Lorenzo Suraci (RTL 102.5): fino all’ultimo abbiamo temuto un beffardo colpo di mano sul PNAF DAB. Per i PDV potrebbero esserci delle problematiche, considerato che le soglie di protezione sono molto restrittive e i punti individuati sono tanti, sia in territorio italiano che all’estero.
Beauty contest per le locali? Fino ad oggi hanno voluto scegliere le scorciatoie, facendosi autorizzare dal Ministero in via sperimentale. Avrebbero dovuto, invece, non sprecare tempo e lavorare da subito per strutturare i consorzi e adeguarli alle norme previste dal regolamento dell’Autorità, nel caso partecipando anche a dei beauty contest e ciò al fine di ottenere delle autorizzazioni stabili, non temporanee.
L’opinione del precursore del DAB nazionale, Lorenzo Suraci
Prosegue la pubblicazione dei commenti e delle valutazioni sul Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze per il DAB pubblicato nei giorni scorsi da Agcom da parte dei principali player del mondo radiofonico italiano. Dopo gli interventi di Vincenzo Dolce, presidente di MAVE (Media Audiovisivi Europei) e di Marco Cavestro, consulente tecnico indipendente, ecco quanto afferma il presidente e fondatore della prima radio nazionale, Lorenzo Suraci, presidente di RTL 102.5, precursore del DAB nazionale.
Fino all’ultimo abbiamo temuto un beffardo colpo di mano
(Newslinet) – Soddisfatti del PNAF?
(Lorenzo Suraci) – Da parte nostra c‘è davvero grande soddisfazione; ma anche da parte dell’intero settore, considerato che attendavamo la pianificazione delle frequenze digitali dal lontano 2001. Non nascondo, però, che fino all’ultimo abbiamo temuto un beffardo colpo di mano.
Rischio slittamento
In prossimità dell’approvazione del Piano, si sono rincorse voci circa un possibile slittamento dei tempi e questo ci ha un po’ allarmati e per un attimo abbiamo sospettato potesse accadere quello che è già avvenuto la scorsa estate quando l’Autorità era pronta ad emanare il piano Dab+ e poi tutto si è bloccato per le problematiche ormai note e che tuttora sono irrisolte.
Ma colpi di scena non sarebbero stati tollerati
Abbiamo affrontato tante battaglie in questi anni per arrivare ad una pianificazione e se ci fossero stati altri colpi di scena di natura politica, sicuramente questa volta il settore avrebbe reagito con ancora più determinazione rispetto al passato.
Accordi internazionali, punto dolente
(NL) – Agcom ha lavorato bene?
(Lorenzo Suraci) – L’Autorità – e noi lo abbiamo riconosciuto in più di qualche circostanza – ha fatto un grande lavoro e soprattutto con grande trasparenza nei confronti di noi operatori se consideriamo, inoltre, tutte le difficoltà che ci sono state. Naturalmente, se fossero stati portati a termine dal Mise anche gli accordi internazionali con i Paesi esteri della fascia adriatica sicuramente l’Agcom avrebbe potuto fare meglio, potendo contare su parco frequenze più ampio, ma ciò che è stato prodotto per noi è più che accettabile. Adesso vogliamo solo guardare avanti e cioè all’attuazione del Piano.
Un punto fermo in una situazione economica incerta
Oggi abbiamo tre reti nazionali pianificate interamente con risorse esclusive dell’Italia, risorse coordinate che ci garantiscono stabilità e finalmente ci consentiranno di procedere con un’attività di capillarizzazione del servizio su tutto il territorio nazionale. Ovviamente ci sarà un grande lavoro tecnico da fare e tante risorse economiche da investire in un quadro economico generale non proprio positivo.
Consolidare gli investimenti
Tuttavia, vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno. Per fare impresa è fondamentale avere delle prospettive e delle certezze sui tempi. Sul DAB queste due condizioni, nonostante le nostre ripetute richieste, fino ad oggi sono sempre mancate. Adesso, invece, gli editori radiofonici hanno qualche certezza in più: possono consolidare gli investimenti fatti e programmare quelli futuri, sperando che sia l’ultima risintonizzazione della rete.
5° cambio di frequenze
Non dimentichiamoci, infatti, che questa è la quinta volta che noi operatori nazionali migriamo la rete diffusiva su altre frequenze, con costi totalmente a carico nostro. Adesso che la musica è cambiata, speriamo anche che sia l’ultima.
