Radio & pubblicita’. USA, radio vs digital: il settore mobile sta risucchiando tutta la pubblicita’, ma la radio puo’ riconquistare il pubblico con streaming, podcasting, smart speaker e big data

settore mobile

“Il settore mobile, con la sua enorme quantità di dati e il pubblico crescente, sta risucchiando tutto il settore pubblicitario”.
Così Davis Hebert, analista della multinazionale USA di servizi finanziari Wells Fargo, durante la sua presentazione al Pillsbury Broadcast Finance breakfast al The Radio Show 2018 (manifestazione, tenutasi ad Orlando la scorsa settimana, che da quasi 30 anni approfondisce temi legati allo stato finanziario dell’industria radiofonica e alla quale partecipano leader del settore ed esperti finanziari).

Nel dibattito sui dati economici relativi al trend della radio riportato da un articolo di Radio Ink del 27/09/2018, Hebert ha lanciato un chiaro messaggio: nonostante l’economia sia in forte espansione, la radio sta recedendo. Complice di questo regresso potrebbe essere anche il pesante debito incassato dai due maggiori proprietari di gruppi radiofonici USA, iHeart Radio (ora tornata in bonis rispetto alla crisi finanziaria che la ha attraversata) e Cumulus, il quale avrebbe smorzato l’interesse degli investitori in tutto il settore radiofonico.
Il risultato è che il mercato digitale, trainato dal settore mobile, sta prendendo quota ed è destinato a diventare la prima categoria media mondiale grazie soprattutto all’uso di Search, Social e Video da parte degli utenti, il cui consumo si sta spostando verso il mondo digital.

In questo scenario, sempre secondo Hebert, quest’anno la vendita di spazi pubblicitari sul web (e soprattutto la pubblicità mobile) dovrebbe aumentare di quasi il 40% e i maggiori beneficiari di queste entrate saranno le due concessionarie media globali che dominano Search e Social, ossia Google e Facebook; per quanto riguarda la radio, invece, è previsto un calo del 2%.
Nonostante ciò, un rialzo per il settore radiofonico dovrebbe arrivare dalla prossima campagna elettorale americana: Magna Global, divisione di intelligence di IPG Mediabrands, avrebbe infatti pronosticato questo evento politico a 2,9 miliari di dollari. “La maggior parte di questi proventi andranno alle tv locali, tuttavia la radio potrebbe ottenere il 5-7% di queste entrate”, commenta Hebert.
Per la radio, questa potrebbe essere un’occasione di ricrescita, visto il periodo non facile che sta passando. “Il 2018 è un anno di transizione importante per l’industria radiofonica”, afferma l’analista di Wells Fargo, che individua 4 settori in forte espansione nel mercato mondiale in cui la radio potrebbe investire per riconquistare il pubblico ed affermarsi nuovamente come principale mezzo per l’ascolto audio: lo streaming mobile, il podcasting, gli smart speaker e i big data. (G.S. per NL)

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