E’ vero, il meter non è adatto per misurare efficacemente l’audience delle emittenti radiofoniche locali. Sicuramente meglio del meter – per loro – è il CATI. Se non fosse che tale metodo soffre del problema (ormai insormontabile) del marketing telefonico, del bombardamento di informazioni quotidiane cui ciascuno di noi è sottoposto, che inquinano i ricordi e favoriscono brand noti o furbi.
Quindi, anche CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing, cioè indagini telefoniche), in sede di riforma dell’indagine, andrebbe sostituito con altre forme di rilevazioni dichiarative.
Tra di esse, se è da escludere CAWI (Computer Assisted Web Interviewing, cioè le rilevazioni con questionari online) per resistenze forse ancora maggiori rispetto a quelle telefoniche, sembra interessante il metodo dei diari, efficacemente utilizzato in UK per la rilevazione RAJAR.
Il metodo dei diari, per la sua natura riflessiva con compilazione quotidiana, permette risposte ponderate, che limitano del 70-80% rispetto a CATI l’effetto ricordo falsato dal brand.
Il dibattito
Continua il dibattito su NL a riguardo dell’indagine radiofonica TER, in corso di revisione a seguito delle prescrizioni di Agcom con la delibera 202/23/CONS, con alcuni interessanti contributi di lettori e osservatori qualificati. Insieme a quelli di una “gola profonda”…
CATI, CAWI, diari, meter
A tenere banco nella ulteriore discussione introdotta dall’articolo di ieri che ha portato elementi di difesa dell’indagine CATI per il mondo radiofonico locale, è stato, ancora una volta, l’adozione (eventuale) del meter.
Contributi qualificati
Un contributo al dibattito particolarmente interessante è pervenuto dal giornalista esperto del mondo radiofonico (e tecnologico in generale) Andrea Lawendel, che ha ricordato di aver “seguito il tema sin dal fallimento di Audiradio”.
Rilevamenti diretti
“Personalmente sono molto favorevole ai rilevamenti diretti, più quantitativi possibile. Il concetto di meter è imprescindibile (tanto più se pensiamo oggi alle evoluzioni del software di riconoscimento, di audio watermarking, e così via sempre più coadiuvati dalla AI).
Tutti campioni
Resta ovviamente lo scoglio della definizione di campioni attendibili.
I costi del metering e l’ascolto in cuffia
Questo non è il mio mestiere, ma capisco i dubbi relativi ai costi del metering in tutti i potenziali bacini di ascolto e naturalmente alla questione dell’ascolto in cuffia (o – se è per quello – dell’ascolto nell’abitacolo dell’auto).
La risposta deve essere ibrida
Probabile dunque che per venire incontro alle esigenze di granularità richiesta per intercettare il gradimento nei confronti delle locali, occorra approcciare il problema in modalità ibrida.
Il problema del discredito del marketing telefonico
L’unica obiezione che però oggi non possiamo non fare rispetto a tecniche CATI è il grande discredito che le campagne di marketing telefonico hanno gettato sui sondaggi con tale modalità in generale.
Opposizioni e telefonate rifiutate
Tra registro delle opposizioni e telefonate rifiutate a prescindere non deve essere facile mettere insieme quei panel”, ha osservato Lawendel (ma sul punto va annotato che l’indagine TER è iscritta al Sistan, che comporta l’esenzione dal registro delle opposizioni).
La conferma degli esperti
Una tesi confermata da una analisi su metodi alternativi di analisi che NL ha potuto esaminare, che, in gran parte per le stesse motivazioni indicate da Lawendel, cassa il CATI, suggerendone la sostituzione con altre forme di rilevazioni dichiarative.
L’esperienza UK
“Tra di esse, se è da escludere CAWI (Computer Assisted Web Interviewing, indagini online) per resistenze ancora maggiori rispetto a quelle telefoniche – si legge nella relazione – sembra interessante il metodo dei diari, efficacemente utilizzato in UK per la rilevazione RAJAR.
I vantaggi dei diari
Il metodo dei diari, per la sua natura riflessiva con compilazione quotidiana, permette risposte ponderate, che limitano del 70-80% rispetto a CATI l’effetto ricordo falsato dal brand”.
Sondaggismo diffuso e mirato
“Secondo me – torna sul tema Lawendel – la strada potrebbe essere quella di un “sondaggismo” diffuso e mirato, basato magari su focus group di ascoltatori simili a quelli utilizzati nelle campagne qualitative di molti prodotti audiovisivi, a cui possano partecipare le stesse emittenti locali interessate ai rilevamenti (promuovendo la partecipazione dei loro ascoltatori).
Il compito del nuovo TER
Certificare la veridicità dei dati ottenuti sarebbe compito di network di società specializzate a loro volta approvate dal “nuovo” TER. Sarebbe un lavoraccio, che servirebbe però anche ad accreditare ulteriormente la serietà del rilevamento stesso”, conclude Lawendel.
TER non esisterà più. Ma solo come modello
“Il modello TER a breve non esisterà più come produttore dell’indagine. Questo ormai è praticamente irreversibile. Ma sarà il baluardo degli editori. Come la FIEG per la stampa”, riferisce una fonte qualificata a NL.
Punti di vista
Che ad alcune delle contestazioni oppone una differente lettura. “Prendiamo la tanto contestata autopromozione. Essa ha dimostrato, semmai, che c’è disponibilità a rispondere alle chiamate.
Autopromozione da soggettiva ad oggettiva
Quello che andrebbe fatto è trasformare la autopromozione da soggettiva (citando la preferenza per la propria emittente) a oggettiva (citando cioè solo l’importanza di rispondere all’indagine).
Tavolo, diverso dal Tavolo
E quello della autopromozione è solo uno tra i tanti argomenti che dovrebbero essere discussi ad un tavolo dove tutte le componenti di mercato dovrebbero sedere senza preconcetti“. Un tavolo che, secondo la nostre fonte, potrebbe essere a breve organizzato in ambiente neutrale. (E.G. per NL)