Radio. Programmi vs. flusso: pro e contro dei 2 modelli in Europa, col terzo genere italiano in uno studio MP commentato da Patrizia Cavallin

modelli radiofonici, Mauro Casciari,

Uno studio della società di analisi strategica Media Progress commentato da Patrizia Cavallin approfondisce, con particolare riferimento al contesto europeo, le differenze tra radio di programmi e radio di flusso, due modelli editoriali con punti di forza e debolezze distinti.
La radio di programmi si distingue per la varietà e la qualità dei contenuti, come notizie e approfondimenti e per la pianificazione dettagliata che crea una base di ascoltatori fedeli.
Un modello che, tuttavia, presenta criticità quali la rigidità nella programmazione, i costi elevati e le durate d’ascolto legate alle trasmissioni e non alla radio.
Restrizioni connaturate a cui si cerca di porre rimedio favorendo l‘attention span.
Al contrario, la radio di flusso offre un’esperienza continua e musicale con maggiore flessibilità e costi (teoricamente) inferiori, con qualche sacrificio dell’approfondimento e del coinvolgimento, recuperabili però a latere.
Le tendenze attuali mostrano una crescente digitalizzazione e personalizzazione nella radio di programmi, con un focus su contenuti on-demand ed interazione social.
Le radio di flusso, invece, si orientano verso l’uso di algoritmi e l’integrazione con le piattaforme di streaming per ampliare la personalizzazione e promuovere il brand.
Mentre in Italia… si è creato il tertium genus.

Sintesi

La distinzione tra i modelli editoriali radio di programmi e radio di flusso evidenzia due approcci distinti alla trasmissione radiofonica.
Entrambi i layout hanno – prevedibilmente – i propri punti di forza e debolezza, che possono influenzare la scelta di una stazione rispetto ad un’altra e che gli utilizzatori dei due modelli stanno cercando di compensare attraverso due interessanti strumenti: l’engag-action e lo sfruttamento di terze parti (fin qui considerati competitor).
Nell’ambito di una lunga ricognizione che NL sta conducendo sul panorama mediatico lineare europeo, analizziamo, in questa occasione, insieme alla consulente editoriale Patrizia Cavallin, redattrice musicale della Radio Svizzera Italiana (RSI), station manager italiana ed analista radiofonica per la società di ricerca Media Progress (gruppo Consultmedia), i pro e i contro dei due modelli per comprendere meglio le loro implicazioni nel contesto europeo e, nello specifico, italiano.

Radio di programmi

“Il principale plusvalore della radio di programmi consiste in contenuti diversificati ed approfonditi”, introduce Patrizia Cavallin. “Il layout di programmi offre, infatti, una varietà di contenuti, come notizie, talk show ed approfondimenti sociali, politici, economici, culturali, artistici e di cronaca. Ciò consente agli ascoltatori di accedere ad informazioni dettagliate e di qualità su una vasta gamma di argomenti, garantendo un serbatoio inesauribile di opportunità quotidiane.

Programmazione mirata

Una corretta gestione di questo modello presuppone una programmazione attentamente curata e pianificata, con la possibilità di attrarre ascoltatori interessati a temi specifici. I programmi tematici e di analisi di dettaglio possono, infatti, costruire una base di ascoltatori fedeli e motivati”.

Formazione, informazione, intrattenimento

Nel modello in esame, i programmi spesso includono contenuti formativi e informativi che arricchiscono la user experience dell’ascoltatore, contribuendo alla formazione e alla consapevolezza pubblica.

Engag-action: engagement & interaction

“L’evoluzione della radio di programmi vede oggi il massimo impiego della cd. engag-action, cioè la contestuale massima espressione di coinvolgimento ed interazione. Una strategia di ingaggio attuata incoraggiando la partecipazione degli ascoltatori attraverso sondaggi, discussioni e live call, creando un senso di comunità ed interazione, spesso favorendo polemica e confronto acceso, parlando alla pancia degli utenti.

Attention span

D’altra parte, l’intrattenimento, oggi, si fonda su tattiche per garantire la durata dell’attenzione e la quantità di tempo trascorsa a concentrarsi prima di distrarsi. I più recenti studi sociologici dimostrano infatti che la distraibilità si verifica quando l’attenzione viene deviata in modo incontrollabile verso un’altra sensazione. Un’azione che un bravo captivator (conduttore in grado di creare un legame emotivo o interesse continuo, che non consente mai un calo di ritmo, ndr) saprà evitare”, annota Patrizia Cavallin.

