Radio. Perché se la RAI fosse privata del canone sarebbe una tragedia per il comparto radiofonico privato. Studio su ipotesi applicata a BBC

canone

Si parla spesso di abolizione del canone RAI, nella convinzione che ciò determinerebbe un beneficio diffuso per il pubblico introducendo un processo virtuoso di autosostentamento della concessionaria radiotelevisiva pubblica.
Ma sarebbe veramente così?
Uno studio applicato all’ipotesi di eliminazione del sostegno pubblico alla BBC (Radio), commissionato ad un’importante società di analisi economica mondiale, dimostra che le cose potrebbero essere ben diverse.
E ad avvalorare la fondatezza della tesi, vi è il fatto che ad incaricare gli analisti non è stata la BBC, ma il comparto radiofonico privato, preoccupato dell’effetto domino derivante dal passaggio da un modello di sostentamento pubblico ad uno esclusivamente commerciale.

Sintesi

Compass Lexecon, società di consulenza economica globale con sede a Chicago, Illinois, per conto di broadcaster privati inglesi ha simulato l’impatto potenzialmente devastante per il sistema radiofonico d’oltremanica qualora una delle stazioni radio della BBC fosse finanziata esclusivamente da pubblicità (oggi i cittadini inglesi pagano un canone di 169,50 sterline, pari a 197,37 euro).

Ricadute negative

Utenti, inserzionisti, concorrenza e la stessa BBC subirebbero ricadute negative.

I committenti

Il rapporto è stato commissionato da Radiocentre, la rappresentanza della radio commerciale UK, in vista della revisione da parte del governo dei finanziamenti alla BBC.

La presentazione dei risultati

I risultati dello studio sono stati condivisi con il governo inglese e sono stati illustrati in un incontro avvenuto a Londra il 18/04/2024.

La genesi dell’ipotesi dell’abbandono del canone

Il mese scorso la BBC aveva annunciato la previsione di introdurre per la prima volta la pubblicità su alcuni podcast e contenuti audio on-demand nel Regno Unito su piattaforme come Apple e Spotify.
“Gli annunci pubblicitari sono la norma sulle piattaforme commerciali –
aveva dichiarato il broadcaster pubblico inglese – e genererebbero più entrate per supportare la BBC e corrispondere le royalties”.

Il canone aumentato (non abbastanza)

In realtà, il problema sta nel fatto che, a dicembre 2023, il canone a favore della BBC è aumentato di un importo inferiore al previsto, lasciando un deficit di finanziamento stimato in 90 milioni di sterline al cospetto di critiche diffuse che ritengono che una tassa governativa per l’ascolto di un contenuto pubblico non abbia più senso nell’era della sovraofferta digitale.

Operatori allarmati

Un annuncio che ha mandato in allarme gli operatori. “Un tale intervento distorce profondamente la concorrenza, scatenando il caos sugli attori commerciali in tutto il settore dei media e della pubblicità”, ha commentato, dichiarandosi “ molto allarmato“, Owen Meredith della News Media Association.

Concorrenza allo sbaraglio

Preoccupazione manifestata anche da Munns Ulvestam, co-fondatore della società di podcasting Acast, che teme che gli annunci possano “distruggere le entrate di ogni altro podcast, perché sarà molto facile vendere annunci della BBC nel Regno Unito”.

BBC Studios

Ulvestam ha fatto riferimento al fatto che BBC Studios – la società di commercializzazione dei prodotti del colosso delle comunicazioni britannico nata nell’aprile 2018 dalla fusione del ramo di produzione commerciale con quello di distribuzione commerciale internazionale, BBC Worldwide, forte di 1,6 miliardi di ascolti nel 2023 – vende già annunci nei podcast del broadcaster al di fuori del Regno Unito.

75% dei ricavi di BBC da Amazon e Netflix 

E che il 75% delle entrate deriva da servizi di streaming come Prime Video di Amazon e Netflix.

Le preoccupazioni

Sebbene non fosse stata ipotizzata l’estensione a tutto il sistema radiofonico della BBC, l’annuncio ha sollevato grandi preoccupazioni nel settore delle radio commerciali, consapevole che questo avrebbe potuto essere il prossimo passo logico in quanto il colosso radiotelevisivo pubblico britannico potrebbe presto essere costretto a rivalutare ruolo e finanziamenti futuri.

La pubblicità non basta

Tuttavia, secondo l’analisi di Compass Lexecon “la pubblicità non sarebbe in grado di sostenere la maggior parte delle stazioni radio della BBC nella loro forma attuale.

Deficit stimato del 63%

E, secondo il rapporto, ciò determinerebbe un deficit stimato del 63% nei fondi necessari per la conduzione dei servizi esistenti”.

Chiusura a catena

“Senza il canone, la maggior parte dei servizi radiofonici della BBC genererebbe una perdita, con la conseguenza che molti sarebbero costretti a chiudere”.

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Le conseguenze per BBC Radio 2 e BBC Radio 6 Music 

Secondo lo studio, Radio 2 e 6 Music sarebbero le uniche stazioni in grado di sostenersi solo con la pubblicità e dando per scontato di riuscire a preservare il proprio pubblico una volta introdotta la pubblicità.

BBC Radio 1

Viceversa, BBC Radio 1 dovrebbe cambiare radicalmente modello, introducendo riduzioni dei costi nell’ordine del 25%.

BBC Radio 4

Peggio ancora andrebbe per BBC Radio 4, i cui contenuti di servizio pubblico di alto valore, come notizie, attualità, fiction e cultura diventerebbero inaccessibili in quanto il budget verrebbe tagliato del 50%.

BBC Local Radio

Si stima che la maggior parte degli altri servizi, compresi i comparti di BBC Local Radio, non sarebbero sostenibili e molto probabilmente dovrebbero chiudere.

Ricaduta sul comparto privato

Il default della BBC non agevolerebbe nemmeno la concorrenza: per la radio commerciale l’impatto finanziario sarebbe devastante con un calo previsto dei ricavi del 36%.

Effetto domino

Ciò potrebbe costringere molte stazioni a chiudere, mentre i servizi specialistici e di nicchia troverebbero ancora più difficile sopravvivere restringendo la scelta del pubblico, con un inevitabile effetto a catena sull’occupazione.

Radio commerciali penalizzate dal passaggio all’indipendenza della BBC dal canone

Inoltre, l’impatto economico e sociale positivo della radio commerciale sarebbe notevolmente ridimensionato.

Le considerazioni dei privati

Il CEO di Radiocentre, Matt Payton, ha dichiarato: “Lo studio dimostra che l’introduzione di pubblicità sui servizi radiofonici e audio della BBC è una strada pericolosa e alla fine sarà un male per tutti.

Male per tutti

Sarebbe un effetto devastante sulla BBC e sulla radio commerciale, così come un enorme impatto per il pubblico, con la scomparsa della radio di servizio pubblico per come la conosciamo e meno scelta disponibile in futuro per il pubblico.

Scenario estremo, ma anche quello intermedio sarebbe deleterio

Mentre riconosciamo che questo è solo uno scenario estremo, dobbiamo considerare che anche la sola introduzione di un modello di sostentamento solo parzialmente potenziato sulla veicolazione di contenuti pubblicitari, avrebbe un sensibile impatto sistemico negativo.

BBC e Governo inglese tengano conto dei risultati dello studio

Confidiamo quindi che sia il governo che la BBC stessa tengano in considerazione gli esiti di questo studio per evitare di assumere scelte che tutti subiremmo”, ha concluso Payton. (M.R. per NL)

 

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