Marco Cavestro su Piano DAB: nazionali dovranno operare in MFN con 5/6 SFN, con rischi d’interferenze con le locali e difficoltà nelle commutazioni tra una frequenza e l’altra. Nei loro mux avrebbero potuto diffondere alcune superstation che coprono grossi bacini. Le locali al momento avranno scarsità di blocchi e interferenze reciproche: come conseguenza tutti dovranno operare con potenze inferiori al necessario e avranno problemi di progettazione degli impianti. La procedura di beauty contest sarà inevitabile per i consorzi locali. Serviranno altre reti di 2° livello, ma per ciò dovremo concludere gli accordi per la FM attraverso riduzioni di potenze. Uno schema potrebbe essere: – 3 dB per tutti; – 6 dB per gli impianti oltre gli 800 mt; – 10 dB per quelli oltre 1300 mt.
Prosegue la pubblicazione dei commenti e delle valutazioni sul Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze per il DAB, licenziato pochi giorni fa da Agcom, da parte dei principali player del mondo radiofonico italiano.
Dopo Vincenzo Dolce, presidente del reattivo sindacato di categoria di radio locali Media Audiovisivi Europei (MAVE), è la volta di Marco Cavestro, tra i primi responsabili tecnici di grandi gruppi editoriali radiofonici (Finelco e RTL 102.5), ad occuparsi di DAB in Italia dagli anni ’90. Con Cavestro avevamo discusso di DAB poche settimane fa, anticipando, in effetti, diversi aspetti che sarebbero poi stati confermati dal Piano Agcom.
Marco Cavestro
Nell’intervista precedente Marco Cavestro aveva affermato che con la liberazione della banda terza VHF il DAB avrebbe potenzialmente potuto ospitare anche 600 emittenti. Particolarmente interessante dunque verificare le sue reazioni al piano.
L’intervista
(Newslinet) – Un primo commento a caldo.
(Marco Cavestro) – Finalmente dopo una lunga attesa è arrivato il piano, grazie alla liberazione della banda lll dalle televisioni. Da ora tutti dovranno organizzarsi e imparare a operare in DAB in modo serio.
Gli accordi adriatici mancati
Un po’ di tempo fa mi sarei aspettato che ai nazionali venissero assegnati tutti i blocchi del canale 12. Tuttavia, già da mesi, era chiaro che, senza la definizione dei famosi accordi internazionali, ciò non avrebbe potuto accadere.
Rischi di interferenze
(NL) – Da quanto ci dicevi permangono alcune criticità. Quali?
(M.C.) – Le nazionali dovranno operare in MFN con 5/6 SFN, rischi d’interferenze con le locali e difficoltà nelle commutazioni tra una frequenza e l’altra.
Ipotesi promiscuità (da nessuno suggerita)
Oltretutto avrebbero potuto diffondere alcune superstation che coprono grossi bacini (nessuno stakeholder risulta avere proposto tale interessante soluzione durante le audizioni, ndr).
Scarsità di blocchi per le locali
Come il DTT
Beauty prossimo venturo
Volare bassi
(NL) – Una riduzione volontaria?
(M.C.) – Faccio un esempio. Si potrebbe ipotizzare uno schema quale: – 3 dB per tutti; – 6 dB per gli impianti oltre gli 800 mt; – 10 dB per quelli oltre 1300 mt.