Radio, pubblicità: bene a gennaio. Aspettative di stabilità per 1° trimestre, ma editori delusi da concessionarie

L’Osservatorio della Federazione Concessionarie di Pubblicità (FCP) conferma il trend di crescita degli investimenti pubblicitari sul mezzo radiofonico.

Ad avvallare gli indicatori di una ormai sostanzialmente costante inversione di segno nella raccolta della pubblicità radiofonica dopo anni di discesa, è il mese di gennaio 2015, che annota una crescita, ancorché minima (0,4%), sullo stesso mese nel 2014, il quale, va però osservato, era già positivo sull’anno precedente. Per il primo trimestre, il presidente della FCP-Assoradio Paolo Salvaderi si aspetta un risultato «vicino al pareggio» per tutto il comparto radiofonico, mentre il gruppo di radio che fa capo a Mediamond, di cui Salvaderi è direttore generale, nei primi due mesi dell’anno pare abbia conseguito un andamento migliore della media di mercato. La concessionaria Mediamond ha nel suo portafoglio i network nazionali Radio Italia, Kiss Kiss e la captive (gruppo Mondadori) R 101, «affidata un anno fa alle cure di Mario Volanti e Marco Pontini (rispettivamente presidente e direttore marketing e commerciale di Radio Italia)", spiega Salvaderi, mentre, sul piano infranazionale, cura commercialmente le importanti superstation Subasio e Norba, per la quale si occuperà della raccolta per l’evento Battiti Live, che si terrà in Puglia a luglio (l’anno scorso la concessionaria dell’evento era stata Publishare). Tuttavia, se i segnali di mercato sono indubbiamente incoraggianti, gli editori (nazionali minori e locali) si mostrano in generale insoddisfatti delle performance delle poche concessionarie della pubblicità nazionale attive, cui addebitano una scarsa propensione alla valorizzazione delle singole peculiarità a fronte della tendenza deleteria della vendita a pacchetto o, peggio, a traino (strategia della "radio civetta", che di norma penalizza sia il player principale – per l’evidente strumentalizzazione – che i gregari, collocati a corollario con conseguente svilimento commerciale). Anche i recenti esordi di nuovi player (immancabilmente propensi alla vendita all’ingrosso) non si sono mostrati, alla prova dei fatti, idonei a valorizzare un medium dall’indubbia efficacia, come confermato, per contro, dai brillanti risultati ottenuti dalle concessionarie captive (Open Space per RTL 102,5, Nove Nove per Radio 105, Virgin e RMC, RDS Adv per RDS, System per Radio 24  e Manzoni per Dee Jay, Capital e m2o). Considerazioni sostanzialmente analoghe valgono per il comparto della pubblicità areale, mentre la storica gestione interna della raccolta della locale la rende scevra dal problema. (M.L. per NL)

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