PDV: la chiave è la collaborazione
(NL) – Nel processo di attribuzione dei diritti d’uso DTT la difficoltà maggiore è stata il rispetto dei punti di verifica (PDV), con operatori bocciati in sede di domanda. Rischia anche la Radio?
(Lorenzo Suraci) – E’ un po’ prematuro esprimerci, perché la delibera dell’Autorità con i relativi PDV è stata pubblicata solo da qualche giorno, il 4 agosto, e richiede un grande lavoro tecnico.
Rischi ci sono
Tuttavia, da una preliminare analisi non possiamo escludere che possano esserci delle problematiche considerato che le soglie di protezione sono molto restrittive e i punti individuati sono tanti, sia in territorio italiano che all’estero, ma sino ad oggi c’è stata collaborazione con le nostre Istituzioni e siamo certi che risolveremo le criticità che man mano si presenteranno.
Beauty contest inevitabile per le locali che hanno perso tempo negli anni
(NL) – Non tutte le zone paiono disporre di sufficienti risorse frequenziali. Pensi occorrerà ricorrere ai beauty contest?
(L.S.) Questo è un problema che riguarda esclusivamente il settore locale. Le regole di gioco sono note dal 2009 cioè da quando l’Autorità ha emanato il regolamento di avvio delle trasmissioni in tecnica digitale, e che i consorzi locali debbano partecipare a delle gare per l’assegnazione dei diritti d’uso non è una novità, ma è cosa risaputa dal 2016.
Scorciatoie
Fino ad oggi hanno voluto scegliere le scorciatoie, facendosi autorizzare dal Ministero in via sperimentale. Avrebbero dovuto, invece, non sprecare tempo e lavorare da subito per strutturare i consorzi e adeguarli alle norme previste dal regolamento dell’Autorità, nel caso partecipando anche a dei beauty contest, e ciò al fine di ottenere delle autorizzazioni stabili, non temporanee.
Sinergie
Ad ogni modo, voglio essere fiducioso e mi auguro che riescano presto a riorganizzarsi, perché per il settore è importante che anche il comparto locale, insieme alla RAI, possa contribuire allo sviluppo e al consolidamento di questa tecnologia.
La delibera 664/09/CONS
(NL) – Quale futuro per i fornitori di contenuti nativi digitali?
(L.S.) – La delibera 286/22/Cons ha approvato il Piano DAB+, non ha sostituito la delibera 664/09/Cons. Quest’ultima, integrata con provvedimenti emessi negli anni successivi, disciplina la fase di avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri digitali. Questo significa che le regole c’erano nel 2009 ed esistono ancora oggi.
Nativi digitali non discriminati
Quindi, sulla base di questo regolamento, i fornitori di contenuti che non partecipano al capitale delle società consortili assegnatarie del diritto d’uso delle frequenze, potranno comunque accedere alla capacità trasmissiva di questi consorzi, con parità di trattamento rispetto alle emittenti socie degli stessi.
Work in progress
D’altra parte anche alcune emittenti nazionali hanno dovuto seguire questa strada e, nel tempo, sono stabilmente entrate nella compagine sociale del consorzio assegnatario dei diritti d’uso. In ogni caso, non dimentichiamo che il Mise sta ancora lavorando per concludere gli accordi internazionali con i Paesi Adriatici, quindi, a conclusione degli stessi potranno esserci altre risorse a disposizione e quindi ulteriori possibilità per i consorzi, perciò la situazione non può che migliorare.
Tempistiche diverse tra nazionali e locali
(NL) – Che tempi si possono prevedere per l’assegnazione dei diritti d’uso? Qualcuno parla di un anno…
(L.S.) – Non vedo pericoli in tal senso per il settore nazionale e sono certo che per noi accadrà molto prima. Abbiamo già delle reti operative su tutto il territorio nazionale e siamo assegnatari di autorizzazione e diritti d’uso, pertanto dobbiamo semplicemente migrare la nostra rete sulle nuove frequenze previste dai mux pianificati.
Problemi più evidenti per le locali
Il discorso è un po’ diverso per il comparto locale che negli ultimi mesi è stato caratterizzato da un forte dinamismo e interesse verso la tecnologia DAB. Proprio per questo motivo, mi auguro che il Ministero tenga conto delle peculiarità e anche delle difficoltà delle emittenti locali e possa essere collaborativo con loro per abbreviare, quanto più possibile, i tempi di rilascio dei diritti d’uso. (M.H.B. per NL)