I contro della radio di programmi

Naturalmente il layout della radio di programmi ha anche controindicazioni.Il principale di questi è la rigidità: la struttura ben definita e la pianificazione estrema e preventiva possono risultare particolarmente quadrati e meno adattabili alle spigolose esigenze contingenti od ai cambiamenti delle preferenze degli ascoltatori che, soprattutto negli ultimi anni, si sono accentuati, riducendo gli intervalli temporali di assuefazione”, spiega l’analista di Media Progress.

Costi di produzione

“Un secondo limite è costituito dal fatto che la produzione di programmi tematici e di alta qualità comporta di norma costi elevati, sia in termini di risorse umane che tecniche.

Tempo di ascolto limitato

Una terza criticità è rappresentata dalla circostanza che gli ascoltatori potrebbero essere meno inclini ad ascoltare radio di programmi per lunghe sessioni temporali (il cd. “sottofondo” tipico delle radio di flusso), se non trovano elementi che li interessano continuamente.

Captivator

Così diventa sempre più importante, per una radio di programmi, affidare la conduzione ad abili captivator. Essenziale in un’era come quella attuale di intenso bombardamento contenutistico.

Durate d’ascolto legate alle trasmissioni e non alla radio

In definitiva, abbiamo, in questo schema, durate d’ascolto legate alle trasmissioni e non alla radio, come accade in tv”, conclude sul modello di programmi Patrizia Cavallin.

Radio di flusso

Esaminato il modello di programmi, affrontiamo ora il suo opposto: la radio di flusso.

Continuità e uniformità

“La radio di flusso offre un’esperienza di ascolto continua e senza interruzioni, con un focus predominante sulla musica e sull’intrattenimento. Si tratta di un modello attraente per gli ascoltatori che cercano un sottofondo costante, stabile, prevedibile, piacevole e non invadente durante tutta la giornata o comunque per un lasso di tempo prolungato.

Adattabilità e flessibilità

In questo layout, la programmazione può essere più flessibile ed adattabile alle esigenze contingenti degli ascoltatori, con la possibilità di cambiare – pur senza onde d’urto – playlist e contenuti in base ai trend e alle preferenze.

Costi inferiori

Ovviamente la produzione di contenuti per la radio di flusso può essere meno costosa rispetto a quella della radio di programmi, poiché – tendenzialmente – richiede meno risorse per la creazione di segmenti tematici anche complessi.

Esperienza personalizzata

Peraltro, oggi, con l’integrazione di tecnologie digitali, le radio di flusso possono offrire a latere prodotti verticali (nell’ambito di brand bouquet di radio tematiche, per esempio, ma anche attraverso l’interazione con terze parti, come vedremo più avanti, ndr) o complementari (come i podcast), aumentando la personalizzazione”, annota Patrizia Cavallin.

I contro della radio di flusso

Il plusvalore della radio di flusso è, tuttavia, intuitivamente, anche il suo limite.

Mancanza di approfondimento

“La radio di flusso tende a sacrificare, per sua stessa natura, la varietà e la profondità dei contenuti a favore di una programmazione continua. Il che può limitare l’accesso ad informazioni dettagliate e a programmi di discussione“, sottolinea la consulente editoriale.

Minore coinvolgimento

“La mancanza di programmi tematici e di interazione può inoltre ridurre il coinvolgimento e la partecipazione degli ascoltatori, rendendo l’esperienza più passiva.

Omogeneizzazione

Di qui la tendenza a ripetere playlist e format simili che porta all’attuale sensazione di omogeneizzazione dei contenuti delle radio di flusso. Contingenza che dà la percezione di una riduzione della diversità dell’offerta radiofonica”, puntualizza Cavallin.

Tendenze europee sui due modelli

Descritti compiutamente i pro e contro dei due layout, esaminiamo ora, attraverso il rapporto sul tema di Media Progress, le tendenze dei due modelli in un panorama radiofonico a livello europeo in evoluzione dinamica, con trend che riflettono cambiamenti nelle preferenze degli ascoltatori e nelle tecnologie disponibili.

Modelli dinamici

“Le tendenze nelle radio di programmi e nelle radio di flusso mostrano come questi modelli stiano adattandosi e trasformandosi nel contesto contemporaneo”, si legge nell’abstract dello studio di Media Progress.

