Radio. Quali sono i principali indicatori dell’audience online? E cosa succede comparando emittenti italiane omogenee con quelle estere?

indicatori

In un periodo di intenso dibattito sulla total audience e sui criteri di misurazione degli ascolti sulle varie piattaforme, abbiamo voluto chiedere a degli esperti della materia quali sono i principali indicatori da considerare per sondare il livello della fruizione streaming.
E ci siamo spinti anche oltre, azzardando un confronto tra un’emittente italiana ed una inglese, sostanzialmente omogenee (per formato e piattaforme distributive).
I dati, come sempre, sono interessanti, se assunti con finalità non assoluta, ma indicativa di un trend.

Il nostro interlocutore

Il nostro interlocutore è Francesco Triolo, di Meway, la società che – tra l’altro – gestisce il noto sistema di monitoraggio degli ascolti in streaming Statcast, di cui ci siamo già occupati diverse volte.

Francesco Triolo dati - Radio. Quali sono i principali indicatori dell'audience online? E cosa succede comparando emittenti italiane omogenee con quelle estere?
Francesco Triolo (MeWay)

Indicatori

(NL) – Gli editori tendono a misurare le performance delle proprie emittenti in streaming normalmente riferendosi agli ascolti contemporanei ed alle sessioni giornaliere. E’ corretto farlo?
(Francesco Triolo) – Quelli sono indicatori importanti, ma non certamente i soli. E, soprattutto, non sono decisivi sul piano commerciale…

TLH, ATSL, CUME

(NL) – Quali altre metriche andrebbero assunte a riferimento?
(Francesco Triolo) –  Certamente il TLH, che misura il totale delle ore di ascolto, l’ATSL, che definisce la media del tempo di ascolto e il CUME, cioè gli ascoltatori unici per oltre 1 minuto (per epurare le sessioni bot). Ovviamente Statcast ne offre molti di più, ma per esigenze di spazio, qui, ci siamo limitati a quelli più impattanti.

Lo stato dello streaming radiofonico italiano

(NL) – Quale è lo stato della radiofonia italiana a riguardo dell’ascolto in streaming?
(F.T.) – Sicuramente c’è molto da fare quanto a creazione della cultura di base e su questo Newslinet sta facendo un buon lavoro. Noto infatti dei passi avanti, soprattutto per quanto riguarda la valorizzazione delle piattaforme proprietarie (app, sito, skill per smart speaker, app per smart tv), che costituiranno il patrimonio del futuro di un’emittente.

Aggregatori importanti per automotive

(NL) – E la presenza sugli aggregatori?
(F.T.) – E’ importante, soprattutto per quelli che trovano uno spazio sulle piattaforme delle case automobilistiche, cioè che sono preinstallati sul dashboard delle vetture. Ma, al momento, sono pochi…

TuneIn e Audials

(NL) – Già TuneIn per le vetture di origine americana e Audials per Audi e Volkswagen…
(F.T.) – Inoltre, il traffico generato dagli aggregatori non è prezioso come quello proprietario…

Comportamenti fisiologici ed indicatori

(NL) – In che senso?
(F.T.) – C’è fisiologicamente zapping, mentre sull’app e sul sito l’ascolto è per natura prolungato. Anche se l’offerta deve garantire la fidelizzazione…

Piccoli ecosistemi crescono

(NL) – In che modo?
(F.T.) – Intanto le app di nuova generazione, che come Meway progettiamo, sono tutti ecosistemi in grado di integrare l’offerta audio lineare con quella on demand (catch-up, podcast), video (visual radio) e testuale (articoli), di dialogare via social (dall’app).

Automotive

Ma soprattutto sono in grado di interagire efficacemente coi sistemi Android Auto ed Apple CarPlay.

Smart speaker

(NL) – Quanto a smart speaker e smart tv?
(F.T.) – Per gli smart speaker ormai si fa riferimento alle skill di Amazon per i dispositivi governati da Alexa, dopo che Google si è presa, diciamo, “una pausa di riflessione”.

Smart tv

Per le smart tv, le principali piattaforme da presidiare sono quelle dei tv Android, Samsung ed LG. Come Meway ci occupiamo di rilasciare le relative applicazioni.

Prominence

Si tratta di una delle piattaforme che, come insegnate, sarà maggiormente interessata dagli interventi sulla prominence dei servizi di media audiovisivi di interesse generale che state seguendo con attenzione.

Il confronto Italia-UK

(NL) – Ti abbiamo chiesto un esperimento: senza fare nomi (per ovvie ragioni), confrontare, tra quelle monitorate, due emittenti omogenee per formato e dimensione in due nazioni con un livello di affermazione della radio digitale molto differenti, una italiana ed una inglese, lungo un periodo equivalente del mese di agosto 2023 e relativamente al principale flusso streaming (entrambe le emittenti ne dispongono più d’uno). Cosa emerge dalla tabella sintetica che riportiamo nell’immagine d’apertura dell’articolo?
(F.T.) – La stazione inglese (dove l’ascolto digitale è consolidato) ha numeri assoluti più rilevanti, mentre quella italiana ha un ascolto più fidelizzato.

Competizione

Probabilmente quella UK opera in una condizione di maggior competitività, con altre emittenti consolidate quanto ad ascolto streaming (anche in considerazione dello stato del mercato nazionale).

Fattori influenzanti

Quella italiana performa bene con numeri più piccoli, ma sembra avere minore competizione sul segmento di riferimento. Probabilmente perché le stazioni concorrenti non fidelizzano altrettanto bene e quindi l’ascolto è più consolidato e prolungato.

Occhio a trarre conclusioni sugli indicatori

Prendete però veramente con le pinze queste considerazioni, perché ogni prodotto radiofonico è differente dall’altro.

Ma saper leggere è importante

Ma saper leggere questi indicatori è importante per capire se si sta operando bene o male. E come eventualmente correggere il tiro. (M.R. per NL)

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