Quando l’istituto di ricerca americano Edison Research, nel 2014, ha introdotto l’indagine Share of Ear® sull’ascolto del complesso sonoro, la fruizione in casa rappresentava circa il 50% di tutto il tempo trascorso con l’audio.
Quel valore non è quasi mai cambiato (a differenza dei device d’ascolto) fluttuando, di trimestre in trimestre, di uno o due punti percentuali in entrambe le direzioni, a dimostrare la costante richiesta di contenuti audio da parte del pubblico a prescindere dal tipo di dispositivo disponibile (sempre meno ricevitori AM/FM e sempre più device connessi).
Poi è arrivato il cigno nero costituito dal Covid ed il panorama è notevolmente mutato.
60% ascolto casalingo col Covid
In quel frangente l’ascolto casalingo è salito al 60%, per regredire poco e lentamente con la fine della pandemia.
56% oggi
Oggi il tempo di ascolto casalingo è del 56%, ma ad essere mutate sono soprattutto le percentuali di distribuzione sui giorni della settimana.
Ascolto infrasettimanale prima e dopo la pandemia
Il grafico sottostante mostra l’aumento dell’ascolto in casa tra il 2019 (pre-pandemia) ed il 2023
I like monday
Si noti come il lunedì sia attualmente il giorno in cui si registra il maggior aumento dell’ascolto audio da casa, mentre prima del Covid era esattamente il contrario.
Giorni centrali down
Il mercoledì ed il giovedì sono i giorni feriali con il minor ascolto in casa, con più ridotto cambiamento nell’ascolto rispetto al periodo pre-Covid.
Smart working e flessibilità
La motivazione, evidentemente, è da ricondurre all’avvento dello smart working e delle nuove forme di gestione flessibile del tempo lavorativo.
Vecchi manuali…
Una tendenza che, ancora una volta, dimostra come occorra superare molti luoghi comuni relativi all’ascolto dell’audio, in particolare radiofonico.
… in soffitta
Riponendo in soffitta i vecchi manuali sulla radiofonia degli anni 80 e 90 sui quali ancora qualche analogico operatore ripone fiducia. (M.R. per NL)