB+IP) in automobile”. (M.R. per NL)