Radio. Pubblicità: gennaio 2022 partito bene. Ma la guerra tra Ucraina e Russia ribalterà il trend? Non è detto, secondo alcuni analisti

gennaio 2022

A gennaio 2022 la raccolta pubblicitaria sulla radio ha fatto segnare un +,0,8%: poca cosa, all’evidenza, ma almeno non in terreno negativo. L’Osservatorio Fcp-Assoradio conferma la tendenza registrata nel 2021 verso un ampliamento del numero degli inserzionisti (cresciuto del 15%) e delle campagne (+2% quanto a numero). Tuttavia, la guerra in Ucraina costituisce un nuovo cigno nero. Anche se, secondo alcuni analisti, i suoi effetti, a talune condizioni, potrebbero essere differenti da quelli del Covid sull’economia.

Gennaio 2022 + 15% di nuovi clienti radio

Valore complessivo dei fatturati relativoFcp-Assoradio mostra soddisfazione per la tendenza registrata a gennaio 2022 dalla raccolta pubblicitaria radiofonica. I nuovi investitori appartengono soprattutto ai settori Distribuzione, Alimentari, Bevande, Abitazione, Finanza/Assicurazioni, Turismo e Viaggi.

Valore fatturato relativo

“Anche se ad inizio anno non è facile tracciare una precisa tendenza prospettica degli investimenti –  siamo comunque molto soddisfatti di aver aperto il 2022 con un risultato positivo. A prescindere dal valore complessivo dei fatturati pubblicitari, la crescita degli inserzionisti è per noi un indicatore di grande rilievo e soddisfazione”, ha spiegato Fausto Amorese, presidente di FCP Assoradio.

Competizione

“Questi due anni di pandemia – ha aggiunto – hanno determinato un ulteriore competizione fra i diversi media, nella quale il media radiofonico ha saputo consolidare il proprio ruolo, sia in chiave tattica che strategica. A gennaio si conferma la crescita della componente non tabellare costituita da progetti ed iniziative in grado di supportare sia gli obiettivi di costruzione della brand equity delle aziende che di agire, parallelamente ad altri media, sulla componente di Lead generation”, ha concluso Amorese.

La guerra in Ucraina

Ora però la guerra tra Russia e Ucraina mette in discussione qualsiasi previsione. Si tratta, all’evidenza, di un nuovo cigno nero come per il Covid. Secondo alcuni analisti è tuttavia probabile – oltre che ovviamente profondamente auspicabile – che il conflitto si possa risolvere nell’arco delle prossime settimane.

Scenario

Se così avvenisse, il sistema economico-finanziario, chiamato, come sempre dopo una crisi imprevista e fortemente impattante, a reagire con grande decisione (come visto anche con la pandemia), potrebbe dare un nuovo colpo di reni alla ripresa già innescata dal post-Covid. A partire dalla necessità di favorire l’efficientamento energetico attraverso nuovi fonti (in primis rinnovabili), con ricadute positive su tutti i settori. (E.G. per NL)

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