Come noto, dalla fine del 2017 la radio via etere in Norvegia è digitale. Segnatamente DAB+ e quantomeno per le emittenti nazionali (le locali continuano a disporre di impianti FM).
I broadcaster descrivono la transizione come “riuscita”, ma di diverso avviso sarebbero gli ascoltatori: confermando le prime avvisaglie, un’indagine condotta dalla società di ricerche di mercato Kantar TNS, ha rilevato una percentuale che va dal 50 al 70 per cento di norvegesi delusi dallo spegnimento dei trasmettitori in modulazione di frequenza.
Non solo, a parere di taluni osservatori, abbandonare i ricevitori FM è stata una scelta deleteria per le principali emittenti, tra cui NRK e due reti commerciali (di capitale estero) Bauer e MTG: i rapporti di Kantar TNS hanno dimostrato che la prima ha perso una parte considerevole dei suoi ascoltatori, non inferiore al 20%, solo nel 2017 e anche le altre hanno registrato cali significativi.
Un editoriale del quotidiano Dagbladet, tirando le somme del 2017 in Norvegia, ha affermato che “lo spegnimento FM porta la nazione allo stesso livello dello sci di fondo”.
Molti poi i problemi pratici registrati dagli utenti: su tutti il fatto che il segnale in auto si perderebbe frequentemente senza che esista uno switch efficace su piattaforme alternative (FM/IP) come in altri paesi (la cd. “hybrid radio”, considerata l’unica soluzione percorribile per la transizione alle trasmissioni numeriche).
La stampa nazionale e locale e i social media soffiano sul fuoco: il gruppo Facebook “In til tvangsinfœring av DAB i Norge” ha raggiunto 6.500 membri in soli otto mesi, mentre diverse testate importanti hanno pubblicato approfondimenti molto negativi, che spaziano dai costi che hanno gravato le tasche degli utenti, al fatto che la decisione di uno switch-off ha spinto molti fruitori del medium radio nelle braccia di altri servizi di streaming on demand (sul modello di Spotify).Alcuni politici dello Stortinget (il parlamento norvegese) hanno sottoposto un’interpellanza al Ministro della Cultura per fare chiarezza su una scelta che non pochi cominciano a considerare azzardata.
“Il DAB ha sfidato i desideri della gente. Ancora una volta, abbiamo la prova che la transizione era prematura e non necessaria“, ha dichiarato il parlamentare Morten Wold, portavoce dei media per il Partito progressista, Framstegspartiet (parte del governo di coalizione), per cui la radio locale è di particolare interesse.
Secondo gli esperti, i player locali con concessioni FM fino al 2021 “non sopravviveranno in un multiplex DAB insieme a tre operatori dominanti che gestiscono bouquet di 30 canali”.
Nel frattempo molti norvegesi si starebbero sintonizzando sulla radio FM commerciale o comunitaria locale (come detto in apertura unica rimasta in onda con modulazione analogica) e quasi la metà della popolazione può ascoltare le trasmissioni transfrontaliere, soprattutto dalla radio pubblica svedese (né la Svezia né la Finlandia stanno pianificando di spegnere la FM).
Peraltro, la Norvegia vanta una connessione internet in banda larga tra le più veloci al mondo e quindi non sarebbero pochi coloro che stanno realizzando che la qualità sonora dell’IP e le sue prestazioni, anche in movimento, sono ben superiori a quelle dell’offerta DAB+, che, per quanto più ampia di quella FM, non può che essere necessariamente più limitata (in particolare per quanto riguarda i cd. “brand bouquet“).
“Dobbiamo anche considerare in che modo lo smartphone come piattaforma di ascolto universale influenzerà la progressione del digital audio broadcasting, in particolare dal momento che gli sforzi di NRK per convincere i produttori di device telefonici a includere il DAB+ tra le opzioni, non abbiano avuto successo – commenta il periodico Radio World – I norvegesi determineranno quale sarà per loro il modo migliore per fruire della radio a casa e in viaggio. Scopriremo presto chi saranno il vincitore e il perdente di questa transizione. E potremmo essere sorpresi di scoprire la resistenza della radio FM“. (M.L. per NL)