Radio. Quanti sono gli ascoltatori DAB e IP sulle auto italiane nel 2024? Uno studio MP su fruizione radio digitale risponde a questa domanda

studio mp, infotainment,

Quanti sono realisticamente gli ascoltatori della radio DAB in Italia in auto? E quanti quelli in streaming (sempre sulle quattro ruote)?
E’ possibile rispondere a queste due domande che danno la misura della penetrazione della radio digitale sulle quattro ruote?
Lo fa un rapporto trimestrale Studio MP 2.24 della società di analisi strategica Media Progress, incrociando i dati TER, Ipsos e Connected Car & Mobility.

Sintesi

Ogni anno in Italia vengono vendute circa 1,6 milioni di nuove automobili dotate di sistemi di intrattenimento che permettono anche la ricezione di contenuti radiofonici digitali, tramite DAB ed IP.
Sebbene questo dato sia ampiamente noto, resta ancora oscuro la suddivisione tra le due piattaforme. Attraverso l’incrocio di dati ed indagini effettuato dallo Studio MP 2.24 (così sono definiti i rapporti trimestrali della società di analisi strategica nel settore radiotelevisivo Media Progress, gruppo Consultmedia), Newslinet risponde a questa domanda.

Una panoramica sul parco auto italiano

Dal 2020, tutte le nuove vetture vendute in Italia devono essere equipaggiate con radio DAB. Lo ha previsto la L. 205/2017 (legge di bilancio 2018, art. 1 c. 1044), come successivamente modificata in una disposizione inserita a margine del D.L. 32/2019, convertito nella L.55/2019.

Il peso delle piattaforme digitali in auto

Da allora, è possibile stimare che ci siano tra i 6 e i 7 milioni di automobili attualmente in circolazione nel Paese con sistemi di ricezione radio digitale via etere.

Android Auto & Apple CarPlay

Tra queste, una grande fetta – tra 5 e 6 milioni – è anche dotata dei più moderni sistemi di infotainment che, sfruttando i software Android Auto e Apple CarPlay, semplificano la somministrazione di servizi di streaming audio e rendendo più agevole l’accesso ai contenuti dal dashboard dell’automobile.

Il ruolo del bluetooth

Se consideriamo anche le auto dotate di connettività bluetooth (sicuramente tutte quelle nuove e comunque quelle delle ultimissime generazioni), capaci di ricevere contenuti in streaming attraverso il collegamento con lo smartphone tramite mirroring, il numero di vetture connesse sale sensibilmente.

Osservatorio Connected Car & Mobility

Nel dettaglio, secondo i dati forniti dall’Osservatorio Connected Car & Mobility, a fine 2023 c’erano circa 17 milioni di automobili connesse su un totale di 40 milioni di veicoli circolanti.

Connessione più ampia

Tale dato include tutte quelle vetture che, pur non avendo un sistema nativo per lo streaming (come appunto Android Auto ed Apple CarPlay), possono facilmente accedere ai contenuti digitali grazie alla connettività bluetooth.

La disintermediazione delle piattaforme di distribuzione dei contenuti

Il panorama radiofonico e televisivo sta vivendo una fase di graduale disintermediazione, con le emittenti che stanno perdendo sempre più il controllo diretto sulla distribuzione dei loro contenuti.

La tv è già andata sotto il controllo di terze parti

Ora, per quanto riguarda la televisione, il controllo è stato già perso con l’ultimo switch-off del digitale terrestre: le reti televisive sono infatti veicolate da operatori di rete terzi e la presenza diretta (cioè non intermediata da terze parti) sulle piattaforme OTT è minima (tra i broadcaster fanno eccezione i superplayer RAI e Mediaset).

La radio resiste, ma per quanto?

Nel mondo della radio, la situazione è diversa: la modulazione di frequenza (FM) rimane ancora la principale piattaforma di trasmissione, sebbene il suo utilizzo sia in calo (si stima la completa perdita della rilevanza tra il 2030 ed il 2035 pur in assenza di uno switch-off analogico digitale), soprattutto nell’ascolto in auto, con una riduzione del 5% annuo.

Asset legacy

Questo declino si riflette anche sul valore degli asset legacy radiofonici, come evidenziato da dati elaborati dallo Studio MP 2.24 attraverso il Metodo Consultmedia© e adottato dall’Agenzia delle Entrate.

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Il ruolo di facilitatore del DAB

Il DAB, d’altra parte, si posiziona a metà strada tra la disintermediazione dell’FM e l’intermediazione televisiva del digitale terrestre: le emittenti, specialmente quelle che fanno parte dei consorzi DAB, mantengono infatti una certa forma di controllo sulla distribuzione via etere grazie alla loro partecipazione come soci (non è ovviamente così per i fornitori di contenuti indipendenti).

La crescita della radio DAB e l’aggiornamento del parco auto

La penetrazione del DAB è destinata a crescere con il progressivo aggiornamento del parco auto. Secondo i dati Istat risalenti al 2021, nel nostro Paese circolano grossomodo 40 milioni di veicoli, con un tasso di ricambio di 1,6 milioni di auto nuove vendute ogni anno, tutte dotate di sistemi di ricezione DAB+IP.

Ogni anno si digitalizza il 4% del parco auto

Questo significa che il 4% delle automobili in circolazione viene aggiornato annualmente con le nuove tecnologie radiofoniche digitali.

Il precedente preoccupante di Citroen e Dacia

Due casi recenti fanno riflettere sull’evoluzione dell’infotainment nelle auto: Citroen (Stellantis) e Dacia (Renault) hanno lanciato sul mercato auto elettriche prive di autoradio, demandando la ricezione dei contenuti radiofonici al collegamento bluetooth dello smartphone.

Tendenza inarrestabile

Questo cambiamento riflette una (riteniamo) inarrestabile tendenza crescente verso una maggiore integrazione delle tecnologie digitali e una diminuzione dell’importanza delle autoradio tradizionali.

L’indagine conoscitiva Agcom

Al punto da aver stimolato Agcom ad avviare un’indagine conoscitiva (Del. 316/24/CONS) che, tra l’altro, indagherà sulla necessità di preservare il vincolo di equipaggiamento DAB sulle nuove auto (posta la presenza di una interfaccia digitale IP).

Bluetooth: una tecnologia sempre più diffusa

Come già accennato, il bluetooth è ormai una caratteristica standard in molte nuove vetture che consente ai conducenti di collegare i loro dispositivi mobili per accedere facilmente a chiamate in vivavoce, musica e, naturalmente, contenuti radiofonici in streaming.

Pesi specifici

Ma quanto pesa effettivamente l’ascolto digitale disintermediato in auto?

I dati TER sull’ascolto radiofonico

L’indagine TER (Tavolo Editori Radio), relativa all’annualità 2023, fornisce dati importanti sull’ascolto radiofonico in Italia: su una popolazione di 52 milioni di persone con più di 14 anni, 36 milioni ascoltano la radio.

Device IP

Di questi, 1,1 milioni lo fanno tramite PC o tablet, 3,7 milioni con smartphone (praticamente tutti in streaming, poiché i ricevitori FM sono ormai assenti nei dispositivi mobili), e 1,45 milioni attraverso smart speaker.

Il 17% dell’ascolto radiofonico è in streaming

Questi numeri mostrano che il 17% degli ascoltatori radiofonici in Italia accede ai contenuti tramite streaming, un dato leggermente superiore rispetto alla media europea, dove la FM domina ancora con il 55% di penetrazione, seguito dal DAB con il 25%, l’IP con il 15% e le onde medie con il 5%.

Streaming in auto: quanti sono?

L’elaborazione contenuta nello Studio MP 2.24 attesta che il 29% degli ascoltatori di radio in streaming utilizza lo smartphone per ascoltare in auto, confermando il dato Ipsos che rileva una fruizione IP del 33% da parte di chi ascolta in macchina.

1,15 mln di persone ascoltano via IP in auto

Mediando questi dati, possiamo stimare che circa 1,15 milioni di persone in Italia ascoltano la radio in streaming direttamente dal loro veicolo.

Gli ascoltatori DAB in auto

E quanti ascoltano la radio in DAB?
Lo Studio MP 2.24, incrociando i dati TER e considerando che il 65% degli automobilisti ascolta la radio, stima che siano circa 4 milioni gli italiani che utilizzano esclusivamente la radio digitale via etere (cioè DAB+) nelle loro vetture.

La somma degli ascolti digitali: DAB+IP in auto

Sommando i dati relativi all’ascolto in streaming e in DAB, emerge che attualmente 5,9 milioni di italiani ascoltano la radio digitale (DAB+IP) in auto.

Conclusioni

Un dato che riflette la crescente diffusione della tecnologia digitale nel mondo dell’automotive. (M.R. per NL)

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