Digitalizzazione ed on-demand

Le radio di programmi stanno sempre più abbracciando le piattaforme digitali per offrire contenuti on-demand a fianco dell’offerta lineare. I podcast e le applicazioni di streaming permettono agli ascoltatori di accedere ai programmi a loro piacimento, amplificando la portata e l’accessibilità dei contenuti.

BBC Radio 4 e RaiPlay Sound

Ad esempio, in Gran Bretagna, BBC Radio 4 o, in  Italia, RaiPlay Sound, offrono un’ampia gamma di podcast e catch-up che consentono agli utenti di approfondire temi trattati nei programmi lineari o di riascoltare trasmissioni preferite in qualsiasi momento.

Social engag-action

“La nuova strategia di programmazione si concentra sull’engag-action (engagement + interaction), un’intensificazione – spesso estrema – della sollecitazione sull’ascoltare per aumentarne la partecipazione, anche attraverso strumenti collaterali, come i social media e le app interattive con funzioni push. I dati mostrano che l’unione di coinvolgimento ed interazione espressa da un abile captivator porta a un significativo aumento del tempo di ascolto e dell’interazione con i contenuti radiofonici”, si legge nel report Media Progress.

Radio community spirit

“Le radio di programmi stanno intensificando la sollecitazione sugli ascoltatori attraverso i social media e le piattaforme digitali. I programmi includono spesso segmenti interattivi, sondaggi e discussioni online per coinvolgere il pubblico in tempo reale. Questo approccio aiuta a costruire una comunità di ascoltatori più attiva, partecipativa e spesso dipendente”, annota il resoconto MP.

Le nicchie

Anche per questo, secondo la società di analisi, le radio di programmi stanno investendo (più di quelle di flusso) in contenuti specializzati da affiancare all’offerta lineare che rispondono agli interessi di nicchia, quali approfondimenti, talk show, thread storming, topic analysis, su aspetti di rilevanza sociale.

Differenziarsi in un panorama estremamente competitivo

E’ del resto evidente che questa tendenza permette di attrarre ascoltatori con interessi particolari e di distinguersi in un panorama radiofonico (e non solo) estremamente competitivo.

Multicanalità

D’altra parte, la radio di programmi sta integrando la trasmissione radiofonica tradizionale con contenuti su altre piattaforme, come video in streaming e articoli online. L’approccio multicanale, infatti, consente alle stazioni di raggiungere il pubblico attraverso diversi formati e vettori, ampliando la loro influenza e rilevanza.

Personalizzazione ed algoritmi nella radio di flusso

Relativamente alle tendenze nella radio di flusso, si registra la propensione delle stazioni che hanno adottato questo modello ad utilizzare algoritmi e tecnologie di intelligenza artificiale per offrire esperienze di ascolto personalizzate a latere.

Interazioni con le piattaforme di streaming

In tal senso, si annota, secondo Media Progress, “una sempre più accentuata interazione con le piattaforme di streaming (fin qui considerate – a torto o a ragione – competitor della radio) per ampliare la gamma di contenuti musicali disponibili e raggiungere un pubblico più vasto attraverso canali digitali.

Estensione e rafforzamento del brand

Ma, soprattutto, per estendere e rafforzare quello che – oggi – è il bene primario di una stazione radiofonica dell’era attuale: il brand“.

Il tertium genus italiano

Una parentesi specifica va dedicata al mercato italiano che, al solito, si è caratterizzato per originalità, con la creazione di un tertium genus: una radio ibrida di flusso e di programmi.

I tre casi rappresentativi di modelli ibridi

E’ il caso di RDS, di Radio 105 e di m20 – solo a titolo esemplificativo -, stazioni indiscutibilmente di flusso, che, però, divengono, in determinati momenti della giornata, di programmi (la prima con Tutti pazzi per RDS, nel drive time mattutino; la seconda con lo Zoo di 105 nella fascia 14.00/16.00; la terza con Albertino Everyday, nel drive time pomeridiano)”, evidenzia Patrizia Cavallin.

Personality di flusso

“Si tratta di emittenti che adattano il modello di flusso per ospitare programmi di forte richiamo (un layout che, chiaramente, comporta anche uno spostamento rilevante di budget per l’ingaggio di personalità radiofoniche). Una terza classe che riesce ad esprimere il massimo delle sue potenzialità in gruppi editoriali dotati di più radio che possono sfruttare i vasi comunicanti”. (G.M. per NL